875 MCCCCLXXXXIX, LUGLIO. 876 e danna quella forteza si fa a Trau; et mandono a la Urana Nicolò Bochari capo di stratioti con 100 ho-meni. Da Montagnana, dii signor Curio Orsini, conte di VAnguillara. Dimanda a la Signoria voria aver la ferma di la conduta. Di Castel franco, di sier Piero Orudenigo podestà. Come havia fatto comandamento a domino Tuzo di Costanza andasse iif Frinì con la compagnia juSta i mandati di la Signoria nostra, a obedientia di sier Andrea Zanchani provedador. Rispose anderia subito. Da Vegia, di sier Piero Malipiero conte, di 18. Come ne l’armar la l'usta conduta lì per Thodaro da Retino, con lettere nostre, che con presteza sia armata sotto el ditto patron, non volseno quelli di Veja armarla dicondo non esser obligati, et mandano qui a la Signoria uno lhoro orator Bernardo di Brecha. Veneno li do oratori di I’ranza e presentò una lettera dii re data adì 24 zugno a Castel Romoranlino drizata a la Signoria nostra, con la mansion consueta ai nostri carissimi et grandi amici el doxe et la Signoria di Veniexia, e in fin di la lettera dice carissimi e grandi amici Dio ve guarda in la soa bona gra-cia. Avisa sguizari prosperar contra il re de’ romani, et prega bisognando ajuto a’ ditti sguizzari la Signoria nostra lo voglia dar, et che fin 8 zorni saria a Lion ; la qual lettera era in francese. Poi monsignor di Beumonte parlò : come sguizari erano ajutati dal roy, e perhò voria la Signoria li ajutasse, acciò il re ile’ romani fusse impazà contra di lhoro sguizari, perhò che esso re havia zerchà di meter mal al roy di la Signoria nostra, dicendo que-la tien dii suo stado, et questo per via del duca di Savoja, dii ducha di Austorlich et dii ducha di Lorena; et fin do zorni dirà più apertamente o quando piacerà a la Signoria. Poi dimandò risposta di la proposta ne fece. Et esser passa li tre zorni, e il roy solicita e li targa che non ha presto risposta, perhò prega la Signoria si risolva, perchè zà era consultata | la cossa nel suo consejo. Et esser bon tempo a tuor l’impresa, perchè il re de’ romani era impazà con sguizari, et il roy è in paxe con tutti, et spazerà presto in tre mexi, et poi potrà sua maestà ajutar la Signoria contra infedeli. Et che di l’armata dii Tur-, cho el roy sapea per lettere dii gran maistro di Rhodi; per tanto à deliberato omnino tuor al presente l’impresa ; e tuttavia monsignor di Ghigni capetanio è venuto di quà da’ monti e altre zente, e disse tutto il mondo vien di quà di monte, sichè pregavano la Signoria rispondesse. Et il principe scusò non li ha- ver risposto per esser sta feste, per el zorno di nostra Dona ; et si havia ateso a spazar l’armada si fa contra il Turcho, el qual à gran potcntia, danari, zente,. obedientia, più di signor dii mondo, et havia corso sul nostro a Zara, fato gran crudeltà; et che al presente si consejeràe se li risponderia. Et lhoro soli-citò di ha ver la risposta. Vene lo episcopo orator di Milan exponendo el suo signor voria poter trar feri, pregando 1^ fosse concesso. Li fo ditto non voler. El fo balotato ducati 200 per uno, a li proveda-dori vanno in la Morea e a Corphù, quali vanno con le galie grosse. Intro li cai dii consejo di X, e mandati tutti fuori, spazono la cossa dii sai si ha da a Milan, insieme con li provedadori al sai, dii qual sai è segurtà Ambruoso da Corte. Item, expedito lo arzicpiscopo di Durazo, va a Durazo. Et el principe fece chiamar dentro nui savii ai ordeni, ordinandone dovessemoandar a far la zercha di le galie grosse di Fiandra con ampio mandato ; et io Marin Sanudo per nome di altri dissi era oli-rio di executori, lamen per amor di sua serenità era-mo contenti di andar; et cussi tre di nui andassemo, e ser Zuam Trivixam fe’ la mostra di fanti. Item, li executori mandono a tuor 100 homeni a Chioza et per le contrade a Murati, Mazorbo, Bu-ran et Torzelo ; et queli di li tragetti non voleano andar, pagava un homo. Da poi disnar fo collegio. Ma prima in questa ma-tina sier Piero Duodo q. sier Luca vene in collegio, et offerse dar a la Signoria la sua nave di bote 500; il principe li rispose si vedaria. Vene molte lettere ozi, qual fo lete. Da Trani di sier Alvise contestabile governador voria munition da Monopoli. Da Trau di sier Lorenzo Corer conte, dii 16, dii partir di la galia armata. Da Retimo di sier Francesco Longo reetor, manda l’inventario di le monition è li, in execution di la parte. Da Corphù, 342 * I vechie replicade, venute per via di Trani. Da Recanati, la qual non fu letta, è cosse particolar. Da Mo-don, dii provedador Pexaro, vecchia, scrive haver di 11 mazo di Gandia di uno explorator, vien da la porta, preso de lì, et scrive cussi esser exploratori dii turcho in Cypro et in la Morea. Dii conte Zorzi Zernovich, qual è in questa terra. Fo leto una lettera. Si offerisse andar a Cataro, metter luogo e fiama su quel dii Turcho, per haver gran seguito su la montagna negra. Da Fdtre, di sier Mathio Barbaro podestà e capii ino, di primo. Zercha nove do’ sguizari, e dii