81 MCCCCJLXXXXVIli, OTTOBRE. 82 ze e si doleva de l’indusia che nostri mostrava per | far la mostra; Frachasso è a Forlì, el qual si dice, partiti nostri, corerà fin su le porle di Ravena; et il podestà di Ravena dubita assai ; et che la madona di Forlì havia otenuto da Milan di romper a Faenza, partendo de lì nostri. Dimandavano denari per dar il resto di la paga a le zente. Et che per do fanti, venuti dii campo nemico, aveano inteso li fanti scampava per non haver denari, et nostri havia auto Popi, et che alcuni fanti, doveano andarvi per soccorso, per questa nova non erano mossi, ma voleano andar con tutto il campo. Tamen, non fu vero nostri liavesse auto Popi. In questo pregadi, fo preso di scriver al marclie-xe di Mantoa, zoè al nostro proveditor, qual la dovesse lezerla, meravigliandose di quello facé.i, et co-meinorando li beneficii recevuti da questa Signoria. In conclusione, sapientissime ditata per Gasparo che fece contaminar (sic) tutto el conscjo: la qual bave tutto il conscjo, et slatini fo expedita ; ma nulla valse. Item, fo preso che atento la dilerentia di brexani con quel comun, uno di dieci comuni, qual contrariavano la citii per caxon dii monte di Pascozo et con-zosìa altre volte fu preso di far 9 nostri patricii per collegio quali doveseno difinir ditte differentie, et fono electi sier Ilironimo Querini, sier Ilironimo Contarmi da Londra, sier Zaeharia Dolfin, sier Piero di Prioli fo di sier Marco, sier Antonio Calbo e sier An-zolo Barozi qualli sono al presente, ma ne mancha-va tre, sier Bertuzi Valier morto, sier Andrea Memo era morto et sier Beneto Sanudo consolo a Damasco ; che damò sia preso che, in loco di questi che mancha, per il collegio sieno electi, et cussi in execu-tiom di tal parte, fono electi 4, in loco eliarn di sier Antonio Calbo era intrato avogador di comun, et rimasero sier Marco Dandolo doctor e cavalier, sier Zorzi Pixani doctor e cavalier, sier Michiel Foscari et sier Ilironimo Bon, quali fono electi a dì... no-vembrio. E da saper, erano quivi oratori per brexani domino Zuam de S ilis doctor, et domino Lorenzo di Cavriol e cussi fono electi. A dì 31 octubrio, in colegio, non fu el principe. •Vene lettere di Mantoa di sier Nicolò Foscarini, di 29 da sera, nulla da conto : che ’1 signor solicitava e dimandava il numero di provisionati voleva far la Signoria, et aspectava la risposta. Di Pisa di provedilori,'di 23. Inimici esser dove erano a Santa Maria in Monte, castello fortificato, e facevano il bastione dii monte di la Verità ; et che il signor Octaviano di Forlì non era partido di carn- I Diarii di M. Sanuto. — Tom. II. po, ma ben alcuni balestrieri per numero 50 dii conte di Cajazo venuti in Romagna. Dimandavano danari, nostri per la paga ; che a dì 24 sariano assai danari. Item, 1’ Arno era basso ; le galie non poteva ussir, et era forsi 2000 amalati di febre. Ancora vene di 24, come hpeano, per spie, a Livorno si armava uno galion grosso, una caravela, una barzeta, una barcha grossa e tre brigantini con cortaldi et arti-larie suso, capo Cristophoro Gajardo, per venir a la torre di la Foze per haverla. Di Bologna di Antonio Vincivera secretarlo, di 29. Come a Fiorenza stavano mal, sì per la prima nova dii marchese di Mantoa, come per il passo ote-nuto per nostri a Bibiena. Haveano fato 6 contesta-beli con le zente poteno haver. Item, esser divulgato de lì, el marchexe reconziliarsi con Milan et la Signoria nostra li mandava ducati falsi, et che el ducha havia mandà de lì via, sopra cari a Forlì, artelarie et danari in testoni : dice esser 12 milia ducali, tamen non erano 4000. Item, esser passa de lì domi- 33 no Antonio Frizon orator neapolitano, va in Franza, con 40 cavali ; et che il ducha di Milan volea il signor Zuane et suo fio! domino Alexandro cavalchi ; et il referendario qui ’1 si faticha. Di Ferara dii vicedomino, di 29 et 30. Nulla di conto. Mandava le lettere di Pisa venute, et quelle da Bologna. Di campo a Vittafrancha, di 29. Come a dì 30, la matina seguente si doveano levar per andar a Bibiena. Et che li do fanti venuti dii campo nemicho, olirà quello disseno, havia dito nostri haver hauto Popi e manchava il palazo ; et che domino Hannibal Bentivoy havia scrito a Bologna non voi esser pili con la Signoria, per quello havia fato Zuam Filippo Aureliano in la sua mostra ; et dimandavano dana- • ri, etc. Da Roma, gionse da poi disnar lettere di l’ orator, di 27, date a Porto apresso Ilo stia. Come era ivi andato a piacer, et havia ricevuto lettere di la Signoria nostra, et che ’1 papa vene quel zorno lì per andar a Hostia a star tre zorni e tornar a Roma, et esso orator li andò contra et a cavalo parloe con sua santità. Poi smontati, sento su uno sasso el papa ; eravi el reverendissimo Cardinal Borgia et il Cardinal di Perosa hora chiamato di Capua, et l’orator nostro li expose il tutto, e de li oratori fiorentini parlidi. Rispose : sapeva volevano lassar Pisa come Pistoia, et che fiorentini solecitavano il re di Franza tolese Pisa in sì, con promision poi di restituirgela ; dii tuor dii marchexe di Mantoa laudava ; et il ducha di Milan si doleva di la rota fede. Di Franza, disse 6