879 MCCCCLXXXXIX, LUGLIO. 880 Corbavia, et voleno corcr a’ danni di la Signoria nostra; et che ii podestà di Monfalcon li scrive dubitar, il loco è debole, voria ajuto, et che esso luogotenente havia fato salvoconduto a uno bandito, stava a Coricia, acciò vadi a explorar il vero di dilli turchi : quello riporterà scriverà. Da Corph', di sier Francesco Pasqualigo sora-comilo, di 18, a la Signoria •nostra. Avisa il successo seguito nel combater à fato con la fusta di turchi, di banchi 22. Conclude non esser morti tanti come si intese, solum morti do di nostri, et di quelli dii Tur-elio fo morti 8, et'par nostri amazasse il patron di la fusta. Dice sono do fuste, una di banchi 22 con ho-meni 140, l’altra di banchi 1G con homeni 90, le qual sono di Fait bassà di la Valona, et ha do bre-gantini con homeni 20 per uno, et aspectava 7 foste di Barbaria, zoè do galie preseno da Franzipan con 5 altre fuste ; sichè potrano far danno di lì via. Da poi disnar fo pregadi, et fu el principe. Et nel mezo dii lezer le lettere in gran consejo, el collegio consultava la materia di Franza, unde per expedir, nui tre savii ai ordeni andassemo sora di bordine dii collegio, alento sier Andrea Loredam va a Cor-pliù partiva, et comparso a la Signoria fu fato restar di lezer altre lettere fino si poneva questa parte, zoè : Fu posto per li savii ai ordeni la comission di sier Andrea Loredam debi custodir Corpliù ; prima sia capitano di le galie di Fiandra fino a Corphù, poi le mandi al zeneral, et lui resti a cuslodia di quella terra, facendo insieme con quel rezimento. Et mandata la ditta comission bave (J di no el 175 di si, et fu presa. Item, volevamo etiam poner mutatis mutandis su questo tenor la comission di sier Francesco Zigo-gna, va provedador in la Morea ; et ditto cussi in pregadi, sier Hironimo da Mulla, era di pregadi, stato provedador a Coroni, andò a contradir : iinde per non disordinar questa di Corphù, etiam perchè non poteva parlar per esser raucho, mandassemo solum la comission dii Loredam, ozi va via, et fu presa. Item, fu leto, per Zuam Jacomo liodaro dii consejo di X, una lettera drizata al consejo di X, di l’o-rator di Roma, di 27, et fu dato sacramento a tutti per li cai dii consejo di X : come il papa arrabiava per la venuta dii roy in Italia, et che ’1 ducha di Valenti-noes voi haver il reame di Napoli, et con l’armata si fa in Provenza voi andar lì in ditto reame et in Puja, et ha intelligentia in la rocha di Civitavecchia, mia 20 di Roma. Item, che il papa per danari feva il tutto, havia concesso a Todi, per ducati 3000, mc-tesseno a saelio tre castelli de’ Colonesi, qual uno di ditti zà era sta posto ; sichè sor) cosse tutte reumatiche. Poi Gasparo di la Vedoa lexe l’altra dii roy a la Signoria, la qual la lexe in vulgar che era scritta in francese: et prima li nomi di confederati dati per li oratori a la Signoria, poi il sumario di la sua relation zercha l’impresa de Milan. Tamen el principe suol rel'erir, a bora li parse farla scriver et lezer. Et fo posto, per sier Polo Barbo el consejer et li savii dii consejo et ii savii di terra ferma, prima tutti d’acordo, narrar le cosse turchesche a dilli oratori in risposta; et sier Polo Barbo voi poi concluder che per questa armada et venuta dii Turcho a’ nostri danni non volemo romper al presente al sta-do di Milan. E li altri savii voi dirli vi avisemo il lutto come stemo, tamen volemo esser in una fortuna insieme col re, et aricordarli il suo venir di qua da’ monti per far più presta la ditta expedi-tion, che venendo soa majestà sine dubio farà. Et parlò primo sier Polo Barbo el consejer iu favor di la sua opinioni disse : non esser danari da spender, et le nostre zenle mal in bordine, et poi il Turcho à le spale. Et li rispose sier Lunardo Loredam procu-rator, et saviamente ; come il men mal era questo per ussir di guai, hessendo causa il signor Lodovico dii tutto. Poi parlò el principe, qual non sentiva la venuta dei francesi mal, etera di l’opinion dii Barbo, fe’ gran paura, parlò contra perhò tutte do le opinion, disse di l’armata turchescha che ne veniva adesso, et concluse non voleva francesi, perchè si staria in guerra sempre et da mar et da terra, dannò P opinion di sier Leopoldo Loredam ; et che questo avosto compiva 13 anni in Dogado, di li qual 9 anni questa terra era sta in grandissima reputation, francò Monte nuovo bona parie, recuperò le botege di Rialto impegnate per la guerra di Ferrara et dei todeschi ; et che per Pisa eramo venuti a quel che 344 senio : non era danari, et a la guerra col Turcho. Et compito, pur si lassò intender voleva risponder: esser in la liga con la majestà dii re, ma indusiar 15 over 20 zorni a responderli zercha il tuor di P impresi! fino si vedesse P exilo di le cosse turchesche. Or si levò el andò a caxa ; et sier Filippo Trum p: o-curator savio dii consejo li disse: serenissimo principe aspetè se volè risposta da mi ; ma non volse per questo restar. Et poi andò in renga sier lliro-nimo Zorzi el cavalier, stato oralor in Franza, laudando la parte di savii, perchè il re vuol tuor ad ogni modo P impresa, et che al far di la liga niun tenne da la Signoria se non monsignor di Lignì, et poi fu el Cardinal di Roam, el solo Roam fu perchè