803 MCCCCLXXXXIX, GIUGNO. 804 f Sier Zacaria Dolfin, fo provedador a le biave, q. sier Andréa......... 120 Sier Lorenzo Contarini, fo patron a l’arsenal, q. sier Zorzi . ,....... 1)1 Sier Piero Duodo, fo avogador di comun, q. sier Luca.......... 90 Sier Bironimo Querini, è di pregadi, q. sier Andréa........... 95 337 Copia ili una lettera di credenza, scritta per il re di Franza a la Signoria, mandata per li soi oratori. Loys, per la grada di Dio, re di Pranza, de Sicilia et Jerusalem, ducha di Milan, etc. Carissimi et grandi Amisi, Nui mandiamb al presente verso Vai i nostri annidi e fedeli, el signor de Belmonte, nostro con-sejer chambelam antian et domestico servilor, et maestro Accursio Maijnier, doctor in tutti i dritti, simiUter nostro consejer nel nostro gran consejo : ai quali nui habiamo dato cargo de dirvi e dichiarir alcune cosse da nostra parte. Ve pregamo tanto, et cussi cordialmente che far potemo, che essi nostri consejeri vui vogliate aldir, et prestar fede a quel che i ve diriino come a nui medesimi; fatandone saver spesso, et intender di le vostre novelle, et ne farete piaser. Carissimi et grandi amici, el nostro Signor ve habia in sua santissima guarda. Scritta a Ro-morentino a dì 22 mazo. Loys. Poi da l’altra banda è Robertet. Ài nostri carissimi et grandi amici, el doxe el Signoria di Venecia. È da saper come, havendo scritto di sopra che in questo zorno fo electi in pregadi do provedadori executori sopra le cosse di mar, fo che : essendo sta electi da li savii dii consejo, pregadi e di terra ferma, c intrati messeno per parte quel zorno rii far lai eledion, licei tutta l’armata lussa sta facta per nui savii ai ordeni ; et io andai in renga e contradissi dicendo, è mal tuor l’honor de chi ha fato ben come eramo sta nui, et inetessemo a l'incontro che le cosse da mar fosse comesso la execution a do savii ai ordeni per tessera, o per acordo, in presente come sono et per tempo surano. Mi rispose sier Lunardo Loredano procurator, savio dii consejo, poi parlò sier Polo Barbo el consejer per nui ; li rispose sier Francesco Trum, savio a terra ferma ; poi parlò sier Vetor Capello, savio ai ordeni, colega de mi Marin Sanudo, che primo parlai; et ultimo andò suso sier Thomà Domalo, el LX, q. sier Nicolò, dicendo non era da vardar, tutti si dia fatigar; laudava la parte, e li era sta morto do Boli da’ turchi etc. Andò la parte e fu presa di do balote. Sicome di sopra ho notato dii'usamente il tutto. A dì 30 zugno. In collegio reduto per il caldo in 33 la sala da drio, la qual risona molto. Vene tutti li patroni di le galie grosse di levante, et atento la ele-ction di do provedadori, parse a nui savii ai ordeni lassarli il cargo a lhoro : per il che la Signoria chia-mono dicti executori, e comesse li dovesseno compir di armar ; i quali per non haver homeni che volessero andar in armada, reduti a l’armamento, sier Anzolo Trivixan e sier Zacaria Dolfm feno alcune provision, che di soto sarano nolade. Vene Gregoliza da Spalato, capo de’stratioti, stato a Pisa, qual benissimo si havia portato, nude in collegio, per il principe, fu fato cavalier e donatoli la vesta over chasaca di panno d’oro, che ’1 tureho donò a l’orator sier Andrea Zanchani ; et era sier Zacaria Contarmi el cavalier, qual 1’ acompagnoe poi fuora. Ilem, fo terminato di mandar el signor Girlo Orsini, con la sua conduta, in Friul, et domino Zuam Diedo, per dubito di turchi. Vene lo episcopo orator di Milan, e comuniehoe quello si havia auto per lettere dii nostro orator di la licentia data per il ducha a li oratori pisani ; c che Bortolo Ronzom, suo secretano, ritornava a Milan, si la Signoria nostra, li voi ordinarli dicha o lazi nulla. LI principe li rispose, non acadeva dirli altro e andasse con Dio. D i Ferrara, di sier Bernardo Bembo, doctor et cavalier vice domino, di 28. Come fiorentini ebbeno Cassina a discretion e vano a la torre di hi Poze, con animo di rehaver Pisa; et cli’el ducila de Milan mandava misier Antonio Palavesim a Pisa, a veder di conzar quelle cosse. Ilem, intende l’acordo de’ sgui-zari col re de’ romani prosieguo. Ilem, dice quel merchadante di Mautoa, illesi il marchexe, è venuto in acordo con Milan, e cussi Frachasso, ch’è li a Ferrara, qual aspeta la resolution di la Signoria, et va a Forlì. Ilem, lì si dovea far zostre, quando non sa, et Frachasso è il capo. Ilem, si dice che il re di romani havia mandalo lì da Frachasso, uno, per veder di adatar le cosse tra lui et el ducila di Milan, et ha mandato a dir esso ducha lo debbi ritornar con lui, sichè soto tal umbra, crede tornerà. Da Ragusi, dii Gondola di 23. Haver nova Scan-der bassà a dì 10 si levò di Bossina con 7000 cavalli, va per Alemagna et in Friul a corer, si judicha a’ danni di la Signoria nostra. Di l’armada ancora