371 MCCCCLXXXXlX, gennaio; <175 stili Barbo et io Mario Sanudo savii ai ordeni fono .mandati a levarlo a San Zorzi, et vene publice in collegio ; et sentalo apresso il principe, disse come lui havia fede granda a questo stato e voleva esser servo et dimandava la sua conduta ; et li fo risposo per el principe come ringratiava di la bona voluntà havia , ma biasemava ben il fratello, et che la cossa sua è frescha, qual non doveva far quello fece a questa Signori;.!; et quanto a la conduta si consejeria. Et rispose esso signor Zuanc come di quello havia fato il rriarchexe havia auto molto a mal, et sapeva ben sier Nicolò Foscarini et’ sier Zuam Paulo Gradenigo erano tunc a Mantoa et de li avisi a loro li dete. Da Castel Delze di sier Nicolò Venier, di 22, 23 et 24. Come inimici fevano uno bastiori dove nostri fono a le man, sichè sarà dificile l’andata più di le vituarie. Et havia ricevuto lettere nostre, li ordinava mandasse socorso; et erano tornati Piero di Medici et Morelo condutier dii ducha di Vergareto et misier Delze comissario homo praticho, et haveano concluso scriver a sier Piero Marcello a Bibiena mandi di qua o l’Alviano o l’Orsino ; et cussi haveano scritto, e mandoe la copia de qui, et scrive brieve per dubito non sieno intercepte, e questo perchè uno messo dii signor Astor Bajorn portava lettere fo impichato a la Pieve. Il magnifico Piero à prestà ducati 300 et impegna li soi arzenti, perchè lui non havea danari, et questo per esser creditor ducati 53 ; lui provedi-tor per il conte di 2000 ducati ultimate mandati. Et che ’1 bastion fa inimici in do dì sarà fato, e con 100 fanti lo guarderà; -et nostri haveano 400 fanti a Vergareto; et inimici è ingrossati più di 1000 fanti; et havia mandato uno suo a veder altre vie. Et per le lettere di 24 era venuto Maldonato e Malmignato stati presoni a la Pieve erano contestabili nostri, presi in Migliano ; li lauda assai, e dicono tre volte ribatè inimici e li butò da le mure, et do tristi fanti li lassò intrar : dicono Marco di Santi esser mandato a Civita di Castello perchè fiorentini non lo haveano potuto haver da li Vitelli. Et inimici havia fato el bastion e tajà le strade; adeo non si poi più andar per quella via, tamen ne resta un’ altra. Dice dii trombeta dii Vitelli venuto ; et la lettera di 23 non fu leta, credo fosse qualche trama con Paulo Vitelli, la qual fo leta con li capi di X; et eliam Astor Bajom scrisse una lettera a la Signoria. D i Dnlzigno di sier' Piero Nadal conte e capita-nio, de 15 novembrio. Zercha Ferisbech sanzacho di Scutari, qual li ha scrito voi venir a parlarli per raxon di certi confini; et par vogli meter novi termini che saria la mina di Dulzigno, e intravidi certo voyvoda. Et fo leto una poliza, che era uno capitolo di Corfù di 10 zener, per uno da Corfù scrito a sier Andrea Zane da Santa Maria Mater Domini, zercha uno schiavo che uno turcho li dovea portar da Con-stantinopoli, e dice il Turcho facea grande armata contra re Fedrico; et colui scrive è di Otranto: conclude l’armada turchescha ussirà. Da Costantinopoli di sier Andrea Oriti, data in Pera a dì 20 novembrio. Le cosse di qui piutosto se incalma che altramente, ne la ingieta non vedo vadagno certo ; quasi dicat Tarmata si facea lentamente e l’ussita sarà dubiosa. Et come el magnifico Ferisbei havia mandato 151 una lettera al Signor, con quella li mandò a lui la Signoria nostra ; dicendo si provederà, et havendo li malfatori in le man si puniria ; et turchi diceano non voria la condition a mantenir bona pace, et crede replicherà lettere; et noviter esso Ferisbei abuto • il governo dii paese tenia il Zernovich in Albania. Item, esso sier Andrea Griti voria li nostri rectori ben confinasse con lui, e con Sanzach bei, e li a Costantinopoli, et scrive di la nave Permarina nostra fu presa per corsari, carga di formenti, come havia inteso per lettere di 8 novembrio da Syo. Item, uno Scanderbech era sta fatto sanzacho di Bossina che era gran dignità. In questa matina fo divulgato a Modon esser morto sier Anzolo Gradenigo era castelan e prove-dilor nostro, tamen non si havia lettere in la Signoria ; et poi vene dita nova esser vera. Da poi disnar fo gran consejo, et collegio non si reduse. A dì 28 zener in collegio, da Ravena di sier Lunardo Zustignam podestà, di 25. Come era venuto do caporali di Zuam da I'eltre ivi, dicendo la compagnia esser levata per non haver danari ; dei inimici non ha altro si non se ingrossavano, et havia ricevuto lettere di la Signoria li scrivea non sia ta-jato le pignete, perchè pur soldati ne tajavano. Et avi-sa esser sta tajà fin qui 200 pie, et provederà non si tagli più; et circa il bosco di San Marco, dove è le legno, eliam sier Zuam Paulo Gradenigo da Ravena scrisse, et de alcuni condutieri nostri ivi erano alo-zati, le qual non fono lete. Da Castel Delze di sier Francesco Venier pro-veditor, di 25. Come havia ricevuto nostre lettere, con quelle andava al ducha di Urbin et a 1’ Alviano e 1’ Orsino ; et erano gran imbrogii, conforta de cce-tero si scriva in forma de’ brievi. Item, la Signoria li manda ducati 3000, tamen fu 4000, per mandar a Bibiena et altrove, et che li homeni comandati dii