543 MCCCCLXXXXIX, MARZO. 54 ì Valona, esser sta mandato bordine a Mustafà Bei fazi conzar et armar de li l’armata celeremente, et Fait bassa fa far uno grosso schierazzo e do faste. Et haver da Capigi bassa, ditta armada anderia in Puja a San Cataldo per haver cussi concluso con 1’ orator di re Fedrico ; e che dito re è contento, et il signor Turcho li voi dar altro- stado che non li sarà tolto da altri. Iiem, che’l fìol dii signor Zuane da Castel-novo bassa è capitano di l’armada, eh’ è gran nimico di la Signoria nostra, et in Sira per do bande una questa di la Valona con parte di quella da Costantinopoli è palandarie, et 1’ altra poi anderà a Rodi. Item, esso rezimento ha lettere : Di Napoli eli Romania. Come quel rector fa lavorar la terra e ritien li navilii etc. Concludeno quel populo di Corfù è molto sbigotito, e ricordano le provision, voi 2000 spade a farle pagar de lì, et fero, polvere di bombarda, et li contestabili. Et da Napoli di Romania di retori, et di Nepan-to di sier Hironimo Trum, vice provedilor, el di sier Piero Sanudo sinico pur di Nepanto. Si have lettere zercha questa gran armata, et si fazi provisione. Et in le lettere di Corfù prime. Par che l’orator nostro, va al Turcho, zonto lì, volesse menar con lui a Costantinopoli alcuni turchi qualli fono presi per sier Polo Nani soracomito e lassati de lì‘in prexon; et che sier Beneto Valier di sier Antonio et sier Jaco-mo Contarmi de sier Zuane, vieneno da Costantinopoli, lo ha consigliato non li menino con lui per ca-xon di non haver garbujo. Di sier Simon Guoro provedilor di l’ armada apresso Corfù in galia, a d' 6 et 7 viarzo. In conso-nantia di quello è sta scrito di sopra zercha l’armata dii Turco ; et è stato a Castel novo a veder, aricorda al baylo debbi far conzar la cisterna. Item, lui pro-veditor se ritrova lì con do galie. Di sier Andrea Zanchanì, va oralor al Turcho, di 11, da Modon. Come a dì 8 si parti da Corfù et a dì 9 zonse lì a Modon, et ivi si ritrova sier Nicolò da Pexaro proveditor di l’armada, et Marco Barbo soracomito et le galie Zaratine venute con lui per dubito di uno corsaro turcho è in l’arzipielago, le qual galie sono mal in bordine, ha tempi contrarii, e sopra la galia, soracomito sier Zuam Francesco Baxadona, pur si parte e anderà al suo viazo. Et come uno Al-vixe di Zuane, vien da Costantinopoli a la Signoria nostra, dice di la gran armata fa il Turcho et lui non crede ; manda lettere venute da Costantinopoli con la nave palrom Urban di Orsi per el presente gripo. Di sier Nicolò da cha Pexaro proveditor di /’ armada, da Modon. In consonantia. Di Costantinopoli di sier Andrea tìriti date in Perù a dì 18 fin 27 zener, drízale a Zacaria di Freschi secretario, in zi fra. Come lr ultime sue è del 19 novembrio, et 1’ ultime ha dii baylo nostro di Corfù è di 8 novembrio. Aferma esser per ussir potente armata e danno danari fuora a furia; e il dañar vien disborsato senza esser richiesto, eh’ è gran signal, la qual è per ussir da poi zugno. Lui voria veder 1’ orator nostro fusse zonto lì, la qual venula è molto desiderata, perchè lhoro voleno saper si la Signoria voi mantenir la pace, perchè 1’ hanno per dubia, e per tanto non credono esso orator vengi. L’armata va sequendo e si fa gran preparation. El capitano de Galipoli è lì tutta via a sollicitar ditta armata. Et che quel capitano andò a correr su quel di Poiana. Et il tartaro di Cafa par sia tornato e abuto rota, maxime da Stefano Carabodam, qual non havendo voluto lassarli passar par che li habi dato rota di 6000 persone, lamen quelli turchi non la dicono. Item, come quel Ferisbei di Scutari ha mandato uno schiavo con lettere a la porta, a dolersi di la cossa di Cataro, dii bruxar di una caxa su le saline, et la risposta fatali per il conte di Cataro, et il signor F ha la saputa e F abuto a mal, à rescrito come fe in la materia di Antivari, e crede il schiavo di Ferisbei verà a la Signoria nostra con dir non ha scrito al signor, manazarà etc. E lui aricorda è bon viver ben con lui e conzar la cossa, et cussi è in effeto che mandò il schiavo, come ho ditto di sopra. Di Liesna di sier Alvise Burbarigo conte, di 15 fevrer. Come havia scrito per avanti di alcune bar-ze erano in colfo ; et al presente dì, nota haver nova che una barza havia preso sora Manferdoràa uno na-vilio raguseo. Da Zara di sier Francesco Venier conte e sier Francesco MarzeUo capilano, di 13 di questo. Manda a la Signoria una lettera abuta da do fradelli signori di Sdriza molto longa. In conclusione voriano soldo e ajuto da la Signoria, si offerisseno far assai cosse. Et avisa il re di Ilungaria havia comandato a tutti de lì intorno dovesseno star a obedientia dii ducha Corvino. Quello vogli dir, essi rectori nostri di Zara non sanno. D i Milan di l'oralor nostro, di 20. Come el ducha et oratori stanno con expectation che la venuta dii ducha di Ferrara qui sortissa qualche bon effeto per le cosse di Pisa. Et il ducha da poi pasqua manda domino Marchexin Stanga al re de’ romani, e a F archiducha di Bergogna suo fìol etiam li manda qualche suma di danari, e de F altro non era. A dì 23 marzo. In collegio fono alditi li consoli