85 Ml.CCCLXXXXVIII, NOVEMBRE. Zuliam di Codignola .......cavali 60 Martin da Lodi................» 32 Rigo Porro..................>•> 32 Zuam Picenim da Napoli, sta a Ravena. » 32 Zuam Antonio di Luppi..........» 32 Domino Anzolo Francesco da Santo Anzolo..................» 100 Domino Antonio di Pii, sul Polesene . » 160 Domino Ascanio e Jacomo di 1’ An- guilara....................» 100 Sig. Francesco Beraldo ...... j> 80 Summarum summa cavali 12123, sono homini d’ arme... 34* Del mexe di novembrio 1498. A.di primo, el 7,orno di ognisanti, justa il consueto, el principe lo in chiesia di San Marcilo con l’orator di Napolj, di-Milan, di Ferara et di Rimano; non fo quello di Mantoa, Urbino et Monterà perchè non se ciedevano 1’ uno a l’altro, et non fono chiamati per non difinir li lhoro gradi. Ni etiarn fo quel di Pisa. Fo assa’ patricii, et molti vestiti di seda, et questo acciò tutti vedessero siben erano in guerra da più bande, la Signoria era ben et honorifice accompagnata ; et poi udito messa si redusse la Signoria con il collegio : non fu il principe. Vene Zuam Alberto, e mostrò lettere dii suo signor di 30 ; con la copia di una scritali per il du-cha de Milan, qual era a Pavia, a esso suo signor : come voleva far ogni cossa et esser fiol di la Signoria nostra, et voria che ’1 prefato suo signor andasse a Pavia a parlarli dove sariano li ambasadori fiorentini. Di Mantoa di sier Nicolò Foscarini, date a dì 30. Come solicitava el signor a cavalchar; qual ri-spondea voler aspetar risposta da la Signoria nostra, et tuto sarà in hordine e subito cavalcherà, et havia recevuta la nostra lettera ma non quella persuasiva etc. Et che havia inteso el ducha di Milan li pro-meteva ducati 70 milia a l’anno, titoli grandi et maridar suo fiol primogenito in la fiola dii prefato marchexe : et che il signor havia fato a saper queste promesse fateli a esso nostro proveditor, qual rispose saviamente dicendo non era da manchar per queste promesse di servir la Signoria ; et che era messo suso, et si crede non farà fruto. Item, dii zon-zer di domino Tadeo da la Motela, et per avanti gionse el conte Zuam Francesco di Gambara, sichè tuto è in hordine. Da Milan di l’orator, di 29. Et ducha esser a Pavia, e zonto li uno orator fiorentino, vien di Pranza ; el il ducha havia mandato per l’altro orator fiorentino, era a Milan, per parlarli insieme, et spera Mantoa si volti e voltando verà a Milan, altramente an- ' derà a Cremona et Parma. Da Iiavena di 30. Come era morto il revendis-simo domino Ugolino di Rossi prothonotario, qual ' havia una abacia de lì che li dava de intrada ducati 800. Et questa matina el vescovo di Rossi vene in colegio pregando la nostra Signoria scrivi a Roma che ’1 pontifice vogli darli ditta abatia, justa la pro-misione li fu facta per pregadi di li beneficii primi vachanti dargeli, et li fo promesso di far. Item, da Ravena si bave come a Faenza per nostri fu lassato 4 passa volanti di quelli fo mandati in campo et molte farine, Saria ben recuperarle. Di campo di proveditori, di 30. Come quel zorno erano levati di Villafrancha, ha fato mia 15, vano verso Bibiena, tamen dubitano di le vilua-rie. Voriano far una caneva di tormenti a Rimano. Ila lassato li balestrieri dii signor di Faenza a domino Meleagro da Forlì a Faenza, per dubito de’ minici : et a Ravena la compagnia di domino Alovisio Valaresso : el li stratioli perchè pur temevano di Frachasso qual era a Forlì, che poi, partiti nostri, non coresse su quel di Ravena. Da Rimano, di 29. Dii secretano, di avisi abufi :55 di Bibiena. Et che il conte Zuam Aldrovandin di Ravena, barba dii signor, voria che la Signoria rispondesse zercha quelle zente; et mandò una lettera scrila per domino Guido de Granis secretario dii ducha de Urbirn data a Bibiena, copiosa di quelli progressi de’ nostri. Or il colegio terminò far cavalchar ditto signor di Rimano, che havia tanto desiderio di operarsi. Di Siena dì 'Alvise Sugudino secretario, di 27. Come havia recevuto la licentia dii partirsi, poi la • revocation per colegio, et che resteria. Et che senesi parlavano molto dii marchexe di Mantoa e di l’impresa tolta in Casentino. Xeni vano la Signoria ote-gnerà. Et che Pandolpho Petruzi et Antonio Bichi primarii senesi voriano iterum la protettone nostra ; et senesi erano in odio con fiorentini et devoti di la Signoria, benché non havesse dato il passo, ma ben lo dariano al ponte, et haveano solum trieva con fiorentini e non pace. Et hanno da novo da Fiorenza che fiorentini stanno male. Fono comandati per il paese contestatali a le porte et al palazo; dimandano danari, poneno balzeli per tutte le terre ; et che senesi voriano bora l’ajuto de’ pisani e daria il passo. Da li rectori di le terre nostre vene lettere, con