427 MCCCCLXXXXIX, FEBBRAJO. 428 prothoiero a esser bon amico nostro etc. Et cussi fo expedito senza altro consulto, in quatro parole. Poi il prothoiero disse haver in comission dal Signor dimandar quelli danari fo tolti a Sinigaja andavano a Roma za 4 anni; fo risposto nui non se impazar in questo. Ilem, dimandò che certi casali davano carazo al Signor, venuti ad habitar in lochi nostri, * dovesseno esser facti ritornar subditi dii suo Signor, etc. Et li fo dito bone parole. Et partite di co-legio, non ben contento perchè credeva lui tocliar li danari fo mandati al Signor ; et questo era quello promuoveva queste cosse per esser homo diabolicho. Da Ravena, di 7. Di le cosse dii conte di Sojano, inimici esser a campo a Spinello loco suo. Ilem, esser venuto el messo di quel di Monte Alboto, voi si mandi a far la mostra di li soi fanti, et dii conte di Pitiano nulla intende, dubita non zonza lì, et non siano facte provision etc. Et fo scrito per collegio ai rectori di Verona, dove è la bancha, che mandas-seno a Ravena do di quelli colateraìi. Da Castel Delze di sier Jacomo Venier, di 6. Come el ncpote dii signor Bortolo di Alviano vene lì con la fede di tornar, non hessendo rimandato el signor Leporeto in suo locho ; et era venuto ozi lì uno trombela a compagnar Piero Grimaldo, venuto di Bibiena con salvoconduto et è amico di Frachasso , et è venuto a dir al signor cavalier, nepote di l’Alviano predito, ritorni da Frachasso, et che Frachasso si duol di le parole esso proveditor havia dito di lui, et che non volendo lassar esso proveditor el signor Leporeto prima non havia Marco di Santi, dito ca-valier tornoe per la fede data ; qual poi è ritornato de lì et ha dito, Frachasso voi dar Marco di Santi et 10 meterà a camino, et eh’ è servitor di la Signoria et amico di esso proveditor, el lo cognosse hessendo suo padre a Padoa, che falso che non fo mai in suo tempo, etc., et che voi lassar esso signor cavalier et Marco di Santi qual manderà a Pratiego, et il signor Leporeto vadi et si contracambierà. Ilem, che veria a soldo di la Signoria nostra etc. Come par nel suo reporto. Et che esso proveditor havia a mandar a tuor ditto Leporeto era a Sojano, et era venuto il messo di Monte Alboto, dice è in hordine di 400 fanti, voi danari e venga qualche uno a far la mostra. Lui ha solum uno groppo di ducati 1200. Ilem, è per venir 100 spagnoli di Roma, fin do zorni, et lòrsi 300, sichè bisognerà danari; et volendo la Signoria le lance spezade di Paulo Vitelli, a li qual se 11 da a chi 10 et a chi 15 ducati per uno, li fo scrito di no, perchè non tolesse diete lanze spezade per non esser a proposito. Reporto dii cavalier stato in campo nemico. Dice el ducha di Milan, per Anzolo da Fiorenza suo comi-sario, volea Marco di Santi fusse mandà a Fiorenza ; et che esso ducha tornava Frachasso in' la conduta et ferma di prima, et ha mandato misìer Zuam da Casal a questo effecto ; pur ancora non è firmato, et è a comando esso Frachasso di la Signoria nostra dummodo si eressi di conditione, et à mandato per Marco di Santi per far il contracambio sopradito. Fortificano Ruoti e uno altro loco ; Amo fanti, et ta-men non hano più di 1500, et che di l’andar a campo a Bibiena vano lente le pratiche, che in prima fe-vasi assa’ ragionamenti. El dito proveditor da Castel Delze, di 7. Come havia mandato il brieve a Bibiena, e l’altro brieve andò col miedego dii ducha di Urbim con salvoconduto che bave di passar. Ilem, aspeta li spagnoli di Roma n.° 100, et quelli di 1’ Alviano voriano esser remessi a cavalo. Et per collegio fo terminato et scrito li 80 homeni d’ arme di dito Alviano sono a Ravena habino li alozamenti in padoana, et prò nunc li fo mandato a Roma ducati 200. Ilem, fo leto un altra lettera di Castel Delze di Piero di Medici, credo in la praticha dii Vitelli, con li cai di X, mandati tuti fuora. Di Ferrara dii ducha, di 7, drizata a Zuam Alberto da la Pigna, qual lui non osava venir in collegio ma la dete a Zacharia el fu lela. Li advisava come era zonto lì Paulo Bilia per nome dii ducha di Milan, per adiutar la praticha di l’acordo di le cosse de Pisa, et per nome dii ducha suo lo havia pregato 1 facesse etc. Sichè volia avisar esso Zuam Alberto di questo, acciò lo dicesse a la Signoria nostra : dicendo si lui è bon per qualcossa, comandi che farà il tutto. Di Arbe di sier Piero Boldà conte, di 3. Come nel consejo era sta electo soracomito sier Zuam de Dominis q. Crisogono. Et esser nova el ducha Zuam Corvino, fo fiol di re Mathias, el qual era soto la montagna. Et lui conte scrisse dovea andar a danno dii conte Anzolo di Frangipani over sul contà di Zara, a bora avisa esser andato verso Bistroza su quel di Bossina, loco de’ turchi, con cavalli 1000 et pedoni. Da poi disnar, fo domenega di carlevar, non fo collegio et nulla fu fato. A dì 11 fevrer in collegio non fo il principe ; fo terminato mandar questa sera ducati 4000 a Ravena. Et era lettere di 8 da Ravena che il conte non era ancor zonto, et havia ricevuto li durati 8000 per dar in campo col pagador ; et haver da Sojano fanti 3000 de' inimici esser stati atorno Pondo, loco ; dii conte, et li custodi si hano defeso virilmente etc.