1223 MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE. 1224 et misier Jacomo da Corte fratello dii castelam, con fanti 1500 e vituarie per mesi 10 e artilarie. /tot, che milanesi non voleno Franai, voreheno star in libertà e voleno conzar le cosse col Triulzi prima entri. Itein, eri sera intrò misier Zuam Jacomo predillo in Milan, con persone 5000 la più parte italiane, dice voi mantonir Cremona e Sonzin in libertà, et li signori di la libertà voi aiutar ditti lochi e li darà socorso. Ilem, esso provedador scrive quel luogo di • Caravazo è d’importanlia, lauda la fedeltà de’cittadini e maxime misier Jacomo Sodio cavalier, e il popolo jubila esser ussiti di le man di Faraon, ha posto taja, il ducila li dà da uno anno in quà ducati 8000, et zà 15 zorni ducati 1000 li pose di taja ma non volseno pagar, inteso el nostro campo esser propinquo è disposti morir per la Signoria nostra. Itern, la rocha per hi mina è cor|ii 15 morti, quali puzano per esser sotto l’artilarie e picre, non vi pono star dentro, unde ha tolto 40 homeni di quel luogo e fa lavorar e notar la ruina, lanieri è poche artilarie, vo-ria polvere e danari e le monition è mal conditio-nate. Ilem, è zonto lì Hironimo da Verona con fanti 25, mandati da li rectori di Bergamo, et ha posto 6 per porta che sono 4. Noto. Vi è castelan per li pro-vedadori sier Victor Zorzi q. sier Polo. 474 Da Brexa, di rectori, di 5. Manda uno reporto abuto da Milan. In sustantia come quello si liave per via di misier Francesco Bernardin Visconte, et di 4 electi et le cride fate. Ilem, mandono una lettera abuta dal podestà di Trevi. Da Trevi, di Ilironimo di Duchi podestà e citta-din di Brexa, drizata a essi rectori, a dì 3. Come era ritornato uno di Iseo, stato a Milan, partì eri a bore 11), dico limi partì il ducha o lo doto la matina fin hore G di note stoteno in consulto, terminono starili libertà, capo misier Francesco Bernardin Visconte e non voleno franzesi, si crida per Milan spe-ra, spera, serpa, serpa, voriano dar censo al roy el governarsi in libertà, hanno fato uno contestabele con 2000 provisionati a varda di la città in castello, e misier Bergontio Bota, misier Cristoforo di Calabria e altri favoriti dii ducha e dilto misier Bergontio non voi franzesi ni venitiani, et milanesi hanno mandato uno ambasador a misier Zuam Jacomo a capitolar. Di Zuam Dolze, secretano, Vene do lettere date alle rive di Po, quasi tutte in zifra, le qual non fono lecle. Nara tutti li sucessi, e il re de’ romani esser acordà con sguizari e altre cosse, qual parse al principe non le lozer si non con li cai di X. Et consultato tal lettere d’importantia, li savii consultano scriver a li proveditori in campo, strenza Cremona non si dagando voluntaria, et a li capetanii di le terre nostre vicine, videlicet Brexa, Bergamo debino inme-diate con gran numero di zente andar in campo, pelilo che dubitavano non seguisse etc. Et cussi la matina in collegio con la Signoria fo expedite le diete letere, d’acordo, el risposto a Zuam Dolze secretano scerete. A dì 7 septembrio. In camera dii principe si re-dusse tutto il collegio, cussi come venivano, et in la terra era gran tumulto per esser venuto questa note uno gripo da Corphù con lettere di quel rezi-mento molto briove di 27 avosto, scriveva mandar lettore dii zeneral, tamen non era lettera alcuna dii zeneral che parso di novo a tutti, et scrivea haver edam expedito lettere per via di terra, le qual non grano ancor zonte, et dicono al patron dii gripo sia da’ ducati 22, per sua fadiga, nome Nicolò Graropolo da Corphù, al qual subito li fo dati. Et sier Vieenzo Grimani fìol dii capitano zeneral era li, e trovò una lettera di pre Hironimo Cesoto capelan di suo padre, li scrivea di novo di 21 sora il Zante, nara li successi zorno per zorno di G avosto fin quel dì, la copia di la qual sarà qui soto posta, et questa fo leta poi in collegio. Ilem, fo loto una lettera di sier An-zolo Guoro de sier Hironimo, è nobele col provedador Guoro in armada, molto copiosa drizata a suo padre, era lune cao di XL, e una di sier Domenego Malipiero provedador di l’armada drizata a sier Fantini suo fratello, edam copiosa; et vidi io una di sier Zuam Nadal nobele su la galia dii zeneral scrita a suo barba sier Nadal Nadal, sichè quasi tutti havia lettere da li soi, ma la Signoria non haveva lettere dii zeneral, che stavamo molto di mala voja, si per le cative nove, vene dii brusar di le do nostre nave . come del disordine seguito etc. Et per esser la ve-zilia di nostra Dona non fo fato pregadi, et mamme per non vi esser lettere dii zeneral, le qual perhò di hora in hora si aspetava. Vene l’orator di Franza, al qual per il principe 474' fo ringratiato la majestà dii re, dii zonzer di la sua armata con la nostra, et ditoli alcune cosse secreto, perhò che tutti fono mandati fuora nescio quidem. Vene l’orator di Fiorenza, domino Zuam Francesco Redolii : come havia auto lettere di soi excelsi signori, li rispondono voglino dar omnimo la segurtà di danari hanno a dar, come sono obligati per il lodo ; et il principe li disse furiano bene a farlo. De Cypro, di sier Andrea Venier, luoyotenenle e consejer, di 19 lujo. Zercha biscoti, e sono assà orzi e biave in l’isola. Ilem, li sali sono boni le nave re-