727 ■ , MCCCCLX X X X l X, MAGGIO. 728 Et la caxon di quosto fo per cl falir di do banchi, et la terra si doleva de’salvi conduti fati per il consejo di X. Et in questa matina vidi venir in collegio sier Beneto Zustignani, con molti merchadanti et zenthi-lomeni driedo, qualli cridavano fusse roto il salvo conduto a li Lipomani etc. Et ditto venisseno domali. • ilem, è da saper sier Mafìo Soranzo q. sier Vetor el cavalier pròcurator, era arzentier di Lipomani, falite per ducati 20 milia ; eliam el Perduzi, el Alvixe Nichela, teniva bancho picolo per mezo i consoli, iterum Ialite. Vene l’orator dii re di romani, dicendo la preposta sua non esser sla intesa, voria veder li conti, et non dimandava danari, et pur s’il pareva it [a gj. gnoria prometer li ducali 6000 a la cesarea majestà di darli in altro tempo, et poi quello faria come li piacerà. Li fo risposto per il principe: eri li fo dillo la risposta; et cussi tolse licentia, et si partì mal contento da nui. Vene li do oratori fiorentini, dicendo haver da soi exeelsi signori che pisani non voli ano star al lodo, et pregava la Signoria volesse far, con quelle vie li pareva opportune, che ubedisseno. Ilem, che uno Jacomazo da Cremona et uno Lodovico Crema, erano in Bibiena per fiorentini, quali, licei havesseno salvo conduto di nostri provedadori, fono retenuti et toltoli il suo, pregava la Signoria facesse renderli. Item, hanno nova pisani oltra che hanno mandato a Roma, Pranza et Milan, eliam a Siena et Lucha, con li qual voleno esser uniti etc. Poi parloe Paulo Anton Soderini; come dovea ritornar a Fiorenza, et restava qui il collega suo, et diria ben a quella repu-blicha, si oferiva etc. El principe rispose al primo : « Nui dal canto nostro haver fato il lutto, ben conse-java fiorentini andasse per la via bona, el non con guerra ». Et llioro oratori risposenoeonvenimo haver Pisa, el Fiorenza non po star senza quella, unde convocano far il tutto per rohaverla. Et il principe li ( I isse: « L’è meglio far pacifice che con le armi, quanto a quelli do se intenderia, et poi al Sederini disse andasse in bona bora, et oferissa la Signoria nostra a quella republiclia, et di tempo in tempo si saperia ». Poi li disse clic fiorentini rompevano il laudo per haver minalo le mure di Ribiena. Risposeno li oratori non esser vero, et poria esser havesseno fato ruinar li bastioni, et per questo li muri lbsseno caduti. Da Franza, eli Ìorator, di 10, date a Bles, zon-te eri sera, et portale per Zuam Gobo corier, quale erano in zi fra. Avisa alcune parole fo referite al Cardinal Roani per uno venuto da Milan, qual fu Piero Zuane da Forlì eh’ è dii Cardinal San Piero in Vincula optimo explorator, el qual 'con voluntà dii roy in pochi zorni era stato do volte a Milan, et parloe al ducha, qual li dimandò si el Cardinal Roani poteva tanto con questo re quanto poteva Samallo con re Carlo, et disse che poco stimava li condutieri franzesi, ma ben il Triulzi, et che il re di Napoli li prometea homini d’arme 100 in suo ajuto, et il re de romani li offeriva costato et la persona per conservarlo ; et tien che sarà suspeto la Signoria nostra non mantengi fede al re, si perchè Pisa fo adata per altri che per soa majestà, eliam por 200 stratioti venuti di Pisa a Milan, et che non resterà far tutto per poner suspition a la regia majestà; et per questo anno il roy non torà l’impresa, si per l’arniada fa la Signoria, la qual è occupada, qual per esser sguizari in guerra con il re di romani ; et che la majestà dii re rispose : quanto a l’armada turcheseha non dubiti la Signoria, perchè volemo poner lo stado e la corona in suo ajuto. Item, a dì 8 ricevete lettere noslre di ultimo aprii, et la matina fo dal re in camera, qual 10 menò a messa, et li expose la ratiiieation di la liga lezendoli la lettera in vulgar, et sopravene il gran canzelier et il re li disse : è bone nove ; rispose el gran canzelier : che zè ; disse il re : la Signoria mi manda la retification ; et esso canzelier rispose sta ben ; poi il re li comunichò alcune nove de’sguizari, la copia di la qual manda. Item, soa majestà ha deliberato che 400 lanze passino i monti, et dice haverà homini d’arme 1500, eh’e duplicato numero di le lanze de Italia, perchè ogni lanza è 8 cava li francesi, et che questo passar i monti era sta deliberà nuovamente come li liavia ditto monsignor ili Ugni. Item, il re tornava al vilazo a piaceri, il morbo era pur lì, et che l’orator di Monferà liavia ditto al re la creation di do nostri oratori, di la qual cossa il re mostrò haver piacer. Item, eri vene lettere, et il locotenente dii prior di Alvernia con uno noncio venuto da Rodi, disse di la gran armada turchescha, unde 11 re, oltra le do nave, eliam mandava altre quatro nave grosso, et alcune galie, et munition et artila-ria per valuti» di scudi lo milia. Item, che quel zor-no era concluso il matrimonio dii ducha di Yalenti-noes in la fia di monsignor di Albret. Item, monsignor di Borbon non era ancor zonto, et dimorava in camin per caxon di lo gote ; et monsignor di Beu-inonte, vien orator a la Signoria nostra, partirà de li por 6 zorni. ' Sumarii di nove de' sguizari, di 3tì aprii. Come sguizari non anderà a campo a San Poron, ma starà a Cotinburg et voleno lassir 2000 hfmiini, et