■UDIX, MARZO. 40 do episcopi, Napoli e Santa f, do preti, Voliera et regino, do dyaeoni, Medici e Farnese, et in loco di Napoli, quando el non potesse esser, leva intrar Santa f. Item, di la risposta fata a li oratori francesi, che ’1 papa li darà 500 homeni d’arme et 4000 fanti, ma non li voi dar danari etc. Item, come havia quel zorno jurato li capitoli con Franza, coram car-dinalibus et oratoribus francesi. Item, di parole dite per il papa, che ’I scomunicherà venitiani, non li restituando le terre. Et alia secretiora. Da poi disnar fo consejo di X con la zonta. Et primo, reduto symplice, preseno retenir uno Ale-xandro, veronese, famejo di sier Zorzi fimo, et uno pisano, bombardier; qualli, insieme, in una botcga di barbier a San Zane Pollo, haveano ditto, esso Ale-xandro, che so missier havea dà do volte le Ieri*' dii papa a questa terra, et tavien lo haveàno falò cazer provedador in campo; et che havia aldito a dir questo la sera, a taola, risonando suo missier con suo Boi, sier Zuan Emo etc. Et poi, chiamata la zonta, essi nominati fonno retenuti. Et risolto il consejo di X, a hore una in zercha, il colegio introno in camera a examinarli e darli corda, videlicet sier Piero Balbi, consier, sier Nicolò Donado, cao di X, sier Marin Justignan, avogador, et sier Alvixe Malipiero, inquisitor. Noto. Fo divulgato, il vicedomino nostro è a Ferara sarà licentiato; et che ’1 orator yspano, è qui, si dia partir etc. È da saper, cri, di hordine di sier Andrea Corner, sier Stefano Contarmi et sier Nicolò Donado, capi dii consejo di X, fo ordinato la bolla si serasse, e niun più intrasse, sia di che grado e condition si sia, excepto quelli di la canzelaria. Item, a Mantoa e Ferara erano stà trovali molti boletini, apichati in diverssi lochi, di questo tenor: A questa impresa Veniexia spenderà, non perhò perderà, ma Mantoa e Ferara pagerà. . A dì 30 dito. La matina fo in colegio domino Sonzin Benzon, venuto qui, confinato a Padoa, per esser stà asolto dii bando, et disse era prompto a meter la vita per questo stato. E li savij li voleno dar couduta. Ite In, vene sier lletor da cha’ Tajapiera, venuto podestà et capitanio di Cao d’Istria. Referite podio, 16* per non esser tempo di questo. Item, ozi partì sier Hironimò Barbarigo, sopra cornilo di una galia bastarda. Da poi disnar fo pregadi. Et leto letere di Cre- mona, Crema et dii vicedomino di Ferara, zanze, et di sier Andrea Donado, provedador a Monopoli, di quelle occorentie. Item, di Ferara, il vicedomino scrive, quel ducha dà il passo a li fanti, vieneno di Romagna e vanno in veronese. Da Vicenza, di provedadori generali. Dii zonzer eri lì ; et partirano per Monte Forte, et poi an-derano a Verona. È stà ordinato le zente cavalchino in veronese. In questo pregadi fu fato do savij a terra ferma, ordinarij, e il 3.° loco fo risalvato a sier Antonio Condolmer, vien di Franza, juxta la parte. Et ri-maseno : primo, sier Alvise Mozenigo, el cavalier, et sier Alvise di Prioli, stati àlias. Fu posto, per li savij tutti, che, atento si arma, che doman, eh’ è il sabato di 1’ Olivo, da poi nona, nel mazor conScjo sia electo capitanio zeneral di mar etc. ; sì che danno famai voler far grande armata. Et fu presa. Fu posto, per il serenissimo e savij, do decime, et una tansa a la chamera d’imprestidi, al monte nuovo, a pagar la prima decima a dì X, la 2.“ 20, con don 5 per 100, e la tansa per tutto el mexe, con don 5 per 100; et fu presa. Et noto, intisi che parlò sier Pollo Barbo, procurator; non so la materia. Noto. In questa matina, in do quarantie civil, fo spazà la sententia fata per sier Marin Morexini, olim ai 3 savij sora i conti, contra i heriedi dii quondam sier Beneto da Pexaro, fo zeneral, condanato certi danari per vini mandati a tuor etc. Fo disputata 3 conseglij et ozi fata bona : 45 bona, 20 taja; sì che do sue sententie noviter contra i Pexari fate bone. Item, il colegio diputato, in camera di consejo di X, per il famejo di sier Zorzi Emo, si reduse, e questa matina e la sera, e detono corda, et inteseno il modo l’udite dite parole. Quel seguirà scriverò di soto. Noto. 11 perdoni a la Pietae comenzò ozi a ve-sporo e dura doman, et cussi a San Zane Nuovo, noviter abuti da questo papa Julio. In questa serra, a hore zercha do di note, se impiò luogo in marzaria a San Zulian, in le chaxe di la chiexia, dove steva tascheri et libreri, per fuogo in-trò in certa stopa di tasche. Non fu reparato, e brusò le caxe nove, che za 27 ani etiam si brusò ; fo gran fuogo. Et est mirimi, che imo canton di ditto stabe-le, qual è di la scuola di San Zuanne, dove è pynta una Nostra Dona, la qual è assa’ honorata, e a 1’ altro focho si brusò la vesta atorno, e il legno dove è pynla non si brusò ; et cussi a hora, dita caxa, dove /