1035 MOCCCI.XXX.XlX, ACOSTO. Vene il messo dii conte di Goricia, e presentò • una lettera scritta a Lonza, el di de San Piero in Vincala, saria a dì primo di questo, sottoserita Leo-nardus palalinus Carintice, comes Tyroli, eie., latina. Scrive di certo leva danno sul suo, el qual mandò a prenderlo a presso Butistagno, su quel di la Signoria nostra, et l’à fato con baldeza, si scusa esser bon fiol, eiiam si scusa per esser sta ditto lui baver in-telligcntia con infedeli, dice nunquam si troverà tal cossa, imo si oferisse per la Signori:!, sempre fiol etc. * Et ditto messo poi, leta la lettera, disse alcune parole in conformità, et per il principe li fo fato bonaciera, e ditto si rispondarà doman. Da Rayusi, di sier Nicoli) Gondola, di 20 lujo. Come per a visi lm che ’1 signor Turcho con lo exer-cito era venuto a Bcrtogal, el qual loco risponde a Corpbù e a Lepanto, e l’armata esser partita da Ga-lipoli, et tien rostro verso occidente, idesi vien in qua. Vene Piero Pender tedesco, tien caxa qui, con uno messo di domino Ztiam Claver fo orator dii re de’ romani qui, qual è a Yspurch con una lettera, e volendo cominzar se intese era materia tratata nel consejo dì X, et fo mandati tutti fuora. Edam, eri vene lettere di sier Marchio Trivixan provedador zeneral, di Gedi di 7, longa, la qual non fu leta in collegio, perchè il principe volse lezerlu con i cai di X, licci a llioro non fusse drezata. El intisi esser sta retenuto per li rectori di Brexa, di consentimento di esso conte, uno chiamato el milanese, capo di cavali lizieri, primo homo l’habi apresso di lui : quello sarà scriverò. In questa matina fo balolà, il resto di danari per compir di armar la barza Mora, et intrò li cai di X poi dentro. Da poi disnar, fo consejo di X con zonta dii collegio. Et è da saper, si continuava redursi il collegio a la corda per quel prete, retenuto, diceva messa a l’o-rator di Milàn, lamen nulla fu. Vene in queslo zorno un gripo con lettere di Soria e di Alexandria. In questo zorno morite a San Vilio in Trivixana domino Nicolò Franco episcopo di Treviso con fama di optimo vescovo. A dì 9 avosto. In collegio. Vene lo episcopo di Rossi sopranominato, esponendo eri esser morto el vescovo di Treviso, el qual deva ducali 500 de pension a l’anno al Cardinal San Piero in Vincala, et questo fo la guera bave a Roma che lui non l'ebe qual per pregarli li fo dito, et che ha via l’abnlia di San Grisogono a Zara, la qual per le incursion di turchi è minata e non ha intrada, sichè li resta solatii el ve-scoado di Cividal di Relun qual à ducati..... d’intrada, pregando la Signorìa vogli, atento li meriti del padre et avo et la promessa li fu fata, meter la parte in pregadi di scriver a Roma che 1’ habi ditto episcopà ; et per el consejo fu laudato, et ditto si meteria la parte in pregadi. Dii Cardinal di Mudici, fo /eh) una lettera de ozi scrive al principe. Come era qui incognito, e prima partisse voria vegnir a parlar a la Signoria nostra et al principe. Risposto vengi doman. Vene l'orator di Franza, et per esser li consejeri, et fo mandato per il principe qual non veniva questa malina in collegio, et ditto orator disse che l'orator di Monferà li havia ditto che vene uno messo eri a la Signoria dii re di romani, vuol salvocon luto per uno orator suo va in Savoja e Monferà, et che la Signoria lo havia dato, et era venuto per saper la verità. Li fo risposto non haveamo guera col re di romani, and e esso orator laudò la Signoria, dicendo bene; et poi partito, eiium il principe si levò. Vene l’orator di Fiorenza, e disse llioro signori sono contenti dar a’ fiorentini la segurtà di la fide-jussiom (arano a la Signoria nostra, perhò si mandi qualche uno lì che fiorentini farano la promessa. Lì fo risposto che salvavano il stato e che volevamo pie-zaria in questa terra; et esso rispose scriveria a Fiorenza. Da Padoa, di rectori, di 8. Dii zonzer li di sier Antonio Marco Morexini, proveditor, et poco da poi monsignor di Beumonte: li andono contra, et alozò a 1’ hostaria, videlicel esso podestà, per non si sentir el capitano. Di Ruiyo, di sier Marin Zustiynam, podestà el 401 capitano, di 8. Uno Martin da Lodi contestabele a la Polesella, qual non havia retenuto le lettere dii duella di Milan passò de lì ; et come in quel zorno li cavatori di ditto ducila erano levati de lì. Item, a castel Vieimo esser uno Zuam ... ciprioto castelam, qual è impotente a operarsi, et quella forteza steva mal ; urtile fo consultato far in suo loco. Da Brexa, di rettori, di 7. Come mandavano una lettera dii marchexe di Mantoa zero!,a Baiino, homo d’ arme, et si sotto scrive : Fran iscvs Gonzaga marchio Multare, Cies ireus el Dacalis capi-laneus getierulis. Et scrive tuttavia fazeva la compagnia, la qual poneva in bordine, et fin 10 zorni Sarà expedita a’ servicio di la Signoria nostra : per tanto dovesseno lassarli questo homo d’arme. Item, essi rectori scrivono conte Zuam Maria Cornilo era zonto