333 VCCCCLXXXXIX, GENNAIO. 334 Cornaro e portar le munition soa in 1’ Averna e Montatone e abandonar quelli do lochi con bon modo, e ponervi in Chiussi '200 fanti e andar a Gielo, Sarna et Bazen lochi inimici, quali li haviano. Item, in Bibiena esser vituarie per uno mexe,' e lì voria tenir 150 homeni d’ arme et altretanfi cavali lizieri e li soì 1000 provisionati, e intrar o in Romagna over andarsi come supera far a conzonzersi con .li nostri di Pisa, et voria ruinar il resto di castelli pisani. E come lui havesse fato buso, spingier li homeni nostri avanti, zoè le zente d’arme, overo voria da cavalaro venir de qui. 136 Di Bibiena di sier Piero Marcelo, di 5 et 7 hore 24 in zifra. Molto longa e fastidiosa per esser di sua mano e mala lettera. Come quella matina col du-cha era andato a l’A verna, trovò il signor Carlo era lì con l’Alviano che volevano venir a Bibiena. Ilem, esser zonto il signor Franzoto Orsino lì a Bibiena a piedi venuto, et li portò ducati 3000 d’oro, etiam esser zonti 400 fanti di quelli dii ducha di Urbin pagati a lire 10 l’uno, et li caporali quali li portono raines 1333 e sacheti 15 farina, poi esser 3 in 4 stera. Ilem, el ducha voi star lì a Bibiena. Et haver ricevute lettere di la Signoria nostra in materia haveva danari e si doleva ; risponde haver mandati li conti et haver uno colateral bergamasco, et il desordene di la fuga di le zente esser sta per tristizia e non necessità. Ilem, spagnoli voleno la paga over partirsi. Zanon da Cotogno contestabele è a 1’ Averna con 6 compagni ; et uno Bernardin da Brexa contestabele è in____et nostri tien pur ancora Vergareto ; et ha- veano in Bibiena fata la descrition: era da viver per zorni 40 in la rocha. Era molte altre lettere ma non fo lele. Intrò li cai di X et mandono tutti fuora et lexeno tra lhoro alcune lettere. Vene prima questa matina alcuni portogalesi venuti con do barze carge di zucharo di Mederà per valor di ducati 16 milia, quale eri erano intrate dentro li castelli et era a la doana, li qual zucari disseno esser di raxon dii re, drizate a Matio Qui fiorentino con li qual era in collegio. Et questi presentò una lettera dii suo re al principe, sarà scrita qui soto, et vo-riano non pagar decime per esser cossa dii re, et ofe-riteno prima le barze a’servicii di la Signoria nostra, et come spendevano ducati 12 al zorno in vino {ter haver 100 homeni per barza, pertanto voleano licen-tia di poter comprar vin a Padoa et condurlo in questa terra senza dacio. Et il principe li earezono assai, dicendo fosseno ben venuti offerendosi, etc. quanto al pagar di le decime non si poteva far nè etiam portar vini per esser incantadi li dadi, etc. Copia di lettera scrita per il re di Portogallo a la Signoria nostra. Illustrissimo principi Augustino Barbadico inclito urbis Venetiarum duci, etc. amico nostro carissimo, Emanuel Dei gratia rex Portugalie et Algarbio-rum citra et ultra mare in Africa, princeps Castelli», Legionum, Aragonum,' Sicilia, Granate dominusque Ginece, salutem plurimam et prosperitatis augmen-tum. Navigai in istam celeberimam urbem zucharis nostris onusta navis nostra Cygnus, quam utinam reduccm destinavimus Mathio tlorentino ibi como-ranti, cui comendatione nostra eorum zucharoruin venditiosoli incumbit; verum cum ejusdem navis salutem maxime optemus, eam vobis majorem in mo-dum comendamus, rogamusque velit prò sua sìngu-lari virtute mutuaque nostra benivolentia illam cum ejus patrono et magistro sotioque omni solita hu-manitate excipere atque tractare efficereque, ut quam citius bene expedicta redeat ; erit hoc nobis quam gratissimum redituris rebus et comendationibus ve-stris omnibus pacem amoris et humanitatis affoctum. Data; Lixbonae sesto die mensis septembris. Signatis manu serenissima; regina; horum regnorum guber-natrix anno domini 1498. A tergo illustrissimo principi Augustino Barbadico inclito urbis Venetiarum duci, fratri, amico nostro carissimo. A dì 15 zener, in collegio non fu alcuna lettera, solum sul tardi di Conejam di sier Marco Antonio Barbo podestà. Avisava esser caduto il resto di le mure di quel loco, et fo terminato rifarle, et scrito a Treviso et Conejam fusseno refate, et vedesseno la spesa anderìa. Vene il secretano di l’orator di Ferara, sta qui, et mostroe una lettera dii suo ducha in rccomanda-tion di alcuni de Comachio erano in prexon zà molli mexi per contrabando di salii, che fosseno expedi-ti. Demurn pregava di non pagar dacio di certi zan-beloti mandava a Ferara per uso dii Cardinal fiol dii ducha. Et per il principe li fo ditto quanto a la prima si soleciteria li avogadori, e a la seconda fu concesso. Vene uno boletin di l’orator di Milan, qual voleva mandar a Milan al signor 4 bote di malvasia et alcune mandole, pregava etiam non pagar dacio, et li fu fato el boletin. Etiam mandoe a pregar il principe che li era venuto certo vin per suo bever