305 MCCCCLXXXX1X, FEBBRAIO. 30C jestà del re di Ongaria suo fradelo et a li baroni, et li è stato risposto per li baroni che lhoro non hanno danari da spender per altri, et che lhoro hanno da far assai a guardar il suo paexe, et dice dicti turchi fanno gran processq nel ditto paese de Polonia. Ilem, dice come in queste feste di nadul tutti questi signori di Franchapani se hanno congregati in BiAene per far deliberation di tuor Segna, al qual parlamento lì è stato il conte Bernardini, il conte Anzolo, il conte Zuane iìol dii conte Carlo, il conte Michiel, il conte Nicolò di Cetim et fatto assai conclusione tra lhoro, tandem il conte Bernardini mai non ha voluto asentir, se non con condition che togliendosi Segna el la vuoi per lui sollo, et che dii resto di sui lochi che se toleseno in Crovatia tra lhoro fosse divisi, e perhò non rimaseno d’acordo. Et dixe che dicto conte Bernardim ha auto licentia dal re di Ongaria et de parte di baroni che se ’1 puoi tuor e aquistar Segna che ’1 se la toja, perhò dito conte Bernardim dice volerla per si sollo, ma li altri Franchapani non voleno asentir. Item, dice che quelli di Segna sano di tal parlamento, e che per niente non voleno asentir di vegnir più soto el dominio di questi signori Franchapani, et che più presto voriano brusarla et abandonarla e darse a’ turchi ; et hanno mandato uno de’ soi capitani a la majestà dii re per intender la in-tention sua, il qual di brieve se aspeta, perchè deliberano farne altra provision. Ilem, dice che el conte Zuane, fiol dii conte Carlo di Crobavia, se ha acordato con turchi, et li dà i passi, ne farà più segni di bombarde, et che li altri signori di Crovatia sono eliam per acordarse, perchè i diseno che il re di Ongaria non li ajuta, né loro da sì si poi conservar, et che meglio li è acordarsi con turchi che esser desfati e rui-nati lhoro et il suo paese ; et come le neve siano disfate et cavalchar se possa, se aspectano turchi a questa parte superior che compirano de ruinar quel poco è restato. Item, dice et aferma di vera sententia, come el dì dii anno novo hessendo il conte Bernardin in Modrusa, et aldando messa in canto, e quando il prete vuolse tuor la sacratissima ostia per infranzer-la juxta il consueto non la trovò sopra l’altar, et restato tuto sbigotito non sapea che dir nè far, et ne fo grandissimo tumulto di le persone, et alcuni che vegnivano di fuora in chiesa veteno essa ostia in aiere sopra el campaniel, et dicto al signor, tutti an-dono de fuora'et veteno essa ostia et mandono el prete, havea ditto il vangelio, in campaniel per veder di tuor essa ostia, et che quando el fo a le balconate tutti veteno che essa ostia si levò per andar nel aiere che più non se vote et disparse davanti tutti, i quali) rimaseno con grandissimo terror vedendo tal stupendo miracolo. 11 [irete cantava la messa si va a 100 Roma per notifichar tal miracolo a la sanctità dii papa, il qual prete eliam dice cognoserse esser peca-tor, ma non perhò sì grande che per lui sia sta tal stupenda dimostration : le nove tal qual si ha le significo. Vostra excellentia li dia quella fede lì par, fe-lix el din valeat sublimitas veslra, cui semper et devote me commendo. In questo zorno primo di fcvrcr, a hora andava el principe per piaza per andar a vespero a Santa Maria Formoxa, fo aperto et scoperto la prima volta 10 horologio eh’ è su la piaza sopra la strada va in Marzaria, fato con gran ingegno et bellissimo. Copia di una lettera scrita per sier Hironimo Tie-polo consolo in Alexandria a la Signoria, per la qual avisa il modo vero di la morte dii soldam, venuta per avanti. Serenissime princeps el domine mi excellenlissi-me. Ha vendo soripto a Vostra Serenità a li 15 dii passato per le galie, li dinotai quanto fin hora era occorso degno de la relation di vostra sublimità. Restami hora darli noticia de quanto sarà occorso da quel tempo a questa, che sarà. A lì 26 dii passato 11 soldaneto fece cridar per tutto il Cajero che tutti i signori che fosseno sta contrarii a sua signoria ab-sentati dovesseno mostrarsi che li remeteva il tutto, unde hessendo andato atorno le cride, diversi signori si apresentono al suo signor, ai quali, insieme con altri signori suoi favoriti, feceno jurar fideltà ; seguito questo, a l’ultimo poi smontò di castello e secondo che la juventù il confortava determinò andar verso Babilonia, e tolse li do fioli de Zuani cerchasso cu ni alcuni altri suo fidati ; ma gionto lì gli parve passar il fiume, dove stato quasi quel zorno integro a piacer a presso uno loco vulgarmente chiamato li granari di Pharaon, verso sera se ne vene a le rive del fiume con animo de tornarsene al castello ; ma visto uno pavion desteso, acostossi a quello. In dicto era il diodar Teni, uno signor di quaranta lanze con alcuni mameluchi, el qual diodar con el signor dicto veduto il soldaneto gli veneno incontra et salutatolo ge porseno una porzelana di lacte, factoli prima la credenza ; ma hessendo per ponersela a la bocha, uno di figlioli di Zuam cerchasso cridò che non bevesse perchè il diodar Teni lo volea atosegar, per la qual cossa senza altra consideratione dicto diodar snudata la spada gli dete su la testa talmente che lo ama-zò, e il medemo fece de l’altro fratello, nel qual me-