MCCCCI.XXXXVHf, NOVEMBRE. 104 aviso di certa vallata presa per nostri. Da Verona dii recever di li danari mandali per sier Nicolò Foseari-ni da Mantoa. Da Ferara più lettere dii vicedomino zercha Manfoa, et quel signor dueha. ESser sta consejo, qual sta molto aliegro, non va a Tresenta. Da Brexa haver ricevuto la lettera di haver custodia di le forteze, qual zà da lhoro l’haveano facto prima recevesse nostre, et mandoe la poliza di le munition vi era in quelle. Da Pixa. Qui noterò il sumario di una lettera di sier Vincenzo Valier pagador; a mi drizata, data a dì 2 novembrio a bore 3 di note. Come quella matina a l’alba tornò una sua spia, quale mandoe perchè volca far una cavalcbata su quel di Lucha a la vituaria de’ inimici, et li disse come in quel hora era gionto in Val de Calzi misier Ambruoso di Pavia condutier dii signor Paulo Vitelli, con zercha homini d’arme 15 et balestrieri 60 e scbiopetieri 30, per imboscarse e prender lutti li nostri sacomani e contadini e bestiami che vano fora ogni zorno a quella volta. Et c m licentia di proveditori et governator fece comandar a quelli capi di balestrieri che erano sani, et più stratioti eh’ el potè, et fece mandar i bestiami fuora a quella volta al solito; et esso pagador se avioe con zercha cavali 300; et domino Filipo Albanese con la squadra sua de homini d’arme, e an-dono per la più coperta per meterse in arguaito in certe caxe e corti vi su una crosera molto a proposito ; ma la fortuna volse che in dite caxe Irovono zercha 80 fanti inimici, erano imboschadi ivi, che nostri nulla sapea, c combateno per uno quarto di hora, fono tutti presi feriti e morti -e svalisati tutti, et fono feriti tre nostri. Andono poi per trovar li cavali nemici, quali se relirono nel castello di Calzi ; si apresentono nostri lì et fono tirali assa’ colpi di archi-buso, e visto non poter far nulla ritornono in Pisa, e seguite che li sacomani et bestiami sono salvi. E tornato parloe con Zani da Siena conteslabele de li ili-mici e prexone di Francho dal Borgo; li disse che in campo era zonto un secretano dii ducha de Milan, qual dava danari a’ soi homini d’arme e balestrieri, ma da Fiorenza non ne era venuti ; et Paulo Vitelli era mal contentado da’ fiorentini, perchè el voleva li desseno una paga e meza el dia haver e lhoro ge prometeno dar una. Si tien il campo babi a levarsi fin do zorni e star a Librafata 3 over 4 zorni per consumar zerli strami sono de lì, poi anderano aio-zar a Bienlena e la persona di Paulo Vitelli voleva alozar in Vicho, ma per rispeto di la peste che zè, anderà alozar in Pontadera, e li altri in li castelli circumvieini. Nel bastion di Val di Serchio voleva lassar Marchuzo Salviali conteslabele fiorentino e Sanbrandan contestabile luchese, per haver più comodità di vituarie, con zercha fanli 300; in dito bastion facevano portar tinazi e bote assai da la vale per impirle di vino. Dem, sier Piero Duodo havia pur febre intensa e fastidiosa ; sier Domenego Mali-piero da do zorni in qua non havia più febre, et quel zorno era levato suso, et che li tre quarti di la terra e dii campo era amalati ma podio morivano. Ilavia fato retegnir el dito Zuam da Siena ; sperava contracambiarlo con certi citadini pisani qualli erano in le stinche di Fiorenza. A dì 7 novembrio in colegio nulla da conto. Vene lettere di Sibinieo di sier Arseni Diedo conte, el di sier Marin Moro conte a Spalato, come quelli citadini pregava la Signoria dovesse poner in la co-mission di l’orator nostro, si mandava al Turcho: il dolersi di certe anime menate via noviter da’ turchi a’ lhoro circumvieini, et veder di rehaver quelle. Da poi disnar fo consejo di X, per esser il zorno lhoro ordinario. A dì 8 ditto, vene domino Urbam orator di Monterà, qual expose certe cosse secrete. Tulli fo mandati fuora licei non vi fusse li cai dii consejo di X; credo sia a visi di Franza. Vene sier Francesco Zigogna venuto rector e provedador di Cataro, et referì sapientissimamente primo il sito di Cataro qual è ingolfado 18 mia in mezo di la Bossina e Servia; el castello forte mal custodito : vi è castelam sier Andrea Capelo, va per tutto a ducati 7 al mexe solamente : l’opinion sua saria non ussisse di castello, et havesse ducali 10 al mexe, e fusse azonto qualche paga di più, et che a li fanli di la terra quali custodize le mure li avanza molte page. Et come el Turcho confinava propincho a la rocha per le raxon dii Zernovich di la Montagna negra. Iiem, di la cossa di Zupa fo gran dono a li citadini di Cataro per l’intrade, la qual rebelion processe da 4 giotoni, quali fono bandizati perliò per il consejo di X. Ilem, che il sanzacho di Seutari Feri-sbeì eh’ è homo da ben, ma quello subaslach gover-nador di stato fo di Zernovich.è cativo eie. fe’ alcuni dani a le ville di Cataro. Si scrisse et fe’ restituir parte del danno. Ilem, voria li ducati 350 dona la Signoria a quelli di Cataro, et che la muraja starna ben a la cadena al principio di quel colfo, dove ste-no li stratioti: si spenderà ducali 100. Ilem, Gitaro conclude esser fortissima et inexpugnabile, non poi acamparsi campo a torno; e che li turchi di Castel nuovo per non poter far senza la terra di Cataro convicinano ben. Gitaro è ben populado, ha bon ani-