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MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE.
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pregando el principe volesse expedir sier Francesco Morexini doctor, electo orator al suo re, qual era quasi varito, acciò tutti intenda l’amor che li porla ‘ la Signoria nostra, per tenir uno suo orator apresso, maxime hessendo partitoci nostro vi era. Li fo risposto per cl principe brievemente, et fo comesso la expedition di quello dimandava a li savii di terra ferma, zercha uno maistro Manolli et alcuni fermenti tolti su una nave, quando sier Andrea Loredam capitanio di le nave la prese.
   Vene li avogadori di comun sier Andrea Zan-chani, sier Lorenzo di Prioli et sier Polo Trivixam cavalier, ai qualli fa comesso la expedition di le zur-rne di le galie di Barbaria ultimamente ritornate, patroni sier Filippo Trivixam, perbochè a le scalle di 1’ audienlia era pieno di questi marinari, cridava fusseno satisfati. Et li fo ordinato dovesse astrenzer li piezi et vender li soi nolli, et io Marin Sanudo savio ai ordeni, per esser in septimana, mi fu comesso tal cossa.
    Et perchè por li governadori de l’intrade era sta incanta el dacio dii vin, justa il consueto, e tolto per sier Marin di Prioli fu di sier Marco per ducati 75 mi-lia a l’anno, qual dato la soa chaTata, segondo il solito, fo prima el condutor dii dacio ballota in collegio et dato sacramento per l’avogador di non esser pregadi. Have 10 de sì et 8 di nò. Bisogna Riaver do terzi dii collegio et cazcte, et ilerum fo reìncantada.
    Noto. Fo expedite per 1’ hordine nostro muni-tion a San Lorenzo et a Monopoli, et come sier Tom-Lion rechiedeva, alcune tavole e legnami. Fo prova Jacomo Arian condutor dii dacio dii vin, tolto per ducati ut supra, et rimase ; et fono balotadi li soi pie-zi, a uno a uno justa il solito.
   Vene domino Cristophoro Alberigo doctor, ju-risconsulto, legeva a Padoa in leze, e dimandoe li-centia di partirse per andar a lezer altrove. La qual li fo denegata, exortandolo volesse lezer. Pur a la fine da poi la ebbe, e andò a lezer a Ferrara.
    Vene Zuam Alberto da la Pigna, al qual era sta dito volesse il signor suo far provisione si havesse li nostri 4000 ducati, si mandava a-Pisa, presi su el tenir di esso ducha apresso Grafignana, qual mostrò lettere dii signor suo, a lui drizate, come non voleva soportar ; havìa scrito a Fiorenza, et voleva far re-presaja contro di lhoro se non li rendeva. Fo per el principe ringratiato ; ma li danari erano za a Lucha rehabuti, come ho scripto di sopra, et non fo dito altro.
    Di Tranì. Lettere di sier Alvise Contarmi gover-nador, in materia di sali. Da Vicenza, zercha la expe-
dition di schiopetieri. Da Padoa, sier Beneto Soranzo podestà stava malissimo. lieta, da lo episcopo domino Piero Barozi, si doleva di sier Fantin da cha da Pe-xaro capitanio si voleva impazar in cosse a lui spelanti.
    Da poi disnar, fo collegio, et ridilli li savii tutti a consultar, e vene lettere di campo et di Ravena, et di sier Jacomo Venier da Marati che si escusava, concludeva nulla si faceva, et con pericolo ivi si stava, cargava etc. Non era venuto avanti, et che si voleva levar de lì, et tuor altra impresa nuova o di Mediana over di Castelcaro.
, A di 12 octubrio, in collegio, vene sier Bernardo 10* Venier di sier Jacomo, è provedador in campo. Venuto questa note dal padre, et insieme con sier Do-menego Venier fratello dii provedidor, disse come . andava quelle cosse e de chi era la colpa ; et li fo comesso non dovesse dir nulla per la terra sotto gran pena.
    Di campo, apresso Brixegele, vene lettere di si&r Piero Marzelo proveditor, et di Marati del Venier : conclusive quella impresa non seguiva, et quelli di Marati si voi levar e redursi con il ducha de Urbin, e levar le bombarde di la rocha. Et dii zonzer ivi di 100 spagnuoli, et che li contestabeli tutti dimandavano danari, et bono era pensar altra impresa.
   Vene l’orator di Urbin, domino Machario, con lettere dii suo signor, come vedendo le cosse di Ma-rati andavano malissimo, havìa terminato far consulto di tuor altra impresa.
    Da Rimano, dii secretano nostro. Di certo tratato scoperto de lì, menato per uno maistro Antiocho di Tiberti, medico da Cesena, contro il signor, qual hessendo a Belajere lo advisoe come suo fratello signor Carlo Malatesta, il conte Zuam Aldrovandin da Ravena, esso Zorzi Franco secretano nostro, domino Zuam Francesco Capo in Saclio, domino llenaldo Simoneta suo conseglier et altri voleano amazarlo, e tuor la terra per nome di la Signoria nostra. El disseli havìa una lettera zercha questo, la mostrerìa, dimandando per premio uno Batista Martinelli era lì, qual el signor promise dargelo. Hor considerato, la cossa, a Coniano fe’ poner le man adosso a dicto Antiocho, qual ha confessato il tutto, et non esser vero quello havìa ditto, [lem, come li Bajoni venivano in campo nostro, nulla se intendeva di lhoro. Et l’orator di esso signor di Rimano venuto in collegio, licei alquanto indisposto fusse, expose questo me-demo, etc.
    Dn Milani, di l'oralor nostro di 9. Come de lì se divulgava la conduta dii marehexe di Mantoa con la