MCCCCLXXXXIX, MARZO. 548 ducha di Ferrara, l’oralor di Napoli, do oratori de Mila», do oratori fiorentini, l'orator di Monferà, l’ora-, tor di Rimano e domino Marco Malipiero comanda-dor di Cipro, li procuratori e consejeri, quali vanno uno consejer e uno procura tor, el signor Borso da Corezo, el signor Hercules Col di ’1 signor di Chama-rin, l’orator di Ferrara, domino Aldromandino e mi-sier Zuan Lucha di Petremolo; et l’ora tor di Urbim non fo invidato per non si cieder con Monferà, ma fo termina invidar un zorno uno, un zorno l’altro. Et cussi fo dito messa, e dato l’olivo e do palme bele una al doxe l’altra al duclia, et andono Cuora a la procession. Da poi disnar Co prcdichato, vene il ducha etc. Et predichoe uno predichava a San Zane Polo di natione fiorentino di quel bordine chiamato — Et essendo el principe a la predicha vene molte lettere di Roma, di. 19, et altrove, tamen poi el collegio non si redusse. Et è da saper edam ozi è il Perdoni a San Zuam Crisostomo, sicliè è stato do volte questo anno in questa quaresema ncscio quo modo, et il sabato santo e quello di servi, qual ozi vene il brieve, et Co a requisitiom di sier Hironimo Donado dotor ora tor nostro, lo qual lo bave dal papa. Cerimorie fate in la publicaiion di la lùja. A di 25 Marzo. Luni santo Co il zorno di In non-ciation di nostra Dona. Prima Co conzato sopra la Caza di la chiesa di San Marco con stendardi de doxi e capetani zenerali, pani d’oro e olivi, et li pani atorno la piaza come si fa el di dii corpo di Cristo, et la faza dii palazo fu conzà con banchali e tapedi, tutta con belissimo bordone e artificio; e tutto di robe di mastro Stephano strazaruol, sta lì in piaza : a veder è tutte cosse line e mai più non fu conzato a questo modo, adeo era belissimo spectaculo a veder. Eliam fo conzo a l’incontro da la banda di le hostarie e atorno la piaza con lavrani, erbe et olivi mandati a tuor tino inCaod’Istria; et era questi stendardi dii serenissimo misier Thoma Mocenigo doxe, mi-sier Piero Mocenigo doxe, misier Zuam Mocenigo doxe, sier Piero Loredam fo zeneral, sier Jacomo Loredam fo zeneral, sier Pantaleon Loredam fo zeneral, sier Frindam Oriti fo zeneral, sier Vetor So-ranzo fo zeneral, sier Antonio Grimani fo zeneral, sier Vetor Capelo fo zeneral, sier Jacomo Marcelo fo zeneral, et quello dii principe presente. Or il ducha di Ferrara vene con li zenthilomeni, li fo mandati ad levarlo, e dismontò a le coione, et il principe con li oratori et senatori, come dirò, vene zoso dii palazo e ussite per l’altra porta mostrando andar contra il ducha, e cussi veneno con assa’ trombe avanti et li pifari e trombeti soi per la piaza vedendo quel belissimo aparato. Et introno in chiesia : era il prìncipe vestito di restagno con uno manto di restagno di sopra’ fodrà di varo e il bavaro di varo. Era in piaza innumerabel populo, adeo non si poteva passar ; et fo dito messa per il patriarcha, era G episcopi con mitria ; e compito la messa passò le scuole in processione : prima la Carità, San Zuane, la Misericordia, San Marcho e San Rocho : li /rati consueti con reliquie di santi e le scuole con umbrele et an-zoli con arzenti in mano, e assa’ batudi e li frati aparati in forzo con arme dii re di Franza et San Marco e dii principe, perhò che fo ordinato per li cai di X non fusse fato in le scuole soleri etc. Tamen li frati minori feno tre soleri, San Dyonisio eh’è il patroni di Franza, San Marco et la justicia-, con lettere diceva Venetia. Poi veneno la congregation di preti e il capitolo di San Marco e calonegi, poi comandado-ri, scudieri del principe, canzelieri etc. poi do episcopi con nutrie bianche et 4 arziepiscopi con mitrie d’oro, zoè quel di Durazo, di..., di Torzelo e di Spalato, et poi il patriarcha aparato con la mitria dando la beneditione avanti : demum il principe in mezo dii ducha di Ferara, qual era vestito damaschin negro sino in terra e una bareta di veludo in capo, et di 1* orator di Napoli vestito di veludo cremesin con una cadeua al collo, poi li do oratori di Milano el vescovo di sopra e domino Leonardo Bota : li oratori fiorentini vestiti di veludo cremesin a manege ducal fodrà di lovi con bechi di veludo su la spala, l’orator di Urbim vestito di veludo negro, l’orator di Rimano di veludo negro, domino Marco Malipiero comandador di Cypri .di raso negro, signor Borso da Corezo e quel da Chamarin, li consejeri e procuratori, zoè sier Nicolò Mozenigo, sier Fedrigo Corner, sier Nicolò Lion, sier Domenego Moroxini o sier Antonio Grimani vestiti di scartato, e li consejeri di veludo cremese, poi li cai di 40, li cavalieri vestiti d’oro, sier Marco Antonio Morexini vestito d’ oro con un manto damaschin bianco con una coladena, el qual era consejer, sier Zorzi Corner vesta e manto d’oro, zoè di restagno, sier Marco Dandolo vesta d’oro, e poi il resto di patricii per etade molti vestiti di seda e il resto di scartato, et fono gran numero. Et ussiti di chiesia driedo la procession come fono el principe a la piera dii bando, la (piai è di porfido, si astaloe, et ivi fo publicata la liga, per Batista comandador, qual era vestito di seda, et per Gasparo Dalla Vedoa. Ledo, la qual sarà scrita qui soto, et