335 MCCCCLXXXX1X, GENNAIO. 336 et non volea pagar dacie, et li rispose soa serenità non si poteva far non pagasse, ma mandoe a dir li facesse bona stima. Vene il secretano dii orator di Napoli solicitando la risposta dii salvaConduto per li marani come l’o-rator expose. Et li fo risposto non si poter far per esser contra le leze, ma stesse tenendo bona vita. Fo consultato la risposta si dovea scriver in Pranza, eri Ira li savii consultata, et leta la parte a la Signoria : eliarn promossi la parte, fata nota per l’hordine nostro ai ordeni, di armar 30 galie, et da lutti laudato tal opinion, introe li cai di X. E da poi disnar in pregadi vene una lettera data in castel di Padoa, di 14, scrita per Eugenio et lano fioli fono naturali dii re Zacho di Cypro : qualli stano lì per il consejo di X con custodia, vano fuora perhò, et hanno provisione per el vito da quella camera ducati 25 per uno al mexe, et la madona lhoro fo madre dii re, la qual non ha naso perchè li fo tagliato, etc. ha ducati____pur al mexe, et poi bisognandoli danari per vestir e altro, el consejo di X manda, et ha 9 guardiani con ducati 8 di provisione al mexe per uno, quelli stano in castello. Or questi scrisseno a la Signoria come erano stati 22 anni lì dentro in amicitia con tutti li castclani, ma al presente si dolevano di sier Andrea Dandolo castelan, et li fo scrito al capitano di Padoa dovesse ordinar a ditto castelan li facesseno bona compagnia. Da Bologna di Anluniu Vincivera secretano. In-ter reliquas. Come era passato de lì lo episcopo di Volterà, andava per fiorentini orator a Milan. Da Zenoa di Marco Bevazan secretarlo, di 9. Come il zorno avanti l’orator fiorentino havia abuto licentia da’soi signori di ripatriar facendo la volta di Milan ; et che Zuam Paulo da Lecha venuto in Cor-sicha, come scrisse, dove era foraussito ajutato da 137 domino Ranuzo : di questo in Zenoa molto si parlava ; et mandavano a ditto domino Ranuzo misier Cri-stophoro Catano con 25 fanti, et qualcheuno diceva la Signoria nostra dava aiuto a ditto Zuam Paulo, mediante quel di Campo Fregoso sta a Zenoa, et lui orator acertava la Signoria nostra in nulla impazar-si ; et che il governador ogni zorno li diceva de li scudi falsi. Et poi in una polìza in zifra si conteniva come il signor Constantino havia mandato a dir a misier Zuam Adorno venisse a Casal, et questo perchè il re di Pranza lo voi cazar di Zenoa per esser cussi voluntà dii ducha de Milan, el qual per adatarsi con soa majestà li dava ducati... milia e tutto di là de Pò e Zenoa, et non volendo questi partiti li pro-meteva da poi la sua morte il stato di Milan. Fo leto in pregadi la poliza de l’intrada fece el ducha di Valentinois fiol dii papa in la corte, auctore incognito, la qual è notata di sopra al loco suo, et intrò el consejo di X. In questo consejo fo posto parte per tutti i savii di collegio, atento li preparamenti facea il signor turco, di armar 30 galie sotil zoè 10 in questa terra, 10 tra la Dalmatia, Puja e Corfù, et 10 in l’isola di Candia, quando et con i modi pareva a questo consejo. Et per sier Lunardo Grimani proveditor sora l’arsenal fue contradita, dicendo non esser bisogno e la caxa di l’arsenal esser mal in hordine, et lui haver prestato dii suo ducati 1000; et per ordine de tutti gli altri savii io Marin Sanudo savio ai ordeni li andai a risponder, adeo dal principe e tutti fui laudato, dimostrando el bisogno era di armar perché era di opinioni come saria gli altri di collegio di armarle solum per mexi 6, et di le provisiom fate in l’arsenal, et si havia prestato ducati 1000 ne vadagnoe perchè li dè un zorno et li have de lì a tre zorni, li scrisse in banco e li ave contadi, sichè di banco a contadi era e questi tempi 3 per eento di utilità, ergo etc. Andoe la parte, 2 non sincere, 4 di no, di la parte cento e undici. Ancora fo messo, per li savii dii consejo e terra ferma, parte di scriver in Pranza a li oratori, excu-sandosi si non li era sta risposto per caxon di le nove abute da Constantinopoli di l’armada di 200 velie facea il Turco, come la regia majestà sapeva per via dii gran maestro di Rodi al qual havevamo concesso artelarie tragi de qui, per tanto la Signoria nostra si scusava non poter dar li 100 milia ducati dimandati, et che volendo in reliquis soa majestà far la liga con li capitoli dicti, dovesseno vegnir a la sigi-lation, con questo non siamo ubligati a romper a Milan dummodo il Turco ensi over fasi potente armata, ma tal iruptione indusìar in altro tempo. Quanto a la cosa di Pisa, esser in procinto di acordar, et si era posti nel ducha di Ferara, el qual ne havia oferto te-nirla in libertà, dar a’ pisani le forteze et dar a la Signoria nostra 200 milia ducati in zercha, et che dovesse comunichar il tutto col Cardinal San Piero in Vincida e scriver il sucesso. Parloe sier Nicolò Tri-vixan: non li fo risposto; have 49 di no. et 110 di la parte et fono fate le lettere in zifra ; et in questo mezo vene. Di Pisa di provedilori, di 7. Come haviano ricevuta la licentia, et lui sier Piero Duodo proveditor non era ancora ben gajardo ; ringratiava molto et ! si atendea a fortifìchar per poter ripatriar ; e come > quelle zente erano in grani necessità, e li tempi esser