575 MCCCCLXXXXIX, APRILE. 576 di per referir quello hanlofato li deputati dii dacha di Ferrara, poner le galié da viazi per nui savij ai ordini, et far comandar il consejo di X con la zon-ta di danari. Noto. Come sier Costantin di Priuli savio dileon-sejo, mostrò al principe una lettera di suo cugnado sier Nicolò Michiel dotor et cavalier, eh’ è orator in Pranza, et eliam Zuam Piero Stella segretario, ne mostroe un’ altra di sier Hieronimo Zorzi el cavalier, che par li nostri oratori non aversi trova a la pu-blication di la liga, steteno in caxa per aspetar fos-seno mandati a chiamar, et non fono mandati, il re vi fu a la messa e fo publichà per la terra, in la pia-za dii Castello, e poi il re passò per caxa de’ oratori, et sier Ilieronimo Zorzi andò zoso et fe festa al re. Item, davanti la caxa fe conzar, con. bona cera, per alegreza, sarà spexa etc. Et fo molto mormorato tra li padri di collegio questo non haversi trova a la pu-blication. Da poi disnar fo pregadi. Poi fo lete le lettere, sier Marco Antonio Morexini el cavalier consejer, referite quello con li do deputati havia fato col du-cha di Ferrara, et le parole et il successo seguito. Da Tarin dii secretano, venute essendo pregadi suso, di ultimo marzo. Come era zonto li a quelli zorni uno orator napolitano stato in Pranza, licei domino Trojano Betonio doctor, e il zuoba santo fo con monsignor el canzelier esso secretano e il consejo a la messa, poi parlono insieme, e fato molti co-loquij di la venuta dii ducha di Ferrara qui per l’a-seto di Pisa, et che il re di Pranza li haveano mal tratati, e si doleva di sui portamenti, come sapevano li oratori nostri ; el che non era a la corte el Cardinal Vincala, et li oratori nostri in qualli haveano speranza ; e poi fato ragionamenti dii venir francesi * in Italia, dicea di no per questo anno per esser il re nuovo, e per il divortio fato dubiterà di novità, e poi è pocho liberal, ni eliam è per mandar judicio suo zente in Italia questo anno ; et il re di romani fa gran preparamenti a la guerra per esser fin a le trieve ; et in Bergogna anderà il marchexe di Mantoa suo capitano ; et che ’1 matrimonio dii ducha di Valentinoes in la fìola dii suo re non succederà, perchè lei ni el re non voi, e il ducha è disperato voi ritornar a repiar il capello, et il re per honorarlo l’ha fato alozar in la soa corte, li ha dato servidori franzesi, à ordinato a la mità di franchi arzieri, slaga con lui. Or questo orator si parte doman, va a Milan, aspeta il compagno è andato a Geneva a visitar il ducha, è sta honorato e carezato. lievi, à lettere di Castel di uno tratato scoperto contri il signor Costantin per el si- gnor marchexe di Saluzo, fa i processi e manderà lì per tutto. Item, è lettere dii roy : come quel paese si doleva non voler alozar zente, et soa majestà promete venendo in Italia, non darà danno a niun locho di quel marchesato di Monferà, nè manderia ' zente e vuol mantenir quel governador. Item, scrive di quel merchadante, resta haver ducati 45 per resto di ducati 150 li servite de lì, et fece lettere nel banco di Garzoni, qual lui li dimanda , et prega fa Signoria provedi ; et manda lettere abute da Lion di 1’ amico fidel. Da Lion di l’ amico solilo, di 26 marzo. Come a dì 17 fono banditi li milanesi et zenoesi dii regno regio di Pranza, tempo 6 setimane a levarse; ancora fiorentini dubita di esser cazati. Et che monsignor di Trazi olirn di Ferenon, homo di guerra operato, et 10 episcopo da Nis sono passati de lì, alozò in caxa de Neri Caponi, vanno a la volta di Provenza. Era Piero Zuane da Forlì, qual andava a la corte, lo fe ristar et ritornar. Et monsignor di Trasi have li lettere di Roma di uno prothonotario, fa lì fati dii roy : come aricorda al roy non debbi meter fiorentini in disperation, ma insegna tenerli per amici per le cose sue ; et monsignor di Trasi spazò una posta al re ; et fiorentini fano gran trame, e maxime con quelli sono acanto dii roy, pur sono inviliti nè più come prima sono gajardi di parole. De’ sguizari si ha nova, sono parte su le arme contra il re di romani, hanno dato una speluza a quelli de l’imperio, zoè tra anegati e morti de persone 600, fuzendo, ma quelli de l’imperio sono radopiali e sono su la guerra, ma non è per durar. Et avanti fusse posto alcuna parte, introe el principe con li consejeri e savii e cai dii consejo di X a consultar. El sopra vene : D i Milan di l' orator, di 2. Come quella matina 11 ducha con il Cardinal et oratori li disse haver abuto lettere da Venecia, con gran piacer inteso era sta fato il compromesso nel ducha di Ferrara, et la Signoria nostra haversi portato bene, et che questo sarà principio di la quiete de Italia, e che non mancherà da lui, et sempre havia dechiarito, et la Signoria hora à dimostrato la bona voluntà, et che apresso li altri benefizii voi poner questa ubligation; et che si nel tempo passato forsi li soi andamenti à parso contrarii a quella Signoria nostra, era certo quella aceterà la excusatiom sua, perchè era sta astreto, et che di novo dimandava perdono, et oferiva il stato e le sue forze in qualunque occorentia, perchè chiarita l’opinion dii ducha di Ferrara, la Signoria comandi quello si harà a far et a exeguir quanto sarà