1005 MCCCO.XXXXIX, ACOSTO. 100G neral. Item, esser venuto li Nicolò Sofiano corfuoto, disse haver da suo cuxim Matio Sofiano qual è da Fait bassa a la Janina, et mandò de qui la copia di la lettera li scrive, in sumario : che per questo anno non si dubiti di turchi, et il Signor haver ditto esser malcontento di l’armata et esser mosso per li grandi aparati fatti per la Signoria, et si la Signoria ha-vesse manda uno messo haria confirmà la pace. Per l’altra, di 21, scrive haver mandà leltere dii zeneral con le sue per via di Otranto per terra, et questa et queste è replichate, le manda per questo gripo ; et disse haver auto ordine di mandar tutti i navilii, è li, al zeneral, et cussi à mandato le galie di Baruto ; et ha 1* armata turchescha sia a Cao Mantello, et il capitano haver mandato sier Nicolò da Pexaro pro-vedador a Cao Manlio con tre galie a sopraveder di ditta armata. Item, el rezimento di Corphù scrive, di 20, et dimanda li sia mandato uno inzegner sopra tutto, et stanno di bon animo. Dii capitano zeneral da Modo.m, di 13 lujo a sier Andrea Loredam, provedador a Corphù, mandala. Li scrive haver fatto comandamento che fin a dì 18 tutti i navilii sono a Corphù vengi a trovarlo, et da lì indriedo non vengino, acciò non si scontri inl’armada dii Turcho, et tal comandamento fece per avanti : hora voi tutti i navilii, è li, vengino a trovarlo, ma si slargino in mar acciò non si scontri in ditta armada, et che lui con l’armada la seguirà lig la se fermi. Fi havia mandato, mo terzo zorno, sier Nicolò da cha da Pexaro, provedador, con tre galie verso Cao Manlio a saper il vero di ditta armada, qual è zonta a Cao Mantello ; et che sier Polo Nani soracomito la vete con tempo fosco; infine disse stava di bon animo, et havia grande armada. Et leto ditte leltere, fo parlato di mandar il Sa-gudino o Antonio Arduin al Turcho, et altri dicea mandarli prima al zeneral. Item, la barza Mora era expedicta di armar de li homeni, manchava l’artilaria che non ne era in l’arsenal, et io fici termenar a la Signoria di armar la galia sotil Salomona, justa la parte, atento sier Polo Barbo consejer et altri non la sentiva. Item, fo balotà ducati 100 a l’orator di Milan, et fu preso, et ducati 100 a sier Alvixe Bon, et alcuni mercadi di l’arsenal. Di Udene, di sier Domenego Balani, luogotenente, di primo. Come el sussidio sarà tardo, perhò che li castelani, zoè domino Antonio Savorgnam, domino Bortolo de Nerlis, el un altro stanno lontan. Item, mandoe una relation di Beneto Capeìaro explorator. qual referìsse esser stato in Bossina, et turchi 6000 esser partiti per scorer in Dalmatia, li altri sono a Bistuza, numero 12 india, dicono venirauo in Friul; 389* et questo à auto da la duchessa mujer di Zuane Corvino, et dal ducha Doymo, et esser fama in Friul esser persone 10 milia. Da Padoa, di sier Marco Bulani, el sier Lucha Zen rectori, di 2. Come li juristi haveano clecto per suo reclor uno domino Stefano, ungaro : voi la con-Urmation, et fu fata. Di sier Marchio Trivixan, provedador zeneral, data a Padoa, a di do. Haver che uno Zuani Albanese fo contestatele nostro li à ditto, che hessendo a Asola li disse uno Domenego Crespa slratioto qual stava a Mantoa : el ducha de Milan haver expedito do stratioli, rase le barbe, vanno in Friul per desviar stratioti, portano con sì ducati 9000, uno di' li qual à una perla in l’ochio, et porta coperto l’oehio, unde subito dì questo fo scritto al Zanchani a Gradiscila, et mandatoli la copia di la ditta lettera acciò prò vedesse. Da poi disnar, fo pregadi. Et fo subito letto le lettere, chiamato consejo di X, simplice, era capi questo mexe sier Cristofal Moro, sier Pier Balbi et sier Nicolò di Priuli, credo per retenir qualche uno. Et fo poi letto le lettere in pregadi interceple, et dato sacramento a tutti, per li cai dii consejo di' X, etc. Di Twrin, di Zuam Ddze secretarlo, di 27. Come un certo amico, volea venir a la Signoria, li havea ditto fiorentini a Liom dicevano mal di la Signoria, et che la non havea danari, et havia fatto fa-lir li do banchi per danari doveano essi banchi haver da la Signoria, et che si non fusse il Turcho la Signoria haria fatto liga con Milan et altri contra Franza, et che fiorentini dicono voler rehaver Pisa, et che Milan non si lauda, et che essi fiorentini vo-riano danar per l’imprésa a ricuperar il suo per esser occupà Milan. Item, che monsignor di Obignì era venuto lì a Turin, li andò contra quelli signori, et nulla li disse, si non la serà lainen lui signor li andò prima contra di niuno, et fo il primo lo rece-vete, stele un zorno li, poi si partì : disse il roy à lanze 1600 et 16 milia fanti quali vieneno per zor-nala, et harà 6000 sguizari, et questa sera disse sarà di qua de’ monti 2000 cavalli, mena artilarie, et li zen-tilhomeni 200 dii roy et 50 di la raina ozi passerano li monti, et voi comenzar l’impresa a mezo avosto ; et ha ordine dii roy non far mal a niuno; mena uno maistro di justizia con lui, et li soldati farano mal, li punirà. Item, scrive che essi da Turin fanno 6000 fanti