241 MCCCCLXXXXVIU, DICEMBRE savii: la causa come ìntìsi che a un tempo fo uno savio ai ordeni che manifestò un merchado di fermenti voleva far la Signoria, adeo per quello spesero assa’ danari, et fo terminato de calerò li savii ai ordeni non fusseno in ditto collegio di le biave ; e cussi vien cazati. • Da Ferrara, di! vicedomino di 20. Come mo terzo zorno era passato de lì el conte di Cajazo, stato fin hora a Forli, et con gran pioza passoe con cavali 40, alozò in palazo dii ducha, ritorna a Milan. Mandò a visitar esso vicedomino dicendo da si feva questa visitatione, perchè per li tempi corevano bisognava facesse cussi : lo ringratioe ; et havia inteso che dicto conte volentiera si acosteria a la Signoria nostra. Iter», mandoe lettere abute da Castel Nuovo, che veniva di Pisa. Da Pisa, di proveditori di 11 et 13. Come siano mal senza danari, dubitano eie. Et parte di la compagnia di don Ferante erano partiti; et il zorno avanti in piaza era sta messo a sacho certo pam. Hanno voluto intender ; è stati de quelli di don Ferante fìol dii ducha di Ferara, e de li primi di Fe-rara ; non li hanno voluto far altro per esser homeni di conditione et perchè sapeva si tratava acordo per via di quel ducha ; et credevano per li tempi cativi le fuste non siano zonte. Et per la lettera di 13, come eh a mezo zorno, per la non aspelata, introno le fuste e portò li ducati 10 milia di Zenoa con lettere di Marco Bevazam secretario ni mandaria altri 2000 ; et che si stava una hora più a intrar in la Foze non hariano potuto intrar di questi 8 zorni, per la fortuna che vene. Idio li aiutò, lamen era pocha quantità a quello dieno haver quelle zente, eh’ è page tre. Dimandano fusse provisto dii resto, perchè ha-vendo danari, non siando contratto, ricuseriano tutto il perso ; et erano impazati per dover dar ducati 3000 ai citadini haveano tolto in prestedo ; sichè pregava fosse mandato il resto. Item, come esso sier Dome-nego Malipiero con li altri di l’armada haviano ricevuto gran contento dii partir di sier Simon Guoro; soUcita sia mandato de lì, et lui dimandava licentia ; et come Piero Rizo eorier era zonto con lettere e danari con le fuste ; et di la lettera di sier Vicenzo Valier nulla dice ; et concludeno che non venendo danari quelle fantarie si perderano. Di sier Vicenzo Valier proveditoi- sora i slra-tioli, data a Pisa a di 16. Ringraliava la Signoria nostra di la soa electione sora i stratioti, offerendosi far etc., et scrisse molto brieve ; et per una soa mi ringratioe di haver fato sia a questo oficio, cognoscen-. do haverlo da mi, dicendo haver gratie inmorlal. I Diatii di M Sanuto — Tom. II. El per un’ ultra soa di 10. Par nostri havea in-teligentia in Ligorno, et mandonoGorlin et Sebastiani a veder le mura, et che solamente 4 in Pisa era che sapesse la praticha ; fono scoperti et la cossa andò in fumo, tamen in collegio nulla di questo se intese. Credo fusse in consejo di X. Vene Zuam Alberto da la Pigna venuto da Ferrara, et disse come il signor li havea ditto le nostre pratiche si sa per tutto, et cargoe zereha questo domino Aldromandino orator di esso ducha de qui, el qual perhò nulla di cosse di stato se impazava, et li disse sapeva la deliberatione eie. Et presentò una scritura scrita per lui, che par il ducha li dichi : Zuam Alberto, per far cossa a grata a la illustrissima Signoria, vero a Venecia, ma dubito disconzar la prati 99 ca ; perhò li a parso mejo scriver a Fiorenza et a Milano per saper il voler lhoro ; et che l’orator fiorentino, era lì, si volea partir, et lui l’havea retenuto fino venisse la risposta di Fiorenza la qual di brieve aspe-tava; et adviserà dii tutto; si racomarida al principe et illustrissima Signoria. Risposta a la bon’ hora. Dii ducha di Urbim fo lela una lettera drizala al suo orator qui, data a Borgo, dì campo a dì 45. Narra la gran infelicità de l’impresa,-et che nium sia che scrivi la verità a la Signoria salvo lui, et che l’opinione sua è sempre stala et è di fornir Bibiena et l’Averna de vituarie, lassando dentro 1500 et alcuni cavali lizieri ; et il resto di l’exercito tirarsi ad aio-zar a Montaleone, Mónte Cornare, Val Savignone et altri lochi de’ nemici aquistati più in qua, securi et comodi di haver vituarie. Narra il modo di perder Monte Fatuchio, quale lui volendo mandarli 100 fanti, et sier Piero Marzelo provedador deliberò so-prasieder per volerli prima veder. Item, inimici esser più di nui potenti ; et come mandò Baldisera di Scipione et Palmerio di Tyberti, era a l’Averna, che andasseno a ditto Monte Fatuchio avanti Vitelozo Vitelli vi andasse, perchè intendea voler andar ; el manda la risposta di quel Tyberti. Quali andati, et prima quel suo Baldissera con 50 fanti hesscndo menato per il prato di quel loco per una via, per tradirlo come fu, che fu preso da li nemici, el quelli dentro cridando marzocho, dicto Palmerio di Tyberli que sto inteso non andoe più oltra ; et il suo caporal tornò indriedo con li fanti ; et par inimici mandasse il comissario di quel loco a uno castelo. Item, come a dì 1di questo fo concluso far quello lui ducha havea acordato, ma el zorno seguente deliberò il proveditor soprasieder. Item, richiede danari per la sua pagii : et come lì in campo era fanti eh’ era zorni 52 non haveano ricevuto danari, el inimici hanno do 16