257 MCCCCLXXXXYUI, DICOIBRE. 258 par sia sta concesso di gratia per lu Signoria nostra a F arziepiscopo di quel Iodio non pagi dacio di soi sali, et che '1 comprava la parte di lavoradori, et non volea pagar il dacio in danno di la Signoria nostra ; or fo comesso a F ordine nostro di mandarli qualche munitione, et cussi poi ne fo mandate alcune come apar. In questa matina, pieno collegio, fo aldito sier Piero Soranzo era stato proveditor in Otranto, qual portoe un desegno et disse F opinion sua, concludendo conira turchi quel loco non esser forte, nè la rocha in quella fortezadi raxom dovea esser. Accidil, podio era, che morite il castelan sier Alme Sagredo, primo mandato per la Signoria nostra, per il consejo di pregadi. Da poi disnar fo la vegilia di nudai. E1 principe andoe con li oratori in chiesia a lo oficio et a la messa juxta il solito. A dì 25 dezembrio el zorno di nadal da matina, el principe fo a messa in chiesia di San Marcho, et da poi disnar con le cerimonie : portò la spada sier Polo Trivixam el cavalier electo podestà a Brexa, fo compagno sier Francesco da Leze q. sier Lorenzo ; questa malina non andò el principe con solenità in chiesia, ma solum fu posto le zoie su l’aitar, per li procuratori ; et fo col principe l’orator di Napoli, di Milan, di Ferrara, di Urbin et di Rimano, el reve-verendo don Marco Malipiero comandador di Cipro, sier Piero Diedo zudexe dii proprio, et uno reclor di scolari di Padoa di natìone da Liesna, el qual elium la matina seguente andò a disnar col principe non hessendo invitato. Or in questo zorno di nadal in chiesia di San Marco, fo predichato per uno frate di san Francesco da la Vigua di nalion bolognese, qual non fo bella predicha, ma in ultima disse di la justicia et dii pagar li marinari etc. Et compita, el principe andoe a San Zorzi juxla il consueto a vespero. Et il zorno di San Stephano da matina non andoe a San Zorzi come era ubligato, per esser vento, udite messo a San Marcho et andoe a pranzo con li oratori et Signoria et patricii invitati di li primi de la terra fino al n.° di 60, et questo si chiama il pasto di 41 che feno el doxe. Et è da saper a dicti pasti dii principe, che si fa 4 a F anno ordenarii, non vi va li procuratori a disnar col principe ; et in questo zorno di nadal il collegio non si redusse ma ben il zorno di San Stephano da poi disnar la Signoria con !i savii si reduseno in collegio a lezer le lettere che 106 erano venute questi tre zorni, il luni che fo la vigilia di nadal, il zorno et ozi ch’è mereore ; et introe in collegio sier Costantin di Prioli rimasto savio dii I Diarii cU M. Sanuto. — Tom. II. consejo, ma sier Ferigo Corner procurator non introe per esser frescho dal mal. A dì 26 dezembrio da poi disnar in collegio fo leto queste lettere. Et è da saper la vizilia di nadal fo mandato in campo a Bibiena per dar a FAlviano per rifar la sua compagnia in tutto ducati 4500, abuti in prestedo da li banchi Pixani, Lipomani et Garzoni, con ubligation a lhoro facta di danari si scoderano a le caxude, di decune vechie. Da Bibiena di sier Piero Murzello di 1S. 19, 20. Come il venir de li Bajoni processe : che hessendo lì in Bibiena el signor Astor Bajom indisposto, e Carlo et Grifoneto erano alozati a uno loco vicino a FA verna chiamato... quali per dubito non li intravenise quello intravene a la compagnia di lo Alviano a Marzano, se levorono a bore una di note . per vegnir a Bibiena, et da li villani fo cridato : Vitelli, Vitelli, adeo si messeno in fuga, et senza haver alcun danno veneno la note lì a Bibiena, qual quel zorno si partiva per andar con li altri a li alozamenti dicti di sopra, zoè di qua di Bibiena su li lochi de’ inimichi aquistati, et cussi va domino Astor ; el ducila restava dentro di Bibiena et ha via manda per vituarie. In conclusion, erano in fuga, le strade rote, si scusa si cussi spesso non si bavera sue lettere. Per l’altra di 18 ditto pur in Bibiena in zifra : come domino Zuam Batista Carazolo li havea ditto clic nel suo partir di Roma el signor Prospero Colona li comesse dover dir a F orator nostro, era in corte, et a lui proveditor venendo, come volentìera el se conzeria con la Signoria nostra, el qual havia 100 homeni d’arme et 50 balestrieri a cavallo col re di Napoli, et ogni pocho di più conduta li basteria ; eliam domino Zuam de Cervigliom, spagnolo era a soldo dii papa con 100 homeni d’arme e 100 balestrieri a cavallo, verrà con nui. Item, il principe di Rosano è a Messina, cugnato di sier Marco Loredam • fo di sier Antonio cav. procurator. Item, el cugnato di conte Cliecho eh’ è in Popi, qual era prexon nostro e fu lassato, havia scrito a esso proveditor dito suo cognato conte Clieco veria volentiera a li stipendii nostri, con promissione di haver il suo castello è solo fiorentini ; li ha mandato a dir bone parole et che vengi. Poi per l’altra lettera di li) tenuta fin 20, zanze assai: el ducha voi danari per le page restando lì ; tutti erano in fuga si voleva ritrarsi e tenir Bibiena e l’Averna fino al tempo nuovo; li bisognava vituarie, munitione, fantarie e danari ; et havia mandato Marco di Santi suo secretano a Rimano a veder di haver qualche denar a qualche modo per ora de imprestedo ; el questo per li fanti spagnoli et elemani, quali laudava assai, et il 106* 17