449 MCCCCLXXXX1X, FEBBRAJO. no fuora dii suo regno. Item, che il conle Opizim vene da essi nostri oratori, e fo avanti il re si partisse di Nantes, et li disse : come veniva da parte dii re; che era venuto uno noncio dii re di romani, volendo esser in accordo con soa majestà, li promete libero il duellato di Milan e parte dii stato di la Signoria e il resto lo voi lui ; e che il re non li ha risposto ma aspetava la risposta da la Signoria nostra. Ilern, si aspetava oratori dal re di romani e si prepara alozamenti. Li zenoesi ha auto audientia, à fato oblatione generai. E Morgante corier è zonto lì con li zebelini et falconi, li darano al re. Et a dì 21 parlino di Nantes, e a di 24 zonseno lì con sinistre vie. E a dì 25, hore do di note, riceveteno nostre lettere per Cristofoleto corier ; il re sarà doma». Di li eliti, di primo fevrer, ivi. Come andono dal re, et solli con sollo exposeno il voler di la Signoria nostra, e tuto exagerando, et ditoli di le nove dii Turcho, et non poter per hora dar li 100 milia ducati. Et voler poner il capitolo che, ussendo il Turcho, et venir a la sigìlation, et ditoli l’amor portava la Signoria a la casa di Orliens. 11 re udendo, ste’ suspe-so, disse : saremo con li nostri, arele presto risposta. El haveano comunichà poi col Cardinal V'incula, qual à gran reputation, sarà optimo mestier a questo, promisse far il tutto con la regia majestà per acordar sta liga. De li diti, di 4, ivi. Come il Cardinal Vincala li havia dito esser stato col re, el qual li disse : questi venitiani non voler far cossa alcuna, et lui Cardinal ne justificò a parte a parte con il Turcho, et si di-niega li 100 milia ducati, per convegnir far armada per guarda di la cliristianità. Il re li disse aspetteremo li oratori dii re di romani e di re Fedrico, e forse questi oratori veneti vera più avanti. 11 Cardinal rispose: non hanno altra comissione, et hanno la sua commission lirnitada, concludendo piglierano altra forma, si acorderà tutta Italia e tarano liga. Iti- 180 spose il re : non starano in pace do anni. Et il Cardinal disse: fatta questa liga, soa majestà se tirasse zo di andar più in Italia, e con 300 milia ducati che spendesseno a l’anno, farano spender a soa majestà un milion d’oro per il re di romani. Et il re li disse poi : siate col Cardinal Roan e dite il tutto. Et che essi nostri oratori furono con monsignor di Ligni, qual li disse il roy è mal contento di la risposta per li ducali 100 milia denegati, et più perchè quelli disturba sto adatainento a hora piglierano animo, concludendo non era per venir a conclusioni. Et ozi erano stati dal Vincala ; li disse haver parlato con monsignor di Albi, col gran canzelier, con monsignor I Diarii di M. Sanuto. — Tom. II. de Busagia e col govcrnator di Bertagna, et steteno in gran consulto zercha queste materie, justifichando la Signoria ; et che ’1 gran canzelier diceva la Signoria non dovea restar per questa cossa, havendo dal re si gran paese come è Cremona ; et che dito Cardinal disse a li oratori nostri credeva il capitolo del Turcho non lasserà concluder, perchè sempre si porà dir non è tempo di romper, il Turcho fa armata ; et ozi si dia trovar soa signoria col Cardinal Roam. In questo zorno fo mandato una lettera a sier Alvise da Molin savio di terraferma, con questa soto scriptiom : la povertà di pupilli, le vedoe e tutti i besognosì scrivea come haveano drizata a lui per esser misericordioso; lo prega non metti decime; et dice mal di quel Antonio di Mezo exator, et quel Antonio Chocho à ruinà la povertà ; la qual lettera mi la mostrò. A dì 18 fevrer. In collegio vene l’orator dii ducila di Urbim, dicendo le oferte havia mandato a far il suo signor al conte di Pittano, oferendoli il stato etc. Et per il principe fo ringratiato. Vene Jacomo da Nolla secretario dii conte di Pitiano, e mostrò una lettera dii conte, da Ita vena di 16, voria danari per una paga ; et li fo dito eramo contenti. Et fo balotà di darli una paga, et ancora fo balotà una paga a Michiel Zancho contestabile, va in campo con 60 homeni, et fu presa. Vene Zuam Alberto da la Pigna, e mostrò lettere dii suo signor ducha di Ferrara, di 17. Come havia fiorentini haver terminato far do oratori vengino a la Signoria nostra con mandato, li qùali zonti a Ferrara esso ducha verrà con lhoro per veder di adatar le turbatiorn presente ; fo ringratiato il ducha dii bon voler. Da Ravena di 1G. Che il conte voi partir mcr-core, che sarà a dì 20, per Castel Delze ; à fatto dar* come scrisse 200 fanti a Mordo da Crovara. Et esser ivi venuto domino Mordo di Cortona per nomo dii ducha di Urbin ; avisa il ducha esser-zonto a Urbin, va miorando, oferisse al conte il stato etc. et 1000 borami comandati con una paga et meza, et il resto di le zente a cavallo. Tamen voi di tre page dieno haver, ne liabino una. Item, il conte voi doman aviar li 500 soi provisionati e si farà la mostra, et voi che a l’Astor Bajom sia ritornàla compagnia et fazi 300 provisionati. Item, è zonto lì Sigismondo di Cavalli, dice esser pagador. Et ha' da Castel Delze, di 15, che hanno da Pratiego inimici haver cargato le artìlarie per andar a campo a Bibiena ; lì va Frachasso, Vite-lozo e il conte Checo, et Paulo \ ilelli resta con la sua guardia. Item, è zonto lì a Ravena Basilio da la 29