4R9 mcccclxxxxiX. marzo. 490 tor nostro, ili 23 fevrer. Avisa di la cava fa far il ducha di Milan per poter a un bisogno tuor l’Ojo et secarlo, et lo potrà far, la qual cava è di là di Ojo. Da Ravena di sier Alvise Venier podestà et capitanio, di 27. Avisa il partir quella matina di sier Lorenzo Justiniam proveditor, per Castel Delze, con , li cavalli lizieri. Et haver da Faenza che le zente du-chesche, era li intorno retenute,, dubita non li fazi oltrazo per esser venute in ajuto di la madona di Forli; et che lì a Ravena se ritrovava cavalli 301 ; a li qual esso podestà havia fato comandamento sta-gino preparati per poter dar socorso a ditto signor di Faenza. Dii porto Cesenadego di sier Lorenzo Justiniam proveditor, di 27. Come era con 300 cavalli lizieri ivi zonto ; è stato a Cervia per far la compagnia de Pyro da Cesena, et a Cesena si fa quella di misier Polidoro Tyberli, e una mostra per l’altra non è sta in hordine, et a dì ‘2 marzo sarano in bordine. Et eran venute lì a Savignano ad alozar parte di le zente ; doman da sera sarà a Castel Delze ; non ha nulla, salvo il conte fo a soraveder il paese ; e di scale e fantarie era fato preparamenti. Ha sentito colpi di bombarda a Forlì; crede sia per il zonzer di nove compagnie lì per far oltrazo a Faenza. Lauda domino Antonio di Pii, qual è con lui, ha bona zente; è ben in hordine. Ha mandà Marco di Santi a Rimano per veder le artilarie. Item, ha con lui guastatori cento dii Polesene, venuti da Ravena. Da Castel Delze di sier Jacomo Venier, dì 25. Ha ricevuto lettere nostre che li è scrito roma-gni lì, et non si parti ; è contento restar. Et che li fanti et zente, sì vechii come novi, dimandano danari di la paga ; et quel Marin Bianco è restato a Ravena syndico, qual laria bisogno haverlo in campo. Dii conte nulla, ni di Bibiena. Da Pisa di proveditori, di 20. Pianti et menin-conie di ([nelle zente per non haver danari ; et hanno fato aterar certi fossi dii bastion di Stagno ; li fanti si parte de lì et vano in campo a Castel Delze, adeo lutti fuzeno. Et pisani sono sta excumunicati dal papa per certo credito hanno alcuni conira Ihoro. Et man-doe alcune lettere abute dal marchexe Gabriel Ma-laspina di Fosdenovo : come uno Galeoto suo fiol, è maridà a Fiorenza, è venuto per rehaver li lhoro ca-stelicon lettere al comissario fiorentino, è a Fivizano, li rendi tuto exceplo Fivizano preditto ; ma voi mandino via le zente tien la Signoria nostra, et non lassi più passar zente nostre. Et che ’1 ditto Galeotto voi tornar a Fiorenza per veder la resolution. Item, che pisani prega la Signoria nostra scriver a Roma zer- elia dita excomunication. Item, che hanno auto aviso 19t> da Lucha di uno griego era venuto lì per desviar stratioti sono a Pisa, unde provederano. Et sier Fé-drigo Malipiero, proveditor, scrisse, per una lettera separada : quelle 4 galie stava mal et havia ricevuto la licentia ; ponerà le galie in hordine al meglio potrà, et monterà suso et ussirà de lì. Da sier Vincenzo Valier proveditor sora i stratioti, da Pisa avi pur di 22. Come fanti assai fugiva sapendo a Ravena si deva danari, et lui credeva quella note far una cavalchata assai honorevole, et ha-vendo mandà peri capi non l’à potuta eseguir, parte per qualche concorentia è tra lhoro, et parte perchè la brigata erano mal contenti; dubita esser sta discoperto, et non poterla più far. El si duol non poter far il suo debito, perchè il tempo et le occo-rentie al presente non lo patisse. Noto. Zonse qui misier pre’ Ambrosio dì Grafi-gnana, fo quello salvò i ducati 4000 di la Signoria, venuto per il suo beneficio etc. Et ditto sier Vicenzo mi scrisse lettere di 9 fevrer in soa recomandation. Da Roma ili l'orator, di 25. Come eri fo in ca-pella col papa, qual disse li havia da parlar dì le cosse di Franza. Et questa matina fu da soa santità, et mostrò esso orator haver auto la medesima lettera di 19 di l’aviso di la conelusion di la liga. El papa mostroe haver gran piacer imo summo, dicen lo non potemo più soportar ; et disse haver lettere di uno misier Agapito secretano di Valenza, come l’acordo era quasi concluso ; et il ducha suo fiol havia favorito et quasi el Vìncula era etc., et sperava dii matrimonio. Et poi chiamoe l’archidiacono di Faenza el il comendador rodiano, sta con il Cardinal San Dyonisio, qual aspectavano in la camera di Inora, et disseno instesso haver di Franza : che ’I ducha havia manzalo col re, la reina et la fia di re Fedrigo lhoro soli a taola, et che non dubiti di li protesti di Spagna, et il papa dice sant lupi rapaces. Item, che debbi fornirsi la Chiesa di cardinali, che più Ascanio non spiri al papato, et che l’orator neapolitano domino Antonio Frison era 7 lige lontano di la corte, senza perhò alcun honor dal re, et zonto a Bles lo aldirà. Et il papa si aliegra molto forte et fra tre di harà lettere sua santità di Franza, et risponderà in la materia, et disse hcec dia quarti fedi Deus exulte-mus el letemur in ea : et che cometerà a lo episcopo di Ceneda vien qui in hac materia. Item, el Cardinal Orsino abuto gran piacer, et doman voi andar dal papa et far mandi Julio Orsino dal conte di Pi-tiano in Gisentino in ajuto di nostri. Item, che ’1 Cardinal Ascanio teniva fermo mai questa liga si