1351 MCCOCLXXXXIX, SETTEMBRE. Icre determenemo por niun modo esser comprese, nè doverse comprendere; et non obslante alcuna altra cossa, ad alcun homo, adunque, per niun modo sia licito romper, over per temeraria audatia con-travenir a la presente de nostra concessione voluntà, et se qualche un presumerà de atentarc tal cossa, sapia che l’incorerà ne la indegnation de l’onnipotente Dio et de li beati apostoli Pietro et Paulo. Data a Roma, apresso a San Pietro, ne Fanno de. l’Incarnation del Signor 1499, die 18 sotembrio, ne l’anno oclavo del nostro pontifìchato. A di 25 septembrio. In collegio, non fu el principe, loto lettere. Vene li arnbasadori di Casalmazor, laudò sicr Jacomo Antonio Trivixan loro provedador, pregando fusse con Ormato, et cussi siano confirmati li Ihoro capitoli concessi per li provedadori nostri. Fono cha-rezati per li consejeri, et ditto si vederia et faria. Vene 4 oratori di Sonzin, molto ben in bordine, uno di qual fé’ una degna oration vulgar di la fe>le Ihoro, dicendo esser preparati a far il jurarnento di la fedeltà ; li lo usato bone parole prometendoli far bona compagnia. Vene sier Marchio Trivixan, va capitano zeneral, licei havesse auto el stendardo che più non si usa smontar di galia, et dimandò tre cosse : primo Zor-zi Negro per secretano qual recusava, et li fo compiaciuto et ordinato omnino vadi; secondo li sia dato danari più si poi; et terzo sia expedito et cargà quello bisogna su la galia; li fo ditto se li daria ducati 20 milia, et lo ordinà expedirlo. Vene l’orator di Pranza, et mostrò una lettera li scrivea monsignor di Reumonte da Cremona. Come alcune zente francese voria soldo di la Signoria, et andar contra turchi, et dariano sigurtà di ducati 20 milia, sichè ©feriva questo a la Signoria nostra. Po ringratiato; et poi fato gran consulto tra li padri, chi voleva et chi non voleva : pur d’acordo fu fato lezer 1’ ultima risposta fata eri al legato Cardinal Rorgia, di la qual non si contentò; et l’orator disse tutte do risposte stava bènissimo, et presunse si dovesse mandarle a l’orator nostro apresso il roy. È da saper questa mattina ditto legato partì per Padoa, dove fo scritto fusse honorato, et in la caxa dii marchexe dove siete fo robato per li soi spagnoli do tapedi et lenzuoli di quelli di la Signoria nostra. Di Milan, di Zuavi Dolse secretorio, di 22. Come il signor Lodovico in Valtelina leniva un castello chiamato Tyran, et la liga Grisa à mandato a dir lo vuol luor, et pherò è sta manda per francesi ; 100 lanze et 2000 fanti et 15 boehe di artilarie sou bordine non passino Como. Ilem, monsignor di Ugni li à ditto come Rernardin da Corte, castelan dii castello di Milan, à auto lettere dal re di romani et dal signor Lodovico che sia fìdel che presto lo soco-rerano. Ilem, misier Zuam Jacomo à licentià 6000 alemani per non li bisognar più, dice à un bisogno ne haverà 10 milia. Ilem, el marchexe di Mantoa vien certo li a Milan, et monsignor di Lignì dice si la Signoria non dirà nulla al re, crede si acorderà questo col roy. Ilem, monsignor di Obignì fo lì, ste un zorno solo, et è andato contra il re; et lui secretario à provisto di .una caxa per li oratori nostri vanno. Di sier Antonio Loredan el cavalier orator, data apresso Turin, a dì 20. Come ricevete lettere nostre con l’a viso di la crcation di 4 oratori a la regia majestà, et di l’armata turchescha andata in golfo di Lepanto, et di le do nave nostre brusate, quali tutte cosse comunichò al re; qual disse haver auto tutto dal suo orator prima, et che dovesse esser esso orator col Cardinal Roan. Ilem, ricevete lettere zer-cha la nave rii sier Rernardo Rarbarigo el sier Andrea Radoer presa per Rapiano, disse il re à pialo molli navilii francesi et è povero lanieri provederà sia restituita la nave, et in persona sia retenuto, et à scritto lettere in Provenza. Ilem, ricevuto lettere, di 14 in la materia de scriver in Hungaria, soa majestà disse voleva mandar uno messo in Hongaria, et il Cardinal à ditlo il re voi far armada et campo tercstre contra turchi, et voi otenir dal poniefice decime di preti in la Pranza, et la ducea di Milan a questo efecto. Ilem, il re à inteso la Signoria esser levà di Codignola, lià piaciuto assai, el à ditto al Cardinal cognoso quella Signoria facea mal a innovar, etc. Et che il roy voi mandar un araldo in Hungaria. Et che molti detratori à ditto la Signoria nostra non voi un gran vicino apresso caxa, poi disse tutta Italia se inchina al re nostro, et soa majestà voria saper la intcntion di la Signoria nostra zercha il regno di Napoli. Ilem, perchè il Tureho teme il re, soa majestà voi scriverli restituiscila quello à tolto a la Signoria nostra soa colligata, aliier lo provederà di guerra. Ilem, doman si aspeta lì el ducha di Savoja, et ivi si à trovà il marchexe di Saluzo et quel di Monferà et il signor Constantin Amiti ; doman il re si parte et va a Chievas. Li savii, leto queste lettere, si reduseno a conse-jàr per le nove si ha turchi vien in Friul; et scritto lettere a Udene, Gradiscila et Trevixo stagino riguardosi, et fo mandà homeni et monition a Monfalcon, et scritto a le (erre per li homeni.