9 MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE. 10 ditta vale, qual signor feva il tutto in nostro favor. Item come el signor Frachasso di Sanseverino era a Modiana con assa’ zente, per nome dii ducha di Milani, et che la madona di Forlì, fo moglie del conte Hironimo, faceva gran guerra a’ nostri. Item, dii zon-.zer in campo ser Gasparo Pizamano, camerlengo di Ravena, per far l’oficio dii pagador. Item, che ’1 ducha di Urbin, poi dii consulto, si era partido di atorno Marati e ritornato nel campo nostro apresso Faenza ; et che era con lui suo fratello conte Antonio, che zà fo nostro condutor et fo cassa per non haversi ben portato a l’impresa di Fornovo contra el re di Pranza, qual havia 400 cavalli di stipendio. Era ancora el signor Carlo Orsino : ivi in conclusione dimandavano ajuto di più zente et altre provisioni. Dn Iiavena, di sier Lorenzo Zustiynam podestà el capilanio. Come quella tygre di la madona di Forlì faceva il tutto contra nostri ; et che Achiles Tiberti di Cesena era con lei. Et dii zonzer a Forlì dii conte 2 * di Cajaza, qual va a trovar suo fratello Fracbasso per unirse con le zente da quella banda di Modiana. Item, dii conte di Sojano, che aricordava da quella banda saria bon far qualche impresa, eie. D i Verona, di sier Jacomo Lion podestà el sier Nicola Foscarini capelanio. Come haveano per uno explorator venuto da Parma,'che a dì 23 octubrio (?) el conte di Cajaza ivi era, et fe’ tre eontestabeli : Zanon da San Segondo, Zuam Marco de ltoehabiancha et Domenego Rizo de Saragna, qualli fano fanti per andar in Romagna, e vi va etiam le zente d’arme. Da, Franza, vene lettere di li oratori nostri date a Paris a dì 17 el 19 septembrio, la suslantìa di le qual qui noterò. Come si aspetava da Roma la risposta dii papa zereha esser in la liga si tramava, la qual saria in 12 zorni. Et che le cosse et guerre contra il re eli romani erano in culmine ; et che il re mandava a quella impresa monsignor di Lignì suo cuxin, con 200 lanze. Item, dii partir dii ducha di Lorena da la corte, ritornava a caxa soa. Item, de li cinque deputati per la regia majestà auditori a ditti nostri oratori, qualli sono questi : el reverendissimo monsignor di Roan, clic novamente fu fato Cardinal, monsignor di Lignì, el magnifico gran canzelier, el reverendo monsignor de Perigia et monsignor di Beucher. Item, come el re volleva veder uno desegno justo de Lombardia ; et che tramavano la liga et lianza; et clic zà per tutta Franza si dicea la Signoria era in acordo con il re ; et che si aspetava un orator neapolitano. Et diete lettere erano in cifra, perchè la eossa impor- • lava, maxime passando per le terre di Milano. Noto. Come in questi giorni passati, nel consejo di pregadi, fono conduii a nostro stipendio, per uno anno, el signor Bortolomeo d’Alviano et el signor Carlo Orsino, con liomeni d’ arme 150 per uno, et ducati 15 milia a l’anno, et cussi tutti doy aceptono dieta conduta. Li qualli erano prima venuti in favor di Piero de Medici. Et per l’Alviano qui si ritrovava esser domino Ilironimo di Gaglioffi da l’Aquila, et per l’Orsino ne era un altro. Et cussi li fono dati li danari, acciò ponesseno in bordine la llioro conduta di cavali G00 per uno, et facesseno fati. In questo consejo di pregadi, fo posto do decime pel serenissimo et tutti de collegio al montevechio, a pagar una a mezo il mese presente, l’altra a dì 8 no-vembrio, con don di 10 per cento. Fo contradita da Lunardo Grimani, et risposto per sier Polo Barbo savio dii consejo, et andata la parte bave uno di non sin-cer, 89 di la parte et 94 di no, e non fu presa ; et il principe parloe dimostrando el bisogno grande di la terra, «m/e bave niuno non sineier, 69 di no et 117 di la parte, e fu presa. Et è da saver, che lutti malvo-lentiera spendeva in questa impresa di Marali in favor de’ Medici, et nulla si feva e pur si spendeva. Ancora, fu preso mandar 200 homeni d’arme a Ravena, de quelli è alozati dal veronese in qua, i qualli sono questi, zoè : el conte Zuam Francesco di Gambara cavali 240, Carlo Secho ICO, Fazo di Costanza cavali 100, coleschi zoè guerier e Marco di Castelazo e Bencivenga di Salerno cavali 100, et il .3 conte Guido Brandolin con suo fratello cavali 160. Et fo mandato li danari per far levar le dite zente, acciò l’exercito nostro di Val di Lamon si agumenti. Item, mandarli 300 schiopetieri. Et fu ledo per Zuam Jacomo secretano dii con-sejo di X una stretta credenza, che sotto pena di la testa e di tutti li soi beni etc., et mandati fuora tutti li noderi, ecepto quelli entravano nel consejo di X, e tolti tutti in nota, fu lecto certe scripture, ma nulla fo fato per esser l’bora tarda. A dì 3 ditto in collegio, vene 1’ orator dii re de’ romani, venuto zà alcuni zorni per caxon dei Fo-clier, per quello fece sier Zuam Francesco di Prioli e fradeli, fo di sier Francesco da San Severo, quando ditto Focher ialite, et lui lo menò in la volta et si fe’ far seguro, unde rechiedeva non fusse soportata tal violentia, et ditto orator ozi, con parole alte, voleva licentia. Li fo risposto per el principe si spazeria presto etc. Et fu mandato per dicti Prioli che si doves-seno venir a difender lamatina seguente in collegio, et ordinato a li avogadori vedesse ben la cossa, et poi dovesse referir. Ancora, era qui uno messo dii ditto re drfomani,