7G5 MCCCCLXXXXlX, MAGGIO. li voleva mal ; et che soa majeslà alias disse a esso orator « non vo’ star sotto done » ; et come andò hes-sendo esso orator da lui alias in Bertagna per tuor quella eh’ è soa mojer al presente, fo relita dii re Gir- lo, et erano inamorati; ma ha vendo lui re, hessendo ducha di Orliens, madama Joana, sorella dii re Curio per dona, la qual è brutissima, il ducha di Bretagna non volse darli la fia. Or fo roto esso re presente da’ francesi, et preso stete in prexon di re Carlo suo cuxin, anni 2, et li disse che re Girlo era zeloso etiam in vita di la moglie di questo suo cuxin ducha di Orliens. Et poi morto re Carlo volendo il re questa dona, et mandato a Roma, sopravene la volontà dii papa di mandar Valenza in Pranza, et fo comessa la causa di la dispensation di le noze di la prima moglie a monsignor di Albi, et l’episcopo di Setta portogolase, qual vene con ditto Valenza in Pranza, et fono examinati 70 testimonii, qual dicea mai non fu matrimonio insieme perchè questo re havia anni 14, et per forza la tolse per paura di re Alvise, suo padre di la dona, et suo barba, el qual non la tolendo per moglie lo volea far pender, zoè impichar ; per l’altra, perchè il re Alvise era suo santolo, et lo lene a batesimo, né mai questo fo di-spcnsado ; et a l’incontro le raxon di madama Joana dicea era consumà el matrimonio, eh’ è segno volontario, et il re a questo respondeva da poi la morte dii re Alvixe non l’haver mai tochà et è dona brutissima, et questa madama Joanna dicea scire son contenta tuorve pur che ’1 se possi far. Or fata la sententia in suo favor, celebrò le noze in Nantes a meza note sposò, et andò in leto. Or a la liga, eh’ è a . dì 22 octubrio, si parlino essi oratori da Paris, seguendo la corte regia fino in Nantes di Bertagna, con gran fatiche per esser inverno; et lui haver anni G7 ; et la causa era perchè il re era messo suso che la Signoria feva tromparia, zoè inganamenlo, et il re è mollo suspetoso, el li era ditto gran mal ; etiam voleva danari perchè li era ditto havendoli si polea scusar con li populi non spendeva li danari di la Pranza. Or fata la liga, post viulta, perchè il re volse, et monsignor di Lfgnì l’ajutò, et la venuta dii Cardinal San Piero in Vincala a la corte valse assai, perchè lui dicea al re a parte il tutto. Or uno venere, che mai si dismentegerà, concluseno ditta liga, zoè li capitoli con li consejeri regii in francese, et lui li intendeva per haver la lingua, et il sabado reduti col re in una capella con gran remori si reduseno, 301 et tutti aspetava di l'uora, et baroni et oratori di fiorentini el zenoesi, et voleano far l’instrumento di capitoli por nodari apostolici, et che la Signoria lolesse il papa in protetion, ed essi oratori non vol-seno, l’episcopo di Sella ajutò molto il papa. Or il roy volse sottoscriver a li capitoli cussi come erano, et cussi Ihoro oratori sottoscrisseno, era lì el ducha di Valentinocs fiol dii papa, et fo in Angier. Ile,a, che quel re mostrava far gran opinion di la Signoria nostra, et dice non voi altro che la sua ducea di Milan che li aspeta di jure, et dice non stimar il papa et haver il fiol de lì, et fiorentini etiam ha ne li soi paesi, et li disfarà dii mondo hessendoli contra, si-chè di altri non fa stima che di la Signoria nostra, et havia ditto hora la Signoria potrà castigar quel mato dii marchexe di Mantoa ; et che ’1 re li ha ditto non voi creder a li malivolli. quali dicono cosse contra la Signoria che quella non mantegnirà li capitoli, et che soa majestà voi mantenerli. Item, che li Ib-raussiti de Napoli è partesani de la Signoria, et dicono : scire la Signoria è dura a prometer, ma come la promete atende; et che la Signoria nostra in Fran-za ha fama dì bon governo et gran prudentia, et haver più oro che tutta Italia ; et dicono la Signoria sa ben quello la fa, francesi non poi tenir stado in Italia, la Signoria non muor mai, et s’il re ha lìoli sarà tra lhoro division, et non havendo fioli la Signoria torà quello il roy acquisterà in Italia : sichè li populi sono contrarii a l’impresa de Italia, et maxime la regina soa mojer. Item, el re si offerisse a la Signoria, la persona et il stado in suo ajuto, et voi conservar la liga. Item, che a la publication di la liga essi oratori non fono, perchè non si usa esser : fono quella matina dal re, et uditeno messa in capella, poi parliti fe’ publichar la liga il re per la terra con trombetti, zoè li tre primi capitoli : et cussi ha trovato a la liga fe’ con Spagna, et a quella d’Ingal-tera, videlicet tre trombe, et essi oratori feno una bela festa, tutto il populo concorse, messe una corda con oche ligaie, et chi coreva a cavallo et liravali il collo l’ocha fusse sua, et certi danari : unde vene molti arcieri dii re a ditta festa, et non ¡spexe mollo, so-lum 8 ducati, el si dicea haveane speso 50 ducati, feno una festa con una nave su un caro con confe-lion etc. Et a hore 21 vene il re lì a veder ; et esso orator era a la finestra, vedendo soa majestà, 'vene zoso, el lì andò contra, et fe’ bona ciera, per che sapeva francese, et lui sempre con soa majestà quasi si parlava; et che in 10 luogi di la terra cridouo la liga. lieta, come zonse la lieentia a Ihóro do de re-patriar, andono dal re, qual sapeva prima per via di misier Zuam Jacomo Triulzi, nè si fa cossa in Italia che non la sapia, imo abuto meloni di Asie. Ha le poste spesse, et muda cavalli el homeni ; et che ’1 re li