MCCCCLXXXXIX, GENNAJO. .116 fue a cavalo per andar a le Gracie col ducila, el qual li parlò haver hauto lettere dii suo orator qui zercha quello ha ditto domino Erasmo Brascha, qual non è sta di suo voler haver nominato l’imperio, et molto li ha dispiaciuto, nò bali contesso altro che a ricomandarlo a la Signoria pasando de qui per andar a Trieste, et che questo li è sta molestissimo intender, acertando zercha Pisa voi far quello sempre ha ditto in vegnir in qualche affetto. Ilem, come era venuto uno orator di Savoja, stete in streto coloquid col ducha e secreto e si partì ; si judicha sia per praticità mena de lì via per le cosse di Franza, el ltabino intelligentia insieme col ducha di Savoja. Di Zenoa di Marco Bevasan secretano, di 1°. Come F orator fiorentino Brazo Marlegli, venuto zi mexi 6 lì per Milan, havia abuto licentia dal ducha di andarsene, vedendo non poter operar nulla di quello' voleva : aspeta licentia da Fiorenza. Va dicendo publice voleva più far beneficio di zenoesi che fiorentini e (amen nulla havia potuto far. Ilem, che uno Zuam Paulo da Lecita, era bandito di Corsicha, esser ritornato in Corsicha et fato amicitìa con uno Ranuzio capo di parte di quella ixola, per tanto zenoesi dubitano non siegua novità. Ilem, come quelli daciari voleva il dacio de la nave Soranza, era a Portovenere per li grani, tamen lui li ha parlalo sarano contenti restar, per esser eossa di la Signoria. Etera de lì deputato il gobo da cita Zustignam capitano di le galie. Et clic dal governador nostro ha-vea pocho favor, il qual solicitava zercha i scudi falsi di misier Zuam Dona quali li havea in deposito, voria saper la volutila di la Signoria. Et è da saper per avanti lo scrito a Zenoa di questa nave, et ha-Veamo fato restituir certi contrabandi a Modon trovati a zenoesi. Da Ferara dii vicedomino, di tì. Come il zorno avanti era stato da lui domino Banda di Strozi ne-pote fo di domino Palas, e li disse questo orator fiorentino à abuto licentia di ritornar non havendo abuto la risolution di )a Signoria nostra, et che lui l’havia confortato che ’1 restasse qualche zorno : dicen-, do : si volle lo farò restar over si vi par scrive a la Signoria qual cossa. Et esso vicedomino li havia risposto non haver auto alcuni ordene, et sine mandato non li pareva far ; tamen di questo avisava. Da Ravena di 7. Come havia nova sier Zuam ' Paulo Gradenigo a di 5 di note doveva andar a dar socorso a Montalone. Ilem, ha esser passa per Bologna 200 balestrieri dii ducha di Milan, vano verso Fiorenza per vegnir contra nostri in Val di Bagno. Item, molte cosse non da conto, et quello di monition ha mandato in campo. Et vene uno orator di la comunità di Ravena ci-tadino di li, el qual chiamato in collegio, exponendo quella terra e teritorio esser molto agravato et non potevano più, tuta via per la fedeltà lhoro facevano ogni possibele. Per el principe fu carezato, dicendo sì haveva cognosuta la sua fedeltà et soportasse sto pocho etc. Di sier Jacomo Venier proveditor, di 7, da Ravena. Come in quella matina montava a cavalo per andar a Castel Delze, farà la volontà dii conte di So-jano e con lui parlerà di l’impresa ; e mandoe il conto di danari dispensadi per lui, et il resto de li danari fono dispensadi per sier Gasparo Pizamano cavalier era in campo. Dii Rimano di Zorzi Franco, di 6. Esser zonto ivi Piero Chiarello, capo di provisionali di padoana, et haver nova nostri anderà a socorer Monte Cor-naro. Et haver di 4 da Castel Delze di sier Zuam Paulo Gradenigo, come havia terminà cavalchar con Astor Bajom et Zuam Paulo Manfrom e li stralioti la note per andar Verso Monte Cornaro e Montalone, et havia mandato 436 fanti con sachi di farina di 10, 12 in 16 per uno. Item, come li 200 fanti di l’AI-viano vieti di Ascole era propinqui, et lui mandava la munitiom havia in campo. Da Castel Delze di sier Zuavi Paulo Gradenigo di 4 et 5. La prima a bore 8. Come la matina voleva cavalchar verso Monte Cornaro con li stratioli ; dice l’impresa esser sta cativa, e lì esser chi vuoga e chi sia, e Dio voia ltabi bona fin, e ogni zorno è qualche rumor de lì per caxom di alozamenti. Il ducila di Urbim ha scrito a la duchessa dagi ogni favor nel suo stato a’ nostri, ma ivi è qualche uno che va traversando, quasi dicat suo fratello che voria il ducila si levasse di Bibiena ; et era venuti certi mulli 1-29 " con vituarie, e volendo menarli con lui ha trovato li mulli esser partiti, e intendea a l’A verna esser pan et carne ma non vino. Poi la lettera di 5, come in quella bora montava a cavallo per Monte Cornaro, e avia nova esser zonto in campo di fiorentini ducali 12 in 13 ntilia: non credo. Di Marco di Sunti, di 4, pur a Castel Delze. Collie era partiti li 436 fanti con la farina, qualli andavano con sier Zuam Paulo predito, et li danari ha portati el signor Franzoto Orsino zerman dii magnifico Piero a piedi per le giaze sono, et li ducati 1000 ebbe imprestedo dal magnifico Piero prega siano resi, e de cantero se li mandi oro e non nioneda per tenir mancho imbroio. Manda li conti de grosso di