45 MCCCCLX XXX Vili, OTTOBRE. 46 tutti do li nostri capitani di là si tarano signori di la campagna e di Toschana. Ilem, avisi di Pisa di 9 : quella terra esser sicurissima et di nulla dubitar ; liaver recuperato li 4000 ducati per via di uno prete , tamen esser carestia di danari non per difleto di la Signoria. 11 danaro si spende è molto scarso, et è manchamento di legne e molini da masenar. In questo zorno, fo cativissimo tempo ; el principe non fu in pregadi ; fo fato scurtinio di do prove-dadori sora l’arsenal, rimase sier Lunardo Grimani et sier Antonio Trun. Fo posto parte, per tutti i savii, di risponder j Zuam Alberto da la Pigna, che havendo inteso la Signoria nostra quello havia ditto da parte dii suo signor ducila di Ferrara in voler conzar le diferentie di Pisa, con le condition notade di sopra etc. : zoè le forteze rimagni a’ Pisani, et ne sia satisfato di parte di danari spesi, et che non li è stà risposto, per fin è stato qui 1’ orator yspano, a hora col senato nostro si risolvendo esser contenti di intrar in la praticha per via di soa excellentia, fazando li do capitoli sopra notati, et che sia scrito al vicedomino nostro che solus cum solo debbi dir al ditto ducila tal nostra risposta. Have tutto el consejo et fu presa la ditta parte. Ancora fo posto parte, per tuti i savii, di mandar in questa sera Zorzi Negro secretario nostro a Bologna, a dimandar al magnifico Zuane Bentivoy passo per lo exercito nostro dii marchexe di Man-toa, et vituarie per li nostri danari, tanto che passino su quel de Pystoia. Et si ben non volesse dar publice il passo, consentisse tacite. Et subito scriva. Qual perhò, tamen, non debbi star più di do zorni. Fo opinion di indusiar, tandem fu preso di mandar- lo ; et cussi li fo fato la comission et expedito, et comandato di tal deliberation secretissima credenza. Et sier Nicolò Foscarini electo proveditor col marchexe, tolse ozi in pregadi licentia da la Signoria. Li fo dato ducati 5000 portasse con lui, et si partì per andar a Mantoa a solicitar il marchexe. Menò con lui Alvise Barbatela secretario. A dì 17 octubrio in colegio, vene Zuam Alberto da la Pigna dentro, et fo mandati tutti fuora chi non intrava nel consejo di X, per più reputation, et li fo leta la diliberation e risposta nostra, et datoli' la copia. Qual andò a Ferara. 18 Fu ordinato a sier Zuam Paulo Gradenigo, era sta electo in campo sora i.stratioti, dovessi ozi par-lirse et andar a Mantoa et usar etiam l’oficio dii pagador, el qual in questa sera partì, et verso Mantoa dal marchexe andoe. Di campo, lettere di 14, date a Villa francha. Come havevano restituito a la madona di Forlì la preda fata, ma ben desideravano saper la intention di la Signoria cercha il tuor impresa nuova di Casenlino. El hano scripto a li Bajoni, erano zonli su quel di Rimano, si dovesseno lì retenir et non venir più oltra ; et che Piero di Medici era partito per venir a la Signoria per una praticha. havia. Vene etiam lettere di Ravena di 14, di provision fate etc. Da Ferrara, dii vivedomino, di 14. Come justa i mandati havia notifichà al ducha come la Signoria nostra havia tolto il marchexe di Mantoa a gracia. Qual signor si la rise, et disse : « ne piace, tamen spem vul-tu, simulât, prcemil alla corilis dolores. » Non dimandò la lettera di passo [ter la via di Graffignana per lion rispeto ancora ; ma havia tenuto cussi, et era certissimo rimeria; et di questo esso vicedomino fo laudato da tutto il collegio. Da, Chiosa di 16, di sier Fantino Pizamano podestà. Come si dolleva di alcuni officiali, qualli credendo fusse contrabando a la barcha di la posta veniva con lettere di campo, fono a le man, adeo fe’ caschar le lettere in aqua. Et questa cossa intesa, fo ordinato li dicti officiali fosseno posti in prexon'. Da Salò, di sier Velor Truni provedador. Come fano li 200 provisionati libentissime, et li manderano à Mantoa. Item, le balote di piombo è fate. Fa cargar per quivi. Da Pulignam, terra in Puja. Lettere di sier Zuam Dolfin governador nostro, zereha sali si faria in quella terra per valuta di ducati 300 ogni anno, pertahto dimandava licentia di farli. Tamen nulla li fo risposto. Da poi disnar fo consejo di X con zonta, et poi la sera gionse Piero di Medici. Qual venuto dal principe, et reduta la Signoria con li savii, disse 1’ opinion sua et praticha havia in Bibiena et per la via di Casentino, la qual saria facile et senza alcun contrasto. Et questa cossa fo tratata molto secretissima. A dì 18 octubrio, el zorno di San Lucha, vene Piero Brazadelo da Mantoa con lettere dii marchexe, di sua mano, sotoscrite schiavo e scrvidor il marchexe di Mantoa, di 17. Dimanda il resto di li danari, manchava liaver ducati 4000, qualli di Verona li era sta’ mandati, et ozi li harà abuti, dicendo lui è in hordine dii tutto. Vene il conte di Petigliano et Piero di Medici insieme in collegio, et mandati fuora chi non intrava nel consejo di X, consultono de le vie, et credo eliam di la impresa di Casentino, che di poi per nostri fo tolta.