181 MCCCCLXXXXVM, DICEMBRE. 182 passalo, havia scrito lettere de la Signoria nostra in la materia di misier Zuane, el qual era rimasto sati-slato. Eliam, per lettere dii suo Simon da Grumo de qui, si duol di Lodovico da Yilmerehà el qual ha 15 curaze che era in campo nostro rimasto, et li proveditori li havea posto soto Jacomazo da Veniexia. Da novo da Fiorenza esser sublevate tre parte; una voi introdur i Medici dentro, 1’ altra voi rafermar il slato in pochi, la terza per il ducha di Milan relevar Lorenzo di Medici per capo. Item, il ducha di Milan volea il signor Zuane cavalchi, zoè la condota di domino Alexandro suo flol, tra Empoli et San Miniato ; et li 50 homini d’arme cresuti sono reduti in cavali lizieri, et sarà capo domino Carlo de Lagratis. A Fiorenza voleno far levar le zente di Paulo Vitelli da le stantie verso Fiorenza per farle venir o per custodir la città o farle unir in campo, el qual volea ducati 20 milfa, et fiorentini hanno dimandà impre-stedo ducati 15 milia a misier Zuane Bentivoy. Item, se ha per fiorentini lo acordo trama il ducha di Fe-rara con la Signoria zercha Pisa, et che si la Signoria non si acorda, sono fiorentini costretti a mandar a dimandar carta biancha ; hanno scrito a Milan ampiamente che li ajutano. ilem, consiglia non si meta la cossa nel ducha di Ferrara, hessendo grimaldello dii ducha di Milan, et esser la balestra apresso la noce, et trato meza volta dii molinello che già a segno scharcherà, et una bona guerra voria far per opinion soa. Fiorentini dete ducati 4000 a Paulo Vitelli; li ace-ptò, poi disse non volersi muover se non havea de gli altri, e pur son tutti partiti per Casentino, e vano eliam le zente di domino Alexandro Bentivoy, credono, avanti sino a Fiorenza trovar novo slato. Item, esser passato de li do oratori yspani vano a Roma ; son sta honorati da rnisier Zuane; conforta a favorir fiorentini, pur sono burle spagnoile ; e passò de lì alcuni schiopeteri partiti di Rezo vano in Lombardia, e de lì si straparlava dii ducha di Milan et la Signoria si sublimava, e il vulgo va sempre drio la bona fortuna. Dn Modon di sier Lucha Trum synico nostro. Vene do lettere. Una di 29 octubrio, come a dì 9 partì da Cort'ù con il coleg'a sier Piero Sanudo dove feno molti beni per quelli popoli e subditi nostri, el il Sanudo andoe a Nepanto e lui a Modoni ; passò per il Zante dove dismontoe per caxon uno subassi dii Turco dimandava a sier Nicolò Fero proveditor alcuni carazari erano lì in prexou retenuti ; et esso synico andò dal subassi col proveditor et confessoe questi non esser quelli et esser sta instigato, sichè sono lassati di carcere. Per l’altra lettera di 2 no-vembrio data pur in Modom, zercha certe specie di uno Agustin di Vacino zenoese, qual have licentia da quelli rectori di condurle lì et trazerle pagando so-lum ducati 2 */a per cento; qual venuto havia di-scargà colli 40, et uno altro portò colli 70 di Alexandria e li volea trar per Costantinopoli, unde fusse devedato tal cosse per legge ; havia fato poner ditte specie sotto bolla, fino liavesse ordine di la Signoria nostra. Di domino Job, oralw dii signor di Faenza. Ve* ne una lettera dimandava licentia di repatriar, et voria la expedition di Dario di 1’ Aquila contestabile deputato andar a Brixegele. Vene li do falconieri dii re di Franza ; e toehaloli la man per il principe, si partino con Morgante et li 60 falconi, et li fo dato al ditto corier per spexe ducati 110. In questa matina, atento che per lettere di sier Vetor Bragadin conte di Sibinico et per uno orator qui la Signoria nostra era solicitata a mandar certe munitioni in quella terra, et cussi castigala la poliza, per l’ordine nostro fono balotate. Da poi disnar fo gran pioza. Li savii si reduse in collegio et consultono la parte di far pagar li debitori de le dexime. A dì 8 dezembrio. In collegio non fo il principi'. Vene Piero di Bibiena et portoe una lettera abuta da la sorela, di primo. Di Fiorenza a lui drezata, deprimo di questo. Come havia scrito Paulo e Vitelozo Vitello erano iti in Casentino ; ebbeno ducali 4000 poi ne volse altri 6000 quali Jacomo Nerli li dete de*li soi ; poi volse 3000 fanti quali promesse mandarli indriedo immediato, et sono reduti tra Prato Vechio in pieve di San Stephano e Arezo el Pisa; non potenohaver fanti paesani per non se fidar ; hanno manda a Bologna Francesco Nerli orator a dimandarli, perhò voria la Signoria rimediasse a questo perchè misier Zuane Bentivoy par non vogli darli. Item, la fama esser publica con lo acordo si fa a Ferrara, et il ducha scrisse a Fiorenza la solicitava 1’ acordo ; et manda-ria per un’ altra le conditione con le qual si dice si farà, zoè le particularità, et conclude la Signoria la desidera, ma aricorda si-lazi a modo dii bon sarto che misura assa’ fiate prima che taglii. Item, non farano l’acordo senza cargo di la Signoria, et pisani poi resterano mal perchè non cercheno altro che nostri si disbrazi per poter eie. E farano cosse nove. Et il ducha di Milan et fiorentini haveano zà do me-xi praticha in Pisa, maxime per quel conte Alberlin