473 MCCCCLXXXXIX, FEBBRAIO. 474 disse aricordava che la Signoria nostra si serviva di Rimano come di Ravena. Itera, da Castel Delze à lettere non mandi più pan ni farine per averne, et alcune barche nostre di vituarie andava lì su la spiala à convenuto libar : pertanto no voi si mandi più 189 barche grosse. Marco di Rimano partì per campo, et eri Zuan Mato con bela compagnia e con gran neve. lieta, per Traversini corier andava a Roma, li era sta'dito a bocha di la liga fata, farà fuoglii etc. Et noto, per inavertentia non li fo scrito, et ozi li fo scrito il tutto. A dì 25 fevrer. In collegio fono aldidi sier Polo Malipiero, sier Bortolo Diedo e sier Alvixe Barbari-go con quelli hanno alito le possessioni dii Polesine, le qual non le voi più tenir etc., ni ha di dar la se-gurtà come vuol la forma de l’incanto, et nulla fo terminato. llem, fono alditi li procuratori di la chiesa di San Marcho in conlenditorio con li zudexi di procuratori per certa diferentia per il sito di l’abatia di Polichio in bergamascha, la qual teniva olirà Jacomo d’Albani che fu morto, et pagava ducali 000 a l’anno a la chiesa di S. Marco. Ilem, fono alditi do oratori de la comunità di Vicenza, zoè domino Lunardo da Porto et.... Primo, zercha una caxa di la comunità dove si solea tenir munition, la qual per il capitanio sier Piero Balbi el cavalier era sta data a uno fiol di sier Zuane Balbi. Secundo, a li bardiamoli di quel viazo, che haveano cresuto soldo uno per soma di le frute da esser dato a uno capitano electo a l’isola, di la qual angaria ditti barcaruoli si dolevano etc. Terzio, zercha li portoneri, di le manzarie fanno, et che siano levati. Quarto, li sia dà la regula di l’arsenal per ca-xun di roveri per l’arscnal, acciò non siegui conda-nason. Et fono expediti et votà. Ilem, fono aldidi li bombardieri, zoè quelli fano artilarie in l’arsenal, sier Alexandro de Leompar-dis el Sperandio Savello. Ilem, fo balotà due. 1500 da esser mandati con l’arsii va in Candia, soracomi-to sier Batista Polani, et scrito fusse armato. Da, Chioza di sier Fantini Pizarnano podestà, di 27. Del zonzer dii scalcho dii ducha, chiamato Moneleto, qual avia dillo el suo ducha era mal tratto perchè non era sta preparato lì niuna cossa, e che l’era come un bò che chi l’onzeva si voltava, et che ’1 ducha di Milan aria per mal si ’1 sapesse, dicendo queste parole al podestà davanti li cittadini e li voltò le spalo ; et lui podestà dicea non aver da la Signoria alcun ordine, et avendo exeguiria il lutto. Et è da saper eri sera andoe a Chioza uno di le ra- xon vechie a far preparar, zoè sier Alvise Valier ; et eri a consejo fono chiamati 20 zentilhomeni che do-vesseno andar a Chioza contra ditto marchese, zoè sier Zorzi Pixani dotor era electo podestà di Chioza, sier Polo Capello, sier Marco Dandolo doctor, sier Francesco Capello cavalier, sier Antonio Zustigna-na e sier Piero Pasqualigo doctori, con altri patricii quasi lutti di pregadi. Et in questa matina fo parla di darli il bucintoro, alcuni non volea. Da Ravena di sier Lorenzo Zusliniam, provaU-tor di 23. Come el secretano di Faenza li havia scrito el ducha de Milan averli mandà a dimandar passo per 200 cavali et uno suo commissario chiamato Antonio Galarada, et dimandava quello haves-se a risponder, et li ha rescrito, è savio signor et si scusi non lo poter far. Ilem, esser zonte a Imola alcune zente duchesche, zoè quelli balestrieri ; et che quelle medesime zente, erano a Ravena, à contentà partirsi con la paga. Di. Riva di sier Ilironirno Baffo, di 19. Come era passato por Corbole uno orator over secretano dii ducha di Milan con 81 cavali, è andato a Arco, si crede che vadi a l’imperator per fare qualche novità de lì. D:i Rovere di sier Nicola da cha da Pexaro podestà, do lettere. La prima di 22. Come agnolini e sguizari orano tornati a danno dii re di romani, et quelli di Trento ha mandà zente non solum di dì ma di notte, et cussi tutto il paese; e che li regii 189* ha gran paura di la Signoria perchè si dice questi si muoveno con nostra vqluntà, et che in campo non si spende altro che monede venetiane. Itera, come è ritornato uno messo suo, stato 18 zorni fuora, fo a Maran e trovò la trieva fu fatta come scrisse, et che sguizari tornavano a caxa per Agnelina, e trovò certo danno scrito per li regii, et uno misier Ubelder capitano di 2000 fanti alcmani ritornò apresso Fil-cherb, et fono a le man con alemani, hanno facto do exerciti uno a Filcherh l’altro a Maran, e si vano ingrossando, contra i quali quelli del re fa forzo sopra Maran. Et è venuto uno capitano da Yspurch, vi-delicet misier Polo Lietenstener qual fu orator a la Signoria nostra quando fu l’ultima liga fata. Et che quelli del paese a Ihoro spose armano 400 fanti et dagi mille raynes, et temeno molto. Hanno mandà artilarie di le/orteze a Yspurch a rinovar. Et zà zorni 12 venne una lettera patente dii re di romani che comandava a tutti che a’ sie soi consejeri di Yspurch dovessimo dar tanta ubidientia come a lui in persona, et li nomina dicti 0 consejeri, uno di qual è questo misier Polo Lietenstener, et sono tutti todeschi.