807 MCCCCLXXXXIX, GIUGNO. 808 Dii Trieste, di domino Erasmo Brascha regio consilinrio e capitano di Trieste, data a di 8. Prima si lauda di alcuni nostri reclori quali vicinano ben con lui ; si duol dii luogotenente di la patria, qual par siano sta tolti alcuni cavalli de’ triestini da quelli di Monfalcon, et quel podestà sier Antonio Donado dice triestini hanno raxon, et sono cavalle 8, et il lo-cotenente à scrito, atento clic il loco de Duin fa molti scandoli et ha fato danno a quelli di la patria, pi r tanto ha fato ripresaja e tien ditte cavalle: unde esso capitano liavia mandato domino Zuam Francesco Fortunio, doctor, a Monfalcon e a Udene, volendo conzar la diferentia di Duin, esso luogotenente non ha voluto : in conclusion si duol assai, con gran parole, et è lunga lettera. Et che a Duin è uno altro capitano regio chiamato misier Scipiom, et lui non se iinpaza. Or in collegio molti volea scriver rendesse dette cavalle, per non venir a reinor con chi fonasse causavi queril, et sicr Filippo Trum procurator non volse, fo gran disputation, lamen nihil conclusimi. Da Palermo, di sier Lorenzo Miani consolo, di 22 mazo. Come le galie di Fiandra, capitano sier Nicolò Capclo, zonse lì, volse hnver salvoeonduto per la nave presa per esso capitano a l’andar dal viceré, e non lo potè haver, e andono a Messina ; et che li patroni facevano ben e guadagnerano assai. /lem, havia fermento. Reeevuto nostre lettere zercha la nave Donnda qual fu presa, e dice quella si vende, il corpo di la nave, et il viceré non fa provision alcuna clic la se rehabi, e me fè etiam di la nave di sier Andrea Badoer, et ha protestato; et come havia tutte le scriture in hordine. Intrò li cai di X, e mandati tulli fuora, da poi disnar fo consejo di X con gran zonta, et a Rialto intisi che l’nllro dì in consejo di X, a requisition di •cai di creditori, atento li Lipomani non veleno mostrar li libri eie., che manche una baleta non fusse tajà il salvoeonduto bave per uno anno; et etiam fo voluto tajar quel dii banco di Garzoni. Adì 12zugno. in collegio. Non fo il principe. Vene sier Hironimo Zorzi el cavalicr e sier Nicolò Mi-colò Michicl doctor e cavalier, stati oratori in Pranza, quali in execution di comandamenti factoli, portano li arzenti li dete il re di Pranza, zoo C taze coperte grande d’arzente per uno, uno bocal schieto per uno, do poti et do fiaschi con cadene d’arzente per uno, lamen variadi ; et il Zorzi disse alcune parole come non meritavano queste, avendosi cussi ben portato in quella legation; et sier Filippo Trum procurator disse : nbiè paeentin; e fo terminato man- darle a l’oficio de le raxon nove, e non debino far altro fino non li sarà ordinato per il collegio ; et fo parlato di tenirli in le proeuratie per memoria, come a la fin fono posti. Vene il conte Filippo di Rossi, e disse il conte Guido suo padre restava haver dii suo servitio da la Signoria nostra ducati 70 milia, et al presente ritrovandosi in grande inopia, dimandava li fusse provisto di qualche stabele acciò potesse viver. E mandato 310 * fuora, consultato la risposta, tuffi di collegio parloe, et in suo favor sier Filippo Trum e sier Francesco Trum, e tandem concluso darli una paga, et cussi li fo mandato a dir venisse doman. Fo balotà alcune munifion per il castello di la Scala, dimandate per lettere di Rassan, el scrifoli per li cai dii consejo di X che de cantero il castelam debi abitar nel castel e non altrove. 1 lem, sier Marchio Trivixan savio dii consejo, fe’ lezer una sua parte, voleva meter zoè che li debitori a le raxon nuove pagino de presente il quarto e sieno depenadi fino a mexi 6, et rimanendo in qualche oficio pagi la mità dii debito; et li cai di XL è di tal opinion ; sier Filippo Trum procurator volse rispeto. /h-m, fo leto la parte fata notar, per nui savii ai ordeni, di mandar le galie di viazi in armada : niuir di collegio non sente. Iiem, fo leto una lettera si scrive per collegio a Udene, e per tutte le terre e lochi confina con tedeschi, che per la venuta dii re di romani con zen te in Italia contea agnelini debino star previsti, facendo le guardo a le forteze. Etiam fo leto la lettera si scrive a Udene, restituisse le 8 cavalle tolte a quelli di Trieste, et conzi quelle diferentie, et fo gran parole. Di Riva, di sier Hironimo Baffo proveclador, di IO. Come dovea venir alozar su quel di Agresla fanti 400 dii re di romani, et che uno suo era tornato, dice ditto re esser venuto in vai Venosa con zente, e mandò via la zente paesane dicendo voler esso re difenderli, poi fe’ uno edito con lettere che tutti eontribuissa a la portion lhoro, et mandò oratori a’ sguizari e agnelini fenzando non saper il principio di la guera, et che volea adatar le cosse, et sguizari mandoe soi oratori in campo regio, et si tien si acorderano perchè il re di romani à gran voja, et è una fama in campo de’ alemanni che acordati sarano, verano eontra la Signoria nostra, per haver quella prestato ajuto di denari a’sguizari. Item, fimo la Dieta a Meram a dì 6 di questo, tien fin 14 non sarano in hordine. È andati a ditta Dieta lo episcopo di Trento, li signori di A reho, domino Antonio di