305 MCCCCLXXXX1X, CIÌ.NNAJO. 306 e bastioni. Ilem, esser tornati do presoni nostri, stali a Fiorenza, dicono esser sta examinati da li diece separati l’uno di l’altro ; li hanno dimanda dii nostro campo e de le intelligentie ; li hanno risposto reservato ; et era sta retenuto li il cavalier Orsini nepole di l’Alviano, Zuam Corado et Baldisera da Siena da l’Ochio, qual fu preso in Monte Cornaro di la compagnia di Carlo Orsini. A questi voleno dar laja ducati 1000; et a li do venuti lì hanno dà-sacramento non andarli contra in questa guerra ; et dicono prenderà il ducha et il proveditor e li darano taja ; et inimici dovcano venir a Migliano, hanno 2 canoni et 4 colo-brine. Ilem, aver ricevuto lettere nostre zcrcha il refar la compagnia di l’Alviatro, qual ha auto danno di 40 homeni d’arme senza li cariazi ; li mostrò la lettera a ditto signor Borlolo, et mostrò haver gran piacer. Da l’Averna di Paulo da Fidiyno doclor, di pri-.mo, a la Signoria nostra. Lauda molto il signor Bortolo, et non hanno da viver ; quel dì hanno solimi 40 pani; voi socorso e vituarie; manda 25 fanti a Mi-gnano; scrisse a Castel Delze si spenga avanti. Era venuto uno spagnol, dice che altri 60 spagnoli, erano con inimici, doman ivi verano, et altri fanti mescolati con Ihoro, et che inimici non hanno 1000 fanti in tutto, computa li villani sono a la Pieve et Borgo San Sepulcro. Frachasso si voi partir, dia vegnir uno altro capitano, hanno 4 falconeti et do passavolanti. Ilem, che li villani da Mignano volea acordarsi e menava tratato con inimici, e l’Alviano li mandò a tuor, et etiarn 7 ne era prima lì con lui. Et Mignano è me-zo mio lontan di Montatone, et inimici esser mia 7 de lì non più di 3000 in tutto, e con li spagnoli dia vegnir etiarn alcuni francesi, sono con inimici. Ilem, lui Paulo esser amalato, et il tempo è posto a nevegar, sichè patiscono assai. Da Castel Delze di sier Zuam Paulo Gradenigo, di 1.° et 2. Come a lui à volontà di socorer l’Averna, ma biasema Piero di Medici ; prima non sa la quantità di le vituarie, poi il conte Antonio non fa le zente ha comandato e li condutieri non sa quanti boni cavali hanno, et a tutti havia protestato. Et per la letera dii Marcelo, ha il ducha scrivesse a dito conte Antonio mandasse 200 homeni comandati in l’A verna ; et questo scrive cl conte Antonio haver scrito al ducha esser di opinion si parti, et mandoe una inslrution dii ducha che li fo data et a lui se drizava, come voi star lì fin piacerà la Signoria. Mandoe etiarn una lettera li mandoe il signor Carlo Orsini, de primo, laudandolo ; dimanda socorso, e lui proveditor si ha offerto andar a portar vituarie a I Diarii di M. Sanuto. — Tom. II. l’Averna per una volta, ma Piero di Medici li par confuso, et intende inimici non esser mollo potenti, perhò voi socorerlo. Ilem, esser venuto lì uno misier 1 Dolze comisario generai dii ducha di Urbim con el ' qual consultava, ma Piero a nulla provedeva. Ancora Marcò di Santi scrisse di 2 ala Signoria da Castel Delze. Come era zonto lì con 4000 ducati, et Astor Bajom havia promesso ducati 400 a uno altro e 200 a Jacomazo, e 100 al Manfrom nostro havia voluto dar; scrisse molte cosse. E haver menato Basilio da lu Scuola, era lì con lui, da Rimano; ha comprato certe cosse per ducati 5 ; voi far fuogi per spaurir inimici, et che con la scorta anderà a Bibiena a portar danari e manderà la paga a quelli di Monte Cornaro. Et questo Marco fu laudato in collegio, el ineojudicio feva assai più che li convegniva, zoè dar danari etc., hessendo il proveditor nostro ivi. Da Ravena dii podestà, di 4. Come era venuto uno messo dii signor di Faenza, con letere dii signor e dii castelam, pregando la Signoria fazi provisiom a le cosse soe contra quella madona di Forlì. Et haver scrito a Fiorenza dolendosi dii signor Octaviam suo cuxim ; et che dito podestà li ha risposto esso signor havia zente lì pagate per la Signoria nostra, con le qual poteva etiam lui far danno a ditta madona. Ilem, come dava 25 guastatori al proveditor Venier per li arbori. Di sier Jucomo Venier da Ravena, di 4. Come era zonto il suo secretano, partirà a dì 6 da matina. Manda una lettera dii signor Carlo Orsino, di primo in Montatone a lui scrita, come non ha da viver, li ruolini è roti, manzano, zà 5 dì, tormento colo in fuogo e beveno aqua, pur sta con bon cuor et non si partirà fin habi vita ; li fanti di Mignano esser scampati. Da Milan di l’orator di 1° Come mandava letere de Turin et di Casal a la Signoria*nostra. Ilem, esser partito zà terzo zorno l’orator di Savoia stato in gran coloqui col ducha,- si dice per le cosse di Franza. Da Turin di Zuam Dolze, di 28 el 30, erano in zifra. Prima haver fato amicitia con uno Paleno di Caxanova primo homo di quella corte, sa i secreti, el qual quando re Carlo vene in Italia deva avisi . a uno Scipion di Provai, et Tadio da la Motella si fe-va honor etc. li dirà molte cosse. Ilem, Marco Nobele bombardier esser lì malcontento, voi esser di la Signoria. E come era lettere di Milan a l’orator, di la rota abula nostri in Casentino, et mandoe una copia di lettere di Frachasso diceva haver preso Bibiena. Ilem, quel amico haverli ditto che monsignor de Li 20