•i<Ì9 MCCCCLX XXXIX, GENNAIO. 350 da peste; Vileleschi è a la Pieve con 2000 fanti, Frachasso di dì in dì si dovea partir. Ilem, ha scontri li fanti mandava el Gradenigo a rìconzar le strade ; quelli di l’A verna e Montalon stavano streti ; a Gastei Delze eominzava a venir vituarie dii contado ; sichè avisava etc. Di Rimano di Zorzi Franco secretario, di 18. Come eri el signor li disse de Borso et Andrea Uzar-dello retenuti per lui che li volea liberar a com-piacentia di alcuni, maxime dii ducha di Ferara, per li qual mandò suo secretario de lì, et volea certa su-ma dì danari dia haver, e ha manda uno Lodovico Batagino a Ferara per tuor danari, è ritornato con pantofe con feri dentro per romper la prexon e chavarli fuora, sichè vedendo tutti procurava insidie contra di lui, havia questi do sopranominati restreti et retento quel Lodovico preditto, et lo à relegato a confin a Bologna con taja, e cresula la custodia a li retenti, tamen si vera li danari si conzerà le cosse. Feva intender questo a la Signoria, el qual aspela la risposta zoè dii agumento suo. Di campo nulla era ; il magnifico Piero dimanda farine e passadori ; et come havia abuto uno conto intrigalo da che lui à ricevuto le munition a Castel Delze, et che domino Polidoro di Tyberti havia abuto dal papa la trata di 1000 some di grano di Cesena, le qual ha venduto a’ fiorentini. Da Siena di Alvise Sagudino secretario, di 11 el 12. Che nulla havia da conto da poi la partita dii signor Antonio Maria che pur de lì si facea stima. L’orator di Milan à dito a li soi homcni d’arme non 10 siegui, maxime li subditi ducheschi soto pena re-bellionis-, sono 12, e al resto li promete danari e va-dino in aiuto de’ fiorentini. Risposeno li altri non voler andar ; et era stato da li signori a dirli ritornando non lo volesse aceptar sul suo dominio e volesse retenir la sua dona per haver roto la fede ; li fo risposto esser partito con voler di molti senesi per non esser pagato : quanto al retenir di la moglie ele-zerano 6 citadini, et cussi hanno electi 6, do di novi, do dii populo et do di zentilomeni sopra questo. Da Fiorenza sentiva gran tumulti, maxime da poi la cosa di stratioti di Pisa a Montepoli che à messo grani teror, et etiam l’ultima coraria fata mia € verso Fiorenza; dubita stratioti non corano fino su le porte; el fermento a Fiorenza vai lire 7 el ster venitiano, et è 11 morbo ; hanno fame e guerra ; fo trovato alcune 142 ’ polize per la terra de diverse man dicea le palle fin pochi e pochi zorni ballerà ; e li contestabeli di soldati ogni dì sono a le porte di la Signoria per haver danari : li danno bone parole. Ilem, esser fama di P acordo e liga dii papa, re di Franza et la Signoria nostra; et senesi dicono fiorentini sarà spazadi si questo siegue. Et per la lettera di 12, còme era comin-ziato una nova pratieha di pace tra’ fiorentini e senesi, e questo per haver la quietation senesi di Mon-tepulzano, perchè seguendo P acordo con la Signoria non saria poi a proposito loro nè fiorentini lo faria. Et da poi la partita dii signor Antonio Maria de lì, hanno electo uno orator a Milan, domino Antonio di Venafri fe orator a la Signoria nostra, amico di Pandolpho. Da Puola di sier Bortolo Culbo conte, di 7. Come per avanti scrisse zercha la incursioni fata per quelli di Barbana loco di l’iinperador, contra nostri, di uno castello chiamato Mamaran a quelli confini soto la sua juriditiom, et al presente avisa diti home-ni di Barbana haver mandato a restituir tutti i animali tolseno e nulla vi mancha, e son sedate quelle discordie, et havia ricevuto li biscoti per le nave etc. Da poi disnar fo gran consejo, et li savii non se reduseno. A dì 21 zencr in collegio. Vene uno romano con lettere di conservatori di Roma di ultimo avosto, in recomandatiom di uno Filippo Arzoni romano, qual li fo tolto a tempo di sier Jacomo Marcello capitano zeneral da mar, per il prender di certa nave, alcune sue cosse : pregava fusse reintegralo. Et li fe risposto per il principe ; fo preso in tempo di bona guerra, et se ne andasse. Vene domino Marco da Martinengo, era presente li cai di X, el qual zà 4 zorni era zonto e voleva au-dientia, el qual dice esser stato a Pisa mexi 15 con pocha obedientia, et esser venuto qui con licentia, e questo per iustifichar di una soa lettera fo intercepta et per dir il tutto. El principe li disse che havia una impresa gloriosa e che si doveva far lionor, et ditoli che da li savii da terra ferma saria aldito et expedito, lui si partì, e poi consultato fo chiamato dentro e ditoli acciò le cosse fusseno più secrete andasse ai cai di X a esser aldito. E fe commesso. Da Castd Delze di sier Jacomo Venier proveditor, de 17. Come eri sera zonse lì, stalo a Sojano. Italiani da Carpi è amalato con febre, et havia scontra fanti comandati dii ducha, ritornavano a Urbin. Li vene contra el conte Antonio di Urbin, e li disse haver in mandato dal ducha di andar a Urbin, et sier Zuam Paulo Gradenigo era lì al basso amalato e lui era alozato in castello, el qual volea licentia di par-tirse ; rispose non haver libertà, pur anderà a, Ravena a curarsi, et quel zorno era partito il magnifico Piero di Medici. È lì domino Hanibal Bentivoy, ma