247 MCCCCLXXXXVIII, DICEMBRE. 248 el ducha di Urbin haver bella zente, et assa' signori con lui ai qual dava provision ; edam, lo Alviano ha-via bellissima zente per 100 homeni d’arme ; Zuam Paulo di Manfrom meio in hordine di tuti ; el signor Carlo Orsini per 90 homeni d’arme ben in hordine ; Jacomazo da Veniexia non havia cussi bona compagnia ; Italian da Carpi bona ; et li consultori era il ducha, P Alviano, 1’ Orsino, Bajoni, Hannibal Benti-voy, Manfrom et Talian da Carpi, ma ditto Talian esser sta amalato il forzo, e cussi domino Astor Bajoni per caxom dii cader da cavalo ; et che qualche volta poteva venir et non era venuto per l’odio ha el ducha ; so cusini Carlo et Grifoneto ubediva il ducha, et par sia anticho odio di lo Alviano col ducha, perchè alfre fiate questo Alviano prese esso ducha e fu causa de darli taja ducati 30 milia ; et come in li consulti dito Alviano parlava gajardamente et il Manfron, qualli lui li laudono assai ; Hannibal dice poche parole, et li manchavano assai homeni d’arine di la compagnia ; si riporta a li altri, maxime al ducha. Item, come fu scrito di quel Baldisera senese, qual non intrò mai in li consulti, questo portoe lettere dii suo proveditor. et alditto si ritornò a Ravena. Vene l’orator dii ducha di Urbin, al qual per il principe fo ditto là deliberation havia fato il suo signor di restar in Bibiena che ne piaceva assai, laudandolo dii suo bon voler. Di Canclia, di quel redimento di 26 oclubrio. Qual per non esser cossa di momento et vechie, non fono lete. In questa matina fo parlato in collegio di le cosse da mar, et terminato Zorzi todesco contestabile di Corphù ritorni et cresserli page, et edam mandar Marco da Novara, era de qui, qual havia la compagnia a Monopoli, et darli 100 page et mandarli a Carili ; et fo scrito a Crema a ¿uam Mato venisse in questa terra ; et Io aldito el contestabele di Otranto, era qui per danari e monition, et visto il desegno di Otranto dove era da dubitare il Turcho volendo us-sir non andasse; ancora fo expedito il credito di sier Andrea Badoer che fusse dato, acciò el potesse andar in Sicilia a recuperar la sua nave. Introe li cai di X et lete lettere abute di campo e di Albania zercha turchi ; et da poi disnar fo ordinato pregadi et non vene il principe: fo leto lettere' fino hore 1 di note, et chiamato il consejo di X, fo tolto licentia di lezer al pregadi una lettera di I)u-razo, et prima fono lete lettere di Franza con gran atention di tutti, et quelle di Corfù non fo udite. Da Durazo, di sier Vido Diedo baylo et capita- no, di 16 novembrio. Come a di 15 era intrato li uno con cavali 50 per nome di Maumeth bei flan-bular di Terra Nuova, et portoe una lettera dii ditto, come el volea corer in quella parte per ruinar albanesi, et non dubitasse non haria alcun danno dum-modó non desse recapito a’ ditti albanesi ; rispose non daria per haver cussi mandato da la Signoria nostra. Item, che uno turco era con questi, suo amico zi anni 20, li disse: scrivi a la Signoria come il Turco fa una gran armata per passar questo istade in Puja, et io so li secreti di la corte dii Signor, et che di -to Signor voi mandar uno homo a la Signoria a dimandar li dagi ajuto in quelle terre latine in Puja, et che havendo danari ogni do mexi, aria aviso di le cosse dii Turco. Et come a la Musachia, vicino a la Vallona, per homeni venuti era aviso si conzava, zoè si tajava legnami 3000 per far luste et per 1’ armata, et dice sarà capitano di dita armata Mustafà bei e ’1 Signor li da gianizari 3000, asapi 2000, cavali 5000 et preparava gran armata. Da Fiorenza di 16, drezata a Piero di Bibiena da un suo amico. Come Gujelmo de’ Pazi et Ja-como Nerli erano ritornati in Fiorenza, hessendo sta revocati, qual erano comisari in Casentino, et erano venuti nemici 1’ uno di l’altro, et quel zorno si erano insieme reconzigliati per mezenita di lhoro se-guazi ; e rimasto comisario Pier Chorsini con tre altri soto comessarii. Crede che al far di la nova signoria, che dia intrar al primo di genaro, sarà co-motione, et crede li farano di la parte fratescha et gran parte di quel governo si mutarà, et voriano che alhora Piero et Juliano si «presentasse in sulle porte perchè sariano introduti. Ozi el grano è cre-suto uno carlino il staro ; per bisogno di danari hanno preso partilo di vender li stabili di le arte et nomina di qual, cossa mai più non fata : ha la mer-chantia et la seta fratescha, ha molta, et manda uno 102 a Milano dal ducha a protestar non poteno più durar et debi romper guerra a la Signoria che lhoro faranno dal canto suo ogni cossa. Item, è venuti in sti zor-ni do corieri à portato danari di Milano ma non molti; et come il ducha havia terminato aiutarli et far vegnir a Milano il marchexe di Mantoa et il conte di Gijazo, et dice la Signoria solicita il ducha di Fe-rara a concluder et a lui sta la pace. Item, la preda di stratioli fata, havia falò che dir a li citadini saria meio firmarsi perchè seguiria novità, il governo ty-raneschoch’è hanno seguazi 2000 con il fratesche; conclude si Piero verrà a la porta eie. Et la coraria ha pauriti costoro, ergo in Fiorenza era tre parie paleschi. frateschi el rabiati.