MCCCCLXXXX1X, FEBBRAIO. 422 conte Mariano, et che zonto soa Signoria a Ravena voleva andar a la liziera a Castel Delze, et aviserà 421 vere, zoè di la rota de’polani, et di quelle zente fa il zenero dii conte Bernardini ; et che a dì 29 zener P episcopo di Modrusa di morte subitanea è morto. Da CorfH di sier Nicolò da cha da Pexaro pro-veditor di l' armada, di 13. Replicha quello scrisse per il passato di P armata dii Turco ; et manda avisi abuti di Pera di sier Andrea Griti di decembrio, abuti per avanti ; et come era lì con quatro galie sole. Le qual lettere non fo lete. Di sier Antonio Moro baylo e capitano, di 13, in questo lenor. Et come a bocha chi vien di Con-stantinopoli dice de P armata grande fa far il Turcho, chi dice per Rodi et chi per Corfù, e Carnali è soprastante a farla lavorar. Dii rezimenlo dillo, di 14. Come haveano fato lavorar atorno la citi e castelli e atorno il Butintro e la Parga, lochi importanti, et pocho li resta ; non hanno danari da spender, rechiedeno tornesi di la sorte mandoe la mostra. Ilem, hanno, speso in le forteze ducati 150 ogni mexe, et voleno do bombardieri. Et fo terminato mandarli 10 bombardieri et di la polvere ; et io dixi a li capi di X facesseno far tornesi; in la zecha ne era alcuni de fati, quelli fici mandar via, e farne di altri. A dì 9 fevrer, in collegio. Vene domino Nicolò Ariano prothoiero di la Morea, vestito a la grecha, insieme con Alvise Sagudino secretano, qual sapea la lengua, et era stato secretario al Turcho, et 4 altri in sua compagnia. Et venuto in collegio, sento apresso il principe, et presentò alcune lettere dii Signor turcho in grecho, et una di sier Andrea Griti, date in Pera di avosto. Par verigi per richieder Palmadaro et li danari, eh’ era carazaro dii signor in questa terra retento etc. E1 qual prothoiero, benché sapesse la lengua nostra per esser sta qui aliler con li Pexari 169 ‘ da Londra, tamen parlava in grecho, et era interprete ditto Sagudino. Et volendo diete lettere fusse prima lecte, le qual non era translatade, disse non voler dir nulla se prima non fusse lecte diete lettere, et il principe li fe’ dir venisse doman. Vene P orator di Napoli, dicendo haver lettere dii signor re, li advisava dii zonzer a soa majestà P orator nostro sier Francesco Morexini dotor, per tanto ringraciava la Signoria nostra di averlo mandato etc. Vene domino Jacomo da Nolla, secretario dii conte di Pitiano, dicendo el signor conte va di bon cuor, voi 5000 fanti e de lì in suso, voi li danari di le page, et che de li ducati 8500 abuti havia dato a la compagnia, et veniva ben in hordine, et havia lassato sopra le sue zente, lassava in brexana, el come anderano quelle cosse, et è contento tuor li 33 poliedri, è a Monopoli dii principe 'di Salerno, a so conto, pagandoli di le sue page. Li fo risposto optime per il principe. \ ene uno turcho, et presentò una lettera dii signor Turcho, la qual fo translatada et è qui sotto-scrita : voria menar via de qui sue sorelle schiave : fo connesso a li savi ai ordeni etc. Copia di una lettera dii Signor turclio a la Signoria nostra per la recuperalion di schiavi. Sultani Bagiaxit can, de Dio gratia imperador electo de P Asia e de l’Europa. Al glorioso ed illustrissimo sopra de ogni honor doxe de la illustrissima Signoria de Veniexia, rnisier Agustim Barbarigo, la degna et conveniente salutation meritoria man-demo a la vostra Signoria illustrissima. Al presente l’é parso a la Porta del mio imperio un musulinan el suo nome Mechemetis, et ha narado come le do sorde e una neza che fo tolte de là per schiavò al tempo che fo scorzizado un cavo de la Natòlia, et adesso se trovano de là libere, et vui non le lassate vegnir, unde de là vien al presente suo fradello, et lassatile vegnir, da può che le son libere, segondo che femo ancor nui a li vostri. In Constantinopoli a dì 24 dii mexe di avosto. Et se sono altri mussulmani che sono liberi, comandò che abiano libertà de vegnir secondo che femo ancor nui a li vostri. È da saper turchi non scrive il milesimo. Di Arbe di sier Piero Bold't conte, di 1.° fevrer. Come havia nova turchi in Poiana, con cavalli et persone 120 milia esser andati, et quel re dubita mollo ; et havia mandato in Boemia le robe, et ha 30 milia cavalli. Et come el conte Anzolo di Franzipani havia mandato uno secretario lì, et voi dar Segna a la Signoria, et voi ajuto contra turchi ; et li à risposto la Signoria al presente era implicata in le cosse di Pisa etc. Et il principe con li savii mormoroe molto di tal risposta fata ; et li fo scrilo non se impazi, nia alda et scriva et aspeti la risposta nostra, et non dagi lui. Et in questa rnatina altre lettere, non era, che era mirurn quid. Et fu facto pagador in campo sier Homobon Griti q. sier Batista, lo qual io tolsi, et il scrutinio sarà notado qui avanti. Ilem, fo electi do exatori a l’oficio di la raxon nuove per scrutinio, et rimase sier Andrea Bon, era zudexe di petizion, q. sier Antonio, e sier Tomà Donado el 40 criminal, q. sier