30!) MCCCCLXXXXIX, GENNAIO. 304 Da Napoli dii consolo di 22. Come a dì 17 partite il re per Apruzo ; la raina stava bene ; le galie per Zenoa non parte, e quel pisano per nome de i Doria non solicitava più, lamen par a hora il ducha de Milano solicita siano mandate. Da Ravena dii podestà, di 13. Dii partir quasi tuta la zente d’arme, vano à lhoro alozamenti causati da la fame ; vano a redosso mostrando di beverar li cavali, e le robe la note transfurano con aiuto di villani, quali li piace per cavarseli da dosso, e in frotta più di 500 cavali è partili ; ha fato comandamenti nulla li à valso ; li à manda driedo ; non esser resta li cavali 500 in luto, et sono venuti a menar li cavali in corte dicendo non esser che viver. Lauda Zuam Pau- lo Manfron esser rimasto con li soi verso Castel Delze, nè ha voluto mai nium si parli di campo ; di altrove nulla ha di novo, ni di Sojano. Di sier Jacomo Venier da Ravena, di 3. Come doman zonzendo Alvise di Piero suo secretario, vien de qua, l’altro si partirà per Castel Delze. Lauda ha-ver de celerò fanti oltramontani et non più italiani, perchè ni fanti ni zente d’arme non hano fato il dover suo, e inimici senza danari haver fato assai, e la Signoria' nostra haver speso una tarpeia. Lauda ale-mani e spagnoli. Di V Averna, di l'Alviano, di 30, al proveditor Venier drízate. Solicita se li mandi la provisión e il 124 ' socorso di vituarie e almeno vengi fanti buoni e danari per desviar li fanti de’ inimici. Item, non sono venuti a Mignano, ma fano preparamenti di vegnir o lì o a Montalone o a Mignano o a Monte Cornaro. Item, eri di note inimici li rupeno il molin di Chius-si et Montelone ; non hanno molini, sichè è forza di combater ; voi zente perchè avendole faria de’ belli trati che ha per la mano ; voi far sentir bone nove che inimici sono al verde. Di Castel Delze di sier Zuam Paulo Gradenigo, di 30 drezate al proveditor Venier. Come quel zor-no era stato in consulto con il mag.° Piero e li altri. Hanno terminato di scorsizar per li monti per dimo-strarse a li inimici, et le compagnie diceano esser 10 zorni che li cavali non haveano abuto biava, pur la matina monterano a cavallo a questo efecto, che sarà cossa utile. Da Bologna di Antonio Vincivera secretario. Qual fu leta. Poi di Cataro di sier Francesco Querini proveditor, qual per le facende non fo leta. lntrò li cai di X, et fo lecto alcuni avisi abuti da Monferà. In questo zorno per la terra fo divulgato una nova veniva di Puja : come era lettere di 1.° novembri di Alexandria, come Capsom barba dii soldam homo di anni 37, bello homo, havia amazato ditto suo nepote soldam con un pugnai et si havia fato soldam, et come per suo consejo prima il soldaneto mandoe la vesta a Chartabei Lachmar signor di Damasco con la qual lo tosegoe e morite. Ilem, voleva facesse pace con el diodar grando; lamen si ha lettere di .2 di Alexandria di Alvise Mora che nulla dice di questo, unde si tien non sia vero. Noto. Benché questa terra fusse in guerra, lamen per le bone provision in la terra non fu carestia, et in questo zorno in fontego di San Marco e di Rialto era stera 25 milia. È da saper che al presente le decime al monte nuovo et vechio una per l’altra non si scuode ducati 23 milia, et lamen si dia scuoder questo nnmero zoè per le caxe ducati 21 milia, per le possessione di fuora ducati 16 milia, per l’imprestidi durati 7800 e per le merchadanlie ducati 10 milia, che saria in tutto ducati 54 milia per decima, senza quelle di preti. Concludo, la terra è streta. Da Bologna dii secretano, di 30. Come era venula lì la nova di la rotta di nostri in Casentino, poi vene letere di domino Hanibal Bentivoy per le quali se intese non fu tanto. Ilem, el conte Hugo esser lì relegato, zoè quel di Sanseverino sta con il conte Nicolò Rangon ; et che ’1 ducha de Milan havia promesso lassar per queste feste il conte Guido Torello. Ilem, voi domino Alexandro Bentivoy cavalchi a l’incontro de’ nostri. Ilem, la compagnia di domino Zuam non passò Pessa, era mandala contra la zente è a Pisa. Ilem, Marco Antonio Torello, fo fiol di A-morato, ha 15 curaze con Paulo Vitelli, è venuto lì a Bologna ; si voria conzar con la Signoria nostra, et dice haversi operato ai servicii in favor di Rossi. E come zente di Frachasso, passavano per lì, ritornano in Lombardia. El ducha di Milan havia mandato de lì a far comandamento non li lassi passar più niuna sua zente, vien di Toschana in Lombardia, et cussi è sta exeguito. A dì 6 zener fo il zorno di la epiphania. El prin- 125 cipe fo con li oratori in chiesia et udite messa, poi si reduse la Signoria et li savii in collegio a lezer le lettere e consultar qualcossa. Di Bibiena di sier Piero MarzeUo, di ultimo, tenuta fin a di 1° Come era venuto lì 1’ Alviano, e consultato col ducha e Juliano de Medici zercha mandar altri fanti a 1’ Averna, quali sono amalati per li desasi patiano, et voria alemani ; non fu posibile farli andar, et che li dicti con li stratioti faceano di gran mali in quella terra. Ilem, inimici dieno andar a Mignano ; lhoro a Bibiena atendeano a far reparì