347 MCCCCLXXXXIX, GENNAIO. m Signoria liavesse manda il compromesso, il ducha liaria zà expedito, et farà ogni caution di far quello ha ditto, et il ducha de Milan solicita et importuna per pacificar Itali«. Et inteso tal lettera, li savii fono contenti non haver dato la licentia. Da Rovere di sier Nicoli) da cha da Pexaro, podestà, di 17. Come a hore 20 havia auto nova an-gnelini e sguizari di la liga grisa si haviano reduti apresso Bolzam, et fato coraria et corso mia 7 apresso Maram e fato grani crudeltà e fato prede e vastar il paese, et todeschi dicono esser sta causa questi ballino fato questa movesta di haver corso su quel dii conte di Maza. Et il capitano di Trento era ritornato in Trento, stato dal re di romani iacea meter in hor-dine tutte le sue fortezc e facea preparation di zente che stogino con le arnie in hordine. Quello seguirà aviserà; et poi dice in fine aver auto aviso esser stati sguizari da 12 in 14 milia, quelli hanno corso. D i Turim di 13 et 15 di Zuam Delze secretano in zifra. Come havia auto lettere dii Triulzi et di Placidio di Aste con lettere abute dal Malabaila di 5. Replicha quello scrisse per avanti ; la qual era in francese, data a dì 5 zener a Synon et leta per Gasparo. Come el re sarà doman a Nantes, e la raina con li baroui è lì, e la conclusion dii marmo lo eri conclusa : si aleterano mar ti o mercore, che sarà a dì 8, et li aviserà dii seguito. Ila manda a dir il re a li oratori di la Signoria vengino a Nantes, farà qualche bon spazamento, et si meterà in aseto le cosse de li : et par il re si meraveja non haver qual cossa di esso misier Zuam Jacomo. Item, e! secretano scrive: come a dì 12 passò di Turim via uno Joane Angiercut, vien di Bergogna a la Signoria nostra. E per la lettera di 15, che l’amico li havia ditto monsignor di Taro esser passa in Franza con la resolution che ’1 ducha non volea acetar partido dii roy ma star neutral ; et che misier Zuam Jacomo scriveva haver auto la verità di Milan di le cosse di Casentino, et subito havia spazà in Franza, et Placidio li ha scrito molte cosse che non licei homini loqui. Item, domino Zuam Adorno esser sta mandato a chiamar per il ducha, el qual voi dar il cavallo con li fornimenti al re di Franza, zoè Zenoa con la Riviera, Item, esso secretano voria saper l’opinion di la Signoria nostra di quello lui habi a far, andando la corte di là monti, andar, restar o venir. Et consultato in collegio, fo scrito venisse via, tamen poi fo sospesa la soa licentia, atento era buon restasse lì a Turim; etiam fo manda la licentia Alvise Sagudino secretano a Siena per non far alcun fruto, et balotalo mandarli ducati 250 acciò si potesse le- var ; etiam fo rasonato dar licentia Antonio Vinci' vera a Bologna qual nulla faceva de lì, et intisi in collegio havia ogni zorno il piato di misier Zuam Bentivoy, tamen non' fu data. Da Padoa di reclori, di 18. Scrisseno alcune nove abute di le cosse di Casentino, le qual per esser vechie non fo leta ditta lettera. Et in collegio fo parlato zcrcha 33 polieri, fo dii principe di Salerno erano a Monopoli, quello si havesse a far, et a chi darli. A dì 20 Zener in collegio. Vene iterum il patriarca nostro per esser aldito da la Signoria in con-traditorio per la vicaria di San Bortolo : dice tal ele-ctìon aspecta a lui ; et fu remesso a un altro zorno. Vene sier Polo Pixani el cavalier, venuto prima di Bergamo, el qual succinto referi Bergamo esser bela terra e forte de sito, richi liomeni et de ingegno si a la virtù come a le merchadantie, et fedelissimi di la Signoria nostra, e quella camera ha de in-trada ducati 3 milia in zercha, et disse la spexa, e li danari si mandava de qui e per la fabrieha di Gradiscila e di Crema la limitation et compartìtion, et a dì 15 dii mexe si fa la paga in camera, e a dì 1C li danari è dispensadi, et resta poco debitrice, non è ducati 1000. Item, disse di la imbosolatiom fata pacifica a tempo suo e di sier Marco Zorzi olim capitano. Item, di la morte di quel sier Jacomo d’Alban, havia fato il processo e lo presenterà ai cai di X, et havia fato justicia a tutti, e disse : sumus et nihil a nobis alienum esse putamus, perhò si havia falito in alcuna cossa domandava perdono. Fo per el principe laudato juxta il consueto: era vestito d’ oro, et introe savio di terra ferma. Vene 1’ orator di Milan, portato per soi che non 142 poteva caminar per haver gote ; al qual per il principe li fo ditto la deliberation nostra fata in pregadi in risposta di le lettere di Zacharia ; et l’orator disse di la bona voluntà dii suo signore. Et era lettere da Liom che era praticha di meter Pisa in le man dii re di Franza, et prometeva darla a’ fiorentini, sichè si questo fusse saria mal per Italia. • Da Ravena di 18. Come era venuto uno conte-stabile lì de Bibiena, partì a dì 13 domenega, chiamato Carlino. Dice nostri stano bene e di bona voja da poi lo avviamento de’inimici, e compivano li tre bastio-ri quali erano a bon termine; e quelli dii ducha di Urbim dicevano el ducha voler passar le alpe, tamen non lo crede; e hanno vituarie per mexi do ; et esser- vi zonti fanti 500 di quelli dii ducha ; non hanno niente di strame; il ducha voi mandar una parte via di quelle zente è lì; a Popi è fanti 100 e se moriva