1345 uno di 10 l’altro di 18, scritti al legato, solieitando di haver la risposta di la reeiiiesta, li comete poi hauta vadi a Milan dal roy et lo pregi fazi che la armata di sua maestà torni insieme con la nostra in levante. Ilem, fo leto uno altro brieve ben ditado, la copia del qual sarà qui avanti posto, di 18, scrive al roy zercha questa armada. Et in un altro brieve drizato a la Signoria nostra si duol di la captura di Lepanto, dice scriver al roy si oferisse in tutto, dà la indulgentia rechiesta a queli anderano in armada e non mancherà ; eliam fo leto uno altro brieve a la Signoria, prega presto si risolvi a la risposta. Referì prima sier Lorenzo Zustignam cao dii consejo di X le parole li disse avanti eri il legato, quando fu mandato insieme con sier Polo Pixani el cavalier: li disse haver hauto in zifra dal ducha Ya-lentinoes ha pensa Ferrara non voi per esser gran stato, il signor è vechio amado da li populi, ha tre fìoli che mai lo lasseria quieto quando lo havesse, perhò voria Imola, Forlì et Pesaro, la cui impresa sarà facile, overo Siena e Piombili qual parerà a la Signoria nostra, et cazar misier Zuam Bentivoy di Bologna e quella redur sotto la cliiesia. El ditto sier Lorenzo fè un longo discorso, e come il Cardinal pregava la Signoria si risolvesse, si oferiva per le cosse di mar contra turchi far quello voria questa Signoria, dicendo il ducha si contenta d’un stato mediocre. Poi sier Francesco Trum savio a terra ferma in setimana referì quello disse eri sera il Cardinal in collegio al principe: come el voleva questi stati Imola, Forlì e Pexaro over Siena, Piombin e cazar Bentivoy da Bologna, voleva aiuto da la Signoria nostra di zente et artilarie, et parlò longamente da pochi aldito. Fu messo, per li savii dii consejo e di terra ferma, responder al ditto Cardinal Borgia legato: prima quanto a le cosse turchesche che son grande e non si potea resister per nui soli pregava il pontefice adunasse li cristiani etc. ; (lemuri che senio ben contenti a bora far uno di do partiti proposti, ma questo è ben (radar con la regia maestà al quid man-demo li oratori nostri zà partiti, et stira soa reverendissima signoria presente e vederi il nostro bon voler. Et sier Lorenzo Zustignam ite/rum andò in renga dicendo cri in collegio non havia inteso cussi, ma il Cardinal disse voleva tutti do li partiti, e fo molto longo e con pocha audientia da tutti. Li rispose sier Domencgo Trivixan el cavalier savio dii consejo, dannò lui sier Lorenzo haver mal aldito, e non tutti I Disrii di 33. Sanuto. — Tom. II. 134« li padri di collegio laudò la parte, et balotata bave 4 non sincere, 11 di no e tutto il collegio de si. Vene lettere di campo di 20 el 21 di sier Nicol) Foscarini (et non il Trivixan) provedador. Dii zonzer lì di esso Foscarini, qual era andato a Cremona, volse visitar l’orator di Franza era andato a la caza, ritornerà in campo, etc. Di Cremona, di sier Marco Antonio Morexini el cavalier provedador, di 21. Come erano sta portati ducati 4000, et (¡000 bave prima, et 1000 à hauti da Crema da domino Bortolin da Terni per impre-stedo, aspeclava il resto per expedir di darli al caste-lan e haver quel castello, manderà l’intiera sumrna in nota. Da Drexa, di sier Zuam Francesco Patsqualùjo (loclor el cavalier capitano e vice podestà, ili 22. Mandoe una lettera dii capitano di Valchamonica e una relation di Zuam Battista ditto Gayban da Covo provisionato dii signor Lodovico, partito da lui zobia passala da Meran. Referisse cussi come il signor Lodovico era lì a Meran con cavali e persone zercha 350 da conto, videlicet il Cardinal Ascanio e li do altri cardinali, el signor misier Galiazo, domino Hermes, el coute Alexandro, d conte di Melz, lo episcopo di Lodi, P arziepiscopo di Zenoa, domino Marco da Martinengo, domino Marchexin Stanga, monsignor da Corte fratello dii castelan di Milan e certi altri ; el qual signor diceva sì pur el mio castello de Milan si tien non ho paura alcuna, e dice intendendo esser reso morirà di affanno, e la speranza sua era in ditto castello, faceva dar danari a’ tedeschi, videlicet 5 et U fiorini di ren per uno secondo le persone, e a li capi tedeschi a chi 1000 a chi 500 hoineni, e tutti queli veniva li volea dar soldo e diirli danari ; voi venir per Valtelina e passar in do luogi, quali non sa, eaTyrano di’è in mezo di Valtelina ha lassalo 800 tedeschi e altri 1000 mandava; et misier Galeazo Visconte seschalcho zener.il era apresso a Varese 4 zornate lontan con persone 12 milia et 1000 lanze borgognone a cavalo e lì aspeclava altra zelile. L’im-perador era a Ala marti, dovea esser a Meran con persone 25 milia, prima doveano far capitoli e concluso queli dovea zonzer 10 milia cavali ; et l’imperaci or ha mandato a dir a ditto signor Lodovico non si desse affanno, lo voleva ajutar quam vis la pace di grisoni et sguizari non fusse seguila, che fo dillo esser fata per anni 12, e poi finiti si dovea cognoser fra llioro si erano sotoposli a l’imperador o no; et che il signor Lodovico è stato di bona voja, et do zorni avanti si parti convochò lutti li soi e disse si me volete servir di bon core vi darò danari, e si 85 MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE.