m MCCCCLXXXXIX, GIUGNO. 841 Nicolò Fosca ri ni savii dii consejo, sier Francesco Trum, sier Alvixe Venier, sier Zorzi Corner el cava-lier savii da terra ferma, io Marin Sanudo, sier Zuam Trivixan et sier Vetor Capelo savii ai ordeni, et cussi metessemo di scriver al rezimento di Corphù debi acetar ditta oferta, et armar quelli gripi, darli il pam et munition, et ringraciarli. Et che ’1 sia scri-to al capitano zeneral che zonti sarano ditti gripi a lui, li doni ducati uno per uno, overo quello li parerà ; et sier Marchio Trivixan savio dii consejo messe che ’1 sia scrito al zeneral di tal oferta, et piacendoli li debi far armar, et andò in renga, et parlò contra la nostra parte dicendo era sta capitano zeneral, et dispresia li gripi in armada, el io Marin Sanudo, ila volendo li altri savii, andai a defender l’opinion nostra, dimostrando il numero grande di l’armada leva al proposito nostro con molte raxon, licei non lussi maritimo; mi rispose sier Andrea Zanchani, et si scusò haver refudà provedador in la Morea, poi 329 * parlò sier Vetor Capelo, et fo la prima volta, disse poche parole, demum sier Marco Morexin fo in Cao-distria, era sora le pompe, parloe laudando l’opinion nostra, et sier Polo Barbo el consejer intrò in la opinion dii Trivixan, acciò la sua parte andasse avanti, et sier Fantin da Pexaro consejer intrò in la nostra, et il Barbo fé’ che sier Vido Caotorta consejer vice doxe intrò in la sua, tamen vadagnassemo : zoè do fo non sincere, una di no, 73 quella di do consejeri et dii savio dii consejo, 91 la nostra, et fu presa; el fici far le lettere a Corphù stalim. A dì 23 zugno. In collegio. Domenega. Vene sier Hironimo Capelo, tornato provedador per le camere, stato un anno fuora, referite haver Aito intromisiori a’scrivani di la camera di Padoa et a Vicenza, poi a Verona, dannò il scrivani clic sono veronesi, et quelli cittadini esser in disperation, è stato a Brexa et Bergamo, aricorda far uno provedador a Palazuol, ritornò poi a Verona ; di conto nostro havia speso ducati 700 ; poteva spender ducati 1700; laudò Hironimo Donati suo nodaro, Domenego di Alberti razonato; et haver esso provedador auto gran fatiche, non ha dormito una hora tal note, et dimandoe uno loco in. palazo per 1’ oficio suo. El principe lo laudoe, et disse lo volevamo mandar a Treviso a veder le raxon et cosse di quella camera, et ordinato darli il loco. Vene sier Piero Marzelo, rimasto provedador a Corphù, el refudoe. Vene sier Zuam Morexini, va ducha in Candia, dicendo non si polca expedir per andar con le galie di Fiandra justa la parte, pregando la Signoria terminasse: andasse con le galie di altra raxon; et cussi fu fato. Et vene l’orator di Candia, voi monition: fo comesso a 1’ hordine nostro la sua expedition, et castigar la poliza. Ilem, sier Alvixe Rarbarigo, va a Napoli di Romania, dicendo non poteva andar, et li fo concesso a partirsi a mezo lujo. Vene sier Andrea, et sier Alvise Soranzo da la nave et sier Piero da cha da Pexaro cassier, et ace-tono di armar, et comenzò a poner bancho. Vene uno messo del Cardinal di Napoli, con una lettera di esso Cardinal, lo ricomanda a la Signoria sia messo nel collegio a Padoa. Da B issali, di sier Alvise Limi podestà el capitano, di 21. Havia ricevuto lettere di la Signoria nostra con li cai di X, che ’1 castelan di la Scala debi star serado lì : à fato il comandamento. Ilem, esser venuto l’inzegner di Friul lì, li mostrerà la forteza di la Scala, etc. Ha di novo, il re di romani partì da Meram venere per andar a una bastìa, tolse a’ agnelini, overo a Felchrich a l’altro suo campo; et che a Trento, Ivam et Borgo si fortificava; et che in campo si crida Italia, Italia. El manda una lettera di quel zorno, abuta di Piero de Stechiin eastelam al Covolo: come il re era partido da Meram, et in Valdinosta esser sta roti todesehi 2000 da’ agnelini, et esser con agnelini la liga dii Bo, et la liga Grisa, in tutto da 80 milia persone, vanno in Vaivenosa ; et à mandato a disfidar il re di romani a la pugna el dì di San Zuane ; sichè tutto quel paese longo 1’ Adige è in teror. Da Bergamo, di sier Hironimo Orio podestà, el sier Francesco Baxadona capitano, di 20. In risposta di nostre lettere zerelia il star vigilanti a li confini dii re di romani, dice confinar solum con la Valtelina eh’ è dii ducha di Milan, et di là è dei todesehi, et che ’1 ducha fé’ una crida che tutti senza pagar dacio portasseno vituarie in Vaiteli na, et de-vedò vituarie non andasse a’agnelini; et il re di romani è per venir lì con zente dii vescovo di Cuora, dii Vescovo di Trento et di quel di Brexanon. In questa matina fo parlato di far far oration, et dar farine a più monestieri per elemosina, acciò pregino Dio. Hem. exposi, come non si trovava zurme voles- 330 sero venir su le galie grosse, a lire 8 al mexe; ma voleno, andando in armada, lire 12, come si arma le galie sotil ; licei eri di hordine dii collegio facessemo far una crida in piaza che li si daria paga per 4 mexi et chi non anderà al presente non possi più andar su alcuna galia per anni i), tamen nulla valse ; et le galie di Fiandra che statim soleva esser fornite, non poteva armarsi. Or fo parlato assai, et il collegio ne