GG3 MCCCCLXXXXlX, MAGGIO. (¡64 Constantinopoli acciò apri le ledere di Coiistantiiio-poli trovandole, et cussi quelle che sarà drizate a Zacharia di Freschi secretario nostro. Ilem, se li dà ducati 10 milia per le galie, et pagar quelle sono state a Pisa. Itera, tornesi per Corfù, Modom, Co-rom e Napoli di Romania. Itera, observi la parte di contrabandi, che non siano divisi, fino ahi ordene per pregadi. Itera, procuri mantenir la pace, have-mo col Signor turcho. Itera, debbi punir li corsari turchi e altri come, li par. Itera, |iossi retenir ogni nave, galie grosse, navilii, etc., come li par. Et cussi non hessendo contradita, have tutto el consejo. E1 qual capitano era in galia a Santo Antonio, et io fui in questa sera a tediarli la man ; partirà doman a Dio piacendo. Ilem, fo posto, per tutti i savii sopra seriti, uno capitolo seperato, che andando 1’ armada turchcsca 262 in l’Arzipielago ai lochi nostri recomandati a far in-cursion ; non si debbi mover, ma volendoli pigliar debbi notificar al capitano facea contra la paxe nostra, et potendo, far non li togli, debbi far il tutto per conservation di l’Arzipielago. Et cussi senza contrasto fu preso ; et fo dilto non si lezeva le polize di le nave per l’hora tarda, et fo licentiato il consejo con gran mormoration di tutti. Copia ni una canzone fatta in Fiorenza CONTRA VENITIANI. Viva, viva el gran marzocho Che già mai non vera mancho Or eh’ à abuto el foglio bianche Dal coglion San Marco alocho. S’io diceo: egli è fallilo, M’era dito : tace tace, Che di; or che 1’ ho chiarito E che m’à chiesto pace? Disse: fa quel che ti piace E in mano me diè lo stocho. Viva, Viva. Se San Marco à testa e borsa, Altri à nari e cervello. Per industria inzegno o forza M’ha pur reso el mio uccello Fato umile come agnello Quando el mio nimicho abocho Viva, Viva. Chi maestro è a la guerra, El marzocho, el ziglio rosso, Non è stato messo in terra: Tutto el mondo à auto adosso. Or eh’ io ho el pegno riscosso, Tristo a quel che m’ hara tocho Viva, Viva. Non ti sia panthiera a grave (') La mia santa pietra rendere; E presto manda le chiave. Non mi far in ira accendere; Ti farò per terra stendere Se adosso te ribocho Viva, Viva. Siena, vechia e lupa macra, Aparechia a darrne il monte. Pur serà la menestra aera; Ti farò refare il ponte; Mi verrai testé a man gionte; Che ’1 tuo populazo è scrocho Vìva, Viva. E San Georgio, aspeta, aspeta: Or che il rizio è ne la tana Non andrai su la barcheta Se non rendi Sarezana. Te parà la cossa strana Si comincio a far il focho Viva, Viva. Galieno e Avicena Si vorebeno a ajutarli: E cagnoti stanno in pena Che non senton aricordarli; El broncone è pien di tarli, Sedie son le barbe e ’1 ciocho. Viva, Viva. Chi mutar vole i stendardi, Per exemplo a Pisa guati. E couvien per tempo o tardi Ch’ al (in siano abandonati, 0 come Pisa in preda dati Pur che si trova el bajocho Viva, Viva. Viva, viva el gran marzocho Che già mai non verà mancho, Or eh’ à abuto el foglio biancho Dal coglion San Marco alocho. 1499, Mensis Marcii. Dii mexe ili mazo 1499. ' -262 * A dì 1.” ditto. Vene sier Polo Capelo el cavalier va oralor a Roma, al qual fu fato la ubligation per (1) Allude ai lucchesi dai quali Firenze pretendeva Pietrasanta.