443 MCCCCLXXXX1X, FEBBRAIO. 444 Et balotati a uno a uno 4 patroni per muda, et rimasene. Item, fono balotati e prova li piezi di li tre patroni dii trafego, di sier Lunardo di Prioli, sier Ja-como Marcello et sier Andrea Marcello. Item, fo messo le galie di Fiandra n.° 3, per sier Marco da Molin, sier Faustin Barbo et sier Vetor Capello savii ai ordeni, al viazo di Fiandra, con don di ducati 5000 per galia, zoè ducati 4000 di G grossi et ducati 1000 di tre proveditori sora il regno di Cypri, con altri capitoli, come par in l’incanto. Et io Marin Sanudo, savio ai ordeni, misi a l’incontro di star su quello era preso, zoè per Antona cresendo a li patroni ducati 500 per galia di don di li G grossi, che, eran ducati 3500 di 6 grossi, et dove era prima ducati 1000 di tre proveditori sora il regno di Cypri li deva ducati 1000 di le provision nuove, ch’è mior danari et più exegibeli, et slongava più el partir di le galie. Et lecte dite parte al consejo, io fui el primo parlai; mi rispose sier Faustin Barbo, qual fo infilzato da sier Piero da cha da Pexaro q. sier Nicolò da Londra era cassier, et parlò per l’interesse suo. Or non mi parse di risponder ; andò la parte, niuna fo non sincera, 4 di no, 47 la mia parte et 8 di li tre savii, e quella fu presa. Item, fu messo per li savii ai ordeni, atento la galia Zustigniana fusse data al trafego, la qual era inavegabele, che per auctorità di questo consejo fusse incambiata et data un’ altra, et fu presa. , Ancora fo messo per li savii dii consejo, terraferma et ordeni, di scriver a li proveditori di Pisa : laudando sier Piero Duodo di voler romàgnir lì, et fusse dato licentia a sier Domenego Malipiero pro-veditor monti su le 4 galie et essi Cuora et stagi de lì via, fino per la Signoria nostra altro li fosse scrito. Ave 3 non sincere, 27 di no, 113 di la parte. Item, fo messo per li savii di scriver a sier Lunardo Zustigniam, podestà et capitanio a Ravena, che consegnata la bacheta al suo successor, che domene-ga doveva consegnar, resti proveditor in Romagna insieme col conte di Pitiano, con 10 cavalli etc. Ave 21 di no, 113 di la parte. Item, fo messo per li savii che ’1 signor Pandolfo Malatesta di Rimano, qual compiva la soa ferma, fusse reconduto con la Signoria nostra per altri do anni, con tutti i modi e capitoli havia. Et fu presa. Vene lettere di -Ravena di 13. In conclusione el conte di Pitiano non li par andar più avanti si a tutto non fusse provisto prima. Et fo licentiato el pregadi, et rimase el consejo di X. A dì i5 fevrer in colegio. Vene l’orator di Napoli richiedendo la risposta di quello propose. Ri spose el principe non bisognava. Vene uno messo novo dii conte di Pitiano et uno dii signor Carlo Orsini, venuti di Ravena. Disseno molte cosse bisognava. Vene Marco di Santi, stato prexon da li nemici, fo riscatato in cambio di quel signor Leporeto. Referite che il signor Frachasso li fece bona compagnia, et eh’ è tutto di la Signoria nostra. Dn Ravena dii-podestà, di 13. Di rasonamenti fatti col conte, et esser zonto Carlo Orsini ; conclude voriano 7000 fanti et più zente, et sono pochi i nostri, e quello si spende è perso, et inimici sono forti, ànno 4000 fanti et 500 homeni d’ arme et molti comandati a uno cognosono lì. Pertanto esso podestà havia scrito a Rimano al secretano suspendesse di far più fanti. Di Castel Delze di sier Jacomo Venier, di 10. Nulla da conto. Dii riscatar di Marco di Santi che ozi qui è zonto, et Bibiena steva mal. Et in Rialto è da saper esser fama Bibiena esser persa. Da Zenoa di Marco Bevazam secretano, di 9 et 10. Dii zonzer di 4 galie dii re Federico. Et Alvise Ripoi, qual li ha dimostrato la commissioni ha dii re, non esser venute per far danno a la Signoria nostra, ni contra pisani, imo sì la Signoria ajuta quel di Corsicha lui non se impazi, ma ben esser venute si Corsicha voi esser contro Zenoa debbi ajutar zenoesi. Item, esso segretario ha inteso si voi far un edito publieo, nium dagi vituarie ni altro ajuto a’ pisani ; et quel Todaro di Fornari si à offerto dar a’pisani ogni mexe fomenti et voi si tengi secreto. Et non esser partito esso secretano, licei babbi ricevuto la licentia, per esser zorni di carnevai. Di Pisa di provedilori, di 9, ut supra. Di le gran necessità, et di la coraria fatta per nostri dii prender la torre di San Vicenzo, et brusà la lumiera. Et io avi da sier Vicenzo Valier : come lui volea andar a questa altra cavalcata di Mariema, ma li proveditori lo persuase non andasse perchè si interveneria alcun sinistro haveria grande incaricho : unde, licei mal 178 volentieri, pur per obedir restoe. Et nostri andono prese la torre di San Vicenzo, et le fuste brusorono la lumiera e fatto danno assai de bestiame a li nemici, ma a’ nostri poco utile, per tanto lui non scrive a la Signoria etc. Da poi disnar fo consejo di X con zonta et li savii, poi si reduse. A dì 16 fevrer, in collegio. Fo ordinato expedir il prothoiero di la Morea et non lo tenir più qui : darli