417 MCCCGLXXXXIX, FEBBRAIO. 418 si provederà, ma non bisognava mandarlo solo ; et la Signoria nostra havia tolto l’impresa di qua con-tra fiorentini per divertir ; quanto a li strami e feni li piace ; et si scriverà a li proveditori li dagino li danari per tenir li signori di l’acordo, non si farà nulla senza llioro saputa. Et poi Lucia di Lanti, terzo ora-tor, disse si doveva partir e ritornar a Pisa. Vene Alvise Sagudino secretano in collegio, venuto di Siena, ma nulla referite di quelle cosse per non esser d’importantia, nè più referite. Da Milan dii’ orator, di 6. Come de lì è nova el marchexe di Mantoa cavalchava di prossimo, et esser sta diliberà il campo de’ fiorentini, strenze Bi-biena, qual speravano di averla, et poi andari» stren-zer Pisa. Item, esser zonto lì a Milan el fiol primogenito di la madona di Forlì, chiamato signor Octa-viano. Da Zenoa dii secretano, di 3. Come il comissario dii ducha li havia mandato a dir non voler.scriver al ducha quello promisse di far et lassa il cargo al governador, qual lui era sta quello ha dato la Iicen-tia; et questo ha consultato insieme col governador; et lui secretario si à dolto, e in tutta quella terra non si parlava di altro; quelli di Campofregoso ju-bilava sperando per questo far novità. Item, per do cause li dete licentia : l’una per far piacer a’ fiorentini, l’altra per levar 1’ ajuto esso secretario deva a’ pisani, et che de ccelero il governador solo impedirà non vadi più vituarie de lì a Pisa. Item, voi armar de lì 3 galie, oltra le 2 sono et 4 vien da Napoli ; dicono voler far assa’ cosse. Item, à ricevuto lettere di la Signoria, che va a Jeviza, zercha la nave Marcella vadi a Corfù, quale subito expedirà. Da Ferrara dii vicedomino, di 5. Come era ritornato uno messo dii ducha, stato a Fiorenza. Avisa tre cosse, qual lui le sapea per bona via, et haver referito al ducha : fiorentini non hanno il modo di trovar danari e tutti crida ; Fracbasso e li Vitelli sono in odio ; et di Vitelli si parla in Fiorenza che hanno lassato andar il sig. Carlo Orsini di Montalom e che lo poteva prender ; poi à promesso el signor Paulo a’ fiorentini più cose, quale non li havia atese. Prega esso vicedomino si tenga secreto : harà di altre cosse. Da Brexa di reclori, di 5. Come hanno trovato 190 mulli, con lire 30 di pizoi per uno a nollo, qual li mandò verso Ravena. Da Rovere di sier Nicolò da cha da Pexaro podestà, di 6. Come ha nova sguizari haver fato acordo con le zente regie et vanosi disolvendo ; et man-doe una lettera abuta dii castelan di.... che, tra le altre cosse, avisa va esser de lì via uno messo dii mar- I Diarii di M. Sanuto. — Tom. II. chese di Mantoa leva 500 schiopetieri, dice perchè la Signoria li vuol tuor certa aqua. Da Padoa di rectori et di sier Francesco Fosfuri el cavalier, di 7. Dii zonzer lì dii conte di Pitiano, honorato assai; il podestà li andò contra, et esso conte vene poi a visitalion dii capitano sier Luclia Zen era amaialo ; et disse : « Poiché la Signoria non voi vengi a Venecia, voglio dir come vado di bona voja e di bon animo e prometo viclorìa : so li paesi tutti sono stati solo de mi, voglio le provision presto e le vituarie e fanterìe non manchino, et si fazi uno gran forzo ». Et sopra tuto accelerava la celerità in tutte le cosse. Dii conte di Pitiano a la Signoria nostra di Padoa. Scrisse una bona lettera dii suo zonzer lì a bore 22, e doman partirà per Chioza, con cuor, fede, animo e speranza come è stato sempre ; voi vincer, voi fantarie et non bisogna sparagno, el la Signoria poi vederi» quello luì farà. Li lo risposto una optima lettera che non si mancheria, et andasse di bon animo. Fo dità la lettera per Gasparo. Da Ravena, di 6. Come domino Antonio di Pii condutier nostro era ivi venuto, slato a Castel Delze ; et che ’1 conte di Sojano vocia danari, e voi perder il sialo prima che lontanarsi di la Signoria. Item, farà redur li conduttori insieme, zonlo sarà lì el conte di Pitiano ; et si dice inimici fano fanti 4000 e guastano le strade, et stratioti di Castel Delze esser ivi venuti, dimandono danari, et Domenego Busichio lhoro capo vien qui, lo ricomanda a la Signoria. Item, Marco di Rimano è zonto con GO compagni, va a Rimano a far il resto ; Schiaveto arà pur la soa compagnia, ma Zuam Mato non ha nium, aspeta li soi caporali vien di brexana, et li fanti non voleno andar in campo per non esser guadagno di bottini. Item, le zente, sono lì, dimandavano danari: Et per un’ altra lettera pur di ditto zorno. Come le zente erano fu-gade per la fame, et esser sta morto uno citadin di Castrocaro tornando da Forlì, chiamato Cortize, et fo da qualro stravestili asallado e morto, si dice di voluntà di la madona di Forlì perchè era contrario 1C8‘ a lei, et à impegnà dicto loco a dieta madona. Item, in Forli non vi esser forestieri ; tien le porte serade salvo una, dubita di le nostre zente è li a Ravena, et il signor Antonio Maria di Ordelaphi dice voria far fati per haver pratiche dentro. Item, esso podestà havia ricevuto nostre lettere fazi provision per le cosse in campo, per lui non mancherà ; et in quella hora era zonto barche di monition. Da Castel Delze di sier Jacorno Venier, di 2. Come era venuto lì uno nepote di l’Alviano stato pre- 27