325 MCCCCLXXXXIX, GENNAIO. che l’orator fiorentino Antonio Strozi et uno Jaco-ino Acioli fiorentino si consultavano con esso ducha. In conclusione è tre cosse che non si sono d’acordo : Primo di la justicia : il ducha voria la civil fusse a’ pisani et l’appellation a’ fiorentini et la criminal tutta a’ fiorentini. Item, de li danari: voi dar 150 milia ducati e più e dar segurtà de anno in anno, et Zuam Alberto li havia ditto in termine di 12 anni a ducali 20'milia al anno, et che il ducha li havia ditto per pò-, tersi justifichar voria uno conto di la spexa lata per la Signoria nostra. Demum de’ Medici è di opinione non ritornano in Fiorenza ma stazino a Venecia o Ferara, et fiorentini li dagi certi miera di ducati a l’anno per il lhoro viver, et di questo aspetava risposta nostra, et stava incognito ; e mandò le lettere per Piero Ghiarelo cavalaro, era con lui, et si doleva non haver corieri, et mandoe li capitoli di Pistoja, et quelli capitolono Franza, zoè re Carlo hessendo in Aste a’ fiorentini, et etiam con pisani, quali haveano abuti dal ducha acciò si consigliasse sopra de essi. Introe li cai di X ; et fo leto lettere di Fiorenza portate per Matheo Cini a uno de li X zercha questa praticha par sia ita in fumo ; et il ducha di Milan fa il tutto si concludi, e non bada a vergogna di fiorentini per far il fato suo. Da Turim dii secretano, di 4 et 5 di questo in zi fra. Come l’amico li havea ditto li dirà ogni cossa, o lì o in Franza dove voi la Signoria, per haver gran amicitia con uno sa i secreti dii ducha, pur voria esser meritato etc. Et dice il'Bastardo è amico dii ducha di Milan per la pension li dà, et cussi saria di la Signoria si quella volesse darli quella quantità o po-cho più : perchè comunemente quella corte è nimi-eha dii ducha di Milan et amano molto la Signoria, et quel stado è povero. Item, esso secretano voria saper l’opinion nostra, andando il ducha di la dei monti si lo diebi seguir o quello habi a far. Et per la lettera di 5 dice haver parlato con uno maixtro di caxa di madona Bona, eh’è a Lion, qual voria monsignor di la Zambra va orator in Franza aricordasse al re di ditta madona Bona zercha quello ha a far col ducha di Milan. Et haver inleso el ducha di Milan haver acordato con si alcuni cantoni de’sguizari. Et esser lettere di Franza di 24, il re va a Nantes a far le noze di la raina di Bretagna per esser disfato il matrimonio per sententia, et che dito monsignor di la Zambra non andava in Franza fino che non ritornava de lì uno orator di quel ducha mandato a Milan, el qual quel zorno era ritornato, e con che conclusioni non se intendeva. Et era ditto, il re di Franza farà pace col re di romani, et non con il ducha di Milan. Et .eSser nova l’archìduchessa di Borgogna haver parturito una puta, et è da saper prima have un puto, sichè questa saria la segonda. Da Udene di sier Domenego Bollarli luogotenente di 7. Mandoe una lettera abuta da misier Virginio capitano di Gorizia, data ivi a dì 5. Come hessendo inanellato uno beneficio di quella pieve, el conte Lodovico suo signor l’havia dato a uno fiol di esso misier Virginio, et che el Cardinal Grimani patriar* cha dì Aquileja, dicendo è soto la sua diocese, l’havia conferito a uno fiorentino suo familiar, per tanto pregava la Signoria volesse far che'suo fiol l’havesse, per esser juspatronatus dii conte, da chi lo havia auto. Et per collegio, per esser dito capitano molto nostro, fo scrito una lettera al ditto Cardinal, era lane a Cividal di Austria, che volesse confirmar questo fiol dii conte perchè faria cossa a grata a la Signoria nostra : el qual fu contentissimo et ge lo dete. Da Ravena dii podestà, di-8, venute ozi da poi disnar hessendo pregadi veduto. Come havia lettere dal castelan di Castelnovo, come inimici di Val di Bagno e Gagliada haveano posto hordine di far una coraria in la pigneda di Cervia dove sono molti animali reduti, et era capo Achiles di Tyberti ; et che lui podestà havia fato queste provision, scrito a sier Piero Bondimier podestà di Zervia stagi preparato, qual havia forsi 300 cavalli de lì, et per quella note venendo inimici si potrà difender, et de lì comandar le guardie, et esser partito di Ravena domino Alvise Valaresso et Collauda Veniexia condutieri noslre con alcune compagnie per socorer nostri di Zervia.. Item, per uno homo, venuto da Castel Delze che era di la compagnia dii Manfron, dice nostri haver dato so-corso a 1’ Averna, et esser zonto li 400 fanti con vituarie, et sier Zuam Paulo Gradenigo esser stalo a Monte Cornare» e tornato a Castel Delze. Et per uno messo di l’Alviano, veniva con lettere, a bocha ha inteso come lui portava lettere, le qual perchè non fosseno trovate da’ inimici, visto alcune guardie dii conte Checho butò via dite lettere et passò: qual dice a bocha in l’Averna non hanno vin, tumen el signor Bortolo d’ Alviano stava di bon cuor, et erano partiti de li 200 alemani per non haver auto la sua paga, tumen se erano partiti per non haver vino; et inimici non andono a Montatone a darla bataja, ma «piando fono a tuor Mignano erano 5000 a piedi tra li qual molti comandati et cernide, et che il magnifico Piero a Castel Delze sta contento per esser andà socorso. In questo zorno fo pregadi, lelo lettere fin hore 2:1, et el principe non vene, per la qual cossa non fo