255 MCCCCLXXXXVUI, DICEMBRE. la terra a l’intrar hanno cresuto uno quatrino più dii consueto per zucha, il grano è cresuto di 15 pizoli ; più; ne non ne hanno fino a marzo ; si nostri stesse-no fin a tempo nuovo, sariano signori di Toschana, perhò che non voriano patir danno per la campagna, et si fariano quello vorà nostri, /lem, insidia-rum piena fui omnia, et esser passate de li via do squadre di zente d’arme dii conte di Cajazo, ritornano in Lombardia. Da Ferrara dii vicedomino, di 21 a bore 10. Come in quella corte si havea auto gran piacer dii prosperar fiorentini eontra nostri ; et dicevano zan-ze assai ; l’orator fiorentino era li non apariva in publico ; fo ditto 200 homeni d’ arme et 300 fanti esser sta tagliati a pezi... per fiorentini et maradi, e Foze preso dove era uno proveditor et il magnifico Juliano, fuzito era il ducha di Urbin con tuli li soi ; poi vene P oposito, zoè il zopo vien tardi e porta il vero, et inteso la cossa callo i quatro quinti ; ri-inaseno cussi. Ilem, manda alcuni avisi abuti di bon locho et certi. Come domino Erasmo Brascha parlilo dal re di romani per haver auto combialo, è stato a Manica a portar il baston over stendardo per il suo re et per il ducha di Milan, et a ditto re el ducha ha mandato domino Antonio Maria Palavicino, si crede non aceterà per esser venuto in inimicizia col ducha di Milan preditto. Ilem, che domino Piero da Trieste, era a Milan per ditto re, era sta revochato da l’imperador, et il ducha dicea lo rimandava per cosse importante. Ilem, il re havia promesso al ducha non far acordo con Franza senza sua denomination, hora si dice farà. Ilem, quel monsignor di San Martin, fo in Franza, è tornato a Milan senza conclusion perchè il roy voria renonciasse il duchato ; et il du- 105 cha risponde non voler far in prejuditio nè privar il successor suo si ’1 potea. Item, esser un’ altra pra-ticha con Franza mediante uno ministro di caxa dii re, era merchadante milanese, falì et parli per debito, chiamato crede Andrea, qual pratichava per via di monsignor di Barboni. Il re voi lassi Zenoa, il ducha non voi, ma li voi dar in feudo ducati 20 milia a P anno; a costui il ducha à promesso mira-bilia et pagar li soi debiti. Ilem, il ducha haver mandato a Mantoa con il stendardo dii re di romani e suo ducati 6000 ; e promesso mandarli 9000 ; per tutto questo mexe si crede il marchexe non farà nulla et riman beffato ; è da saper parte di ditto era vero. Vene alcuni messi dii marchexe (Gabriel Malaspi-na, et mostroe una lettera dii ditto marchexe, data a Fosdenovo a dì 1 i di questo drizata a suo fiol et a uno prè Ipolito suo messo era in questa terra. Come la praticha di acordarlo con fiorentini, zà alcuni zorni si tramoe per via di Zenoa , di novo era venuta ; per tanto pregava la Signoria li desse qualche danar da poter vardar quelli castelli, quali non erano soi ma di la Signoria ; et havea inteso si tra-tava pace, si racomandava che li fusse fato render li sqj casteli tenivano fiorentini ; lamen uno altro suo fiol era qui chiamato Zuaip Baplista , qual era nemico dii padre et deva molti avisi, item, che se intendea la verità. Et per il principe li fo risposo facendo pace si aricordessamo etc. Ma che non sapea quello volesse dir pace tutavia hesscndo in guera. D;i Verona, di retori, di 22. Come quella sera era capita lì domino Erasmo Brascha milanese. Man-dono uno lhoro messo a visitarlo a P hostaria ; disse esser orator dii re di romani, vien da Milan, è stato a Mantoa, e vien a la Signoria per tratar alcune cosse li ha comesso la maestà dii re. Sarà qui el dì de San Stephano ; è sta fato governador di Trieste, disse per la benivolentia dii suo re, di la Signoria nostra et ducha di Milan, stando lì si sforzerà ben vicinar con nostri subditi ; et il messo volse intender quello havia fato a Mantoa : rispose come eri li fo dato el stendardo et baston al marchexe, nè altro disse. Da Milan, di l'orator, di 21. Manda lettere abu-te da Zuam Delze da Turin di 15 in zifra, et altre abute da Monferà di 7 de li oratori di Franza, pur in zifra. Item, come altro de lì non era se non esser * fama quel monsignor di San Martin era ritornato di Franza re infecta ; et le lettere di Franza fo le replicate, zoè le prime che manchava, et da Turin non fo lete per esser in zifra et P hora larda. Da Conejan, di sier Marco Antonio Barbo podestà, date a dì 22. Come per le piozè grandissime era caduto le mure di la terra in tre lochi passa zer-cha 220, aricorda si conzi. Et è da saper dicto locho, licei sia in trivixana, alias per el consejo di X fo separado da Trevixo ; lamen fo scrito al podestà di Trevixo mandasse a veder la spexa, anderia a rifarle, perchè era buono lochi nostri havesse mure. Di sier Vido Diedo baylo el capitano di Durazo, 150* di 11 novembrio. Come per tutto risonava, si per via dii golfo di Patras come da Negroponte, el Signor turcho preparava grande armata et grande exercito per questo paexe di Albania, et ussirà per tutto quel mexe, etiam molti cegna a quel loco di Durazo ; avisa non ha polvere, schiopeti, nè vituarie ; prega sia mandate. Item, voria da Corfù li fusse mandato una galia sotil. /lem, zercha a sali ; come