7G9 IICCCCLXXXXIX, MAGGIO. 770 dono tutti do, et li secretar» quali erano lì in piedi ; et comandato streta credenza per esser tre consejeri nulla fato. A dì 28 mazo. In collegio. Fo aldìto certa dife-rentia di sier Francesco di Mezo con misier Alvixe Malatini, per caxon di certi molini, et per la Signoria fu fato in favor di ditto Mezo. lievi, fo aldìto Bortolo di Nerìì fiorentino, contra lì avogadori di comun, qual era condanato in quarantìa, e preso dì precieder di una balotta, et seguite molti desorderà, pregando la Signoria dovesse suspender la executìon fino fos-seno aldìtì da altri avogadori, periti) che questi vo-leno refudar domenega : et cussi per la Signoria fono suspeso fin domenega, con questo facesse seguro l’o-ficio. Vene domino Tomaso Salvego zenoese, esponendo per nome di misier Zuam Alvise dal Fiesco, che pregava la Signoria tolesse a soldo suo zenero, fo fìol dii signor Zuam Francesco Gonzaga ; et li fo risposto per el principe non era tempo, e bisognava atender al mar. Da Turin, di Zuam Dolze secretarlo, di 17. Come de lì era sta gran aque, adeo la corle volendo passar i monti per andar a Geneva sono ritornati, et che li nostri oratori vien di Pranza, fono lì honorati, monlono in barella. Hem, esser passato cavalli di la guarnison di Aste, de li quali vieneno di Franza e vanno in Aste, et li 50 cavalli che misier Zuam ,Ia-como Triulzi volea mandar in ajuto de’ sguizari in Alemagna, zoè 50 homeni d’arme non erano ancor partiti. Item, esser passato de lì incogniti e spesso Alexandro da Bologna et Piero Zuane da Forlì, venuti da Milano, et tornano in Franza. Di Bergamo, di rectori, di 25. Come haveano di Adamo di Bignol, habita verso il castello di Monza dii ducha di Milan: come esso ducha ha mandato 1000 fanti et 500 cavalli lì in quella valle per dubito de’ sguizari, el che lì a Monza si aspectava il inar-cliexe di Mantoa, et il ducha dovea far far lì la mostra di le zente; e si preparava il castello per il inarchexe. Itevi, hanno per altra via : el ducha faceva fortifichar Novara e non Mortara, Vegeveno e Alexandria, e in Valtolina dubita non vengi sguizari; et havia mandato di note a Como monilion e ai-lila-rie, e manda provedadori per li lochi soi. D.i Bussati, di sier Alvixe Lion podestà et capitano, di 26. Come havia da merebadanti che a Me-ran non facea la fiera, per caxon di la rota abuta lo exercito regio da’ sguizari, e tutti esser in fuga, adeo che di 28 homeni di Meran che andono in campo è rimasto vivi solum 2; conclude è sta gran rota. 1 Diarii di M Sasuto. — Tom. II. Da Nepanto, di sier Zuam Moro reclor e prove-dador, di 8 aprii. Drizata a li cai di X, la qual fo leta in collegio in materia di tornesi ha haver Zuam Viaro suo antecesor, li dispensò per scartozi senza camera, adeo mancha 20 ducati per'barìl, sichè era sta fato de’ ditti malia massaria. Da Candia, di sier Bernardo Zustignan capitano e vice ducha, di 8 aprii. Nove, vechie. Et etiam è soto scrìtì li consejeri sier Hironìmo Boldù e sier Alvise da Mulla, e mandano copie di lettere di Rodi e di Pera e dì Alexandria di 10 marzo ; dimandano munition ut palei in poliza. Et di Alexandria di sier Vetor Querini: come quel signor soldan regnava pa-cifice, e havia mandato il diodar grando al Sayto con 900 mamaluchi, el l’altro diodar era levato dì 1’ asedio dì Alepo, chi dice è mandato in Soria chi verso Turchia ; et che Alidulì era acordalo col soldan e non li dà più socorso; et che ’1 Signor di Alexandria morite in tre zorni, si dice fo atosigalo ; et esser sta fato uno armaragio in loco suo, qual à speso ducati 16 milia, si dice è tristo e yorà riscuoder li danari spesi. Item, scrive di la charavela, patron Pasqual di Zuane carga di formento, di raxondi sier Silvestro Morexini esser rota, et il patron de lì 4 zorni morite da peste; et la peste esser lì in Alexandria, et ne andava qualche uno al zorno. In questa matina li cai di X mandono tutti fuora, per lezer lettere di Nepanto, et 4 de nui saviì ai ordeni, perhò che sier Fauslin Barbo andoe a Roma con sier Polo Capelo, et ivi fu fata la mostra di 100 fanti di Schiaveto contestabili, va in armada ; et etiam tre de nui balotassemo a Lio li peota grandi et li peota da 100 bote in zoso, et quelli de rispelo: fata la examination insieme con li cataveri sier Alvise Loredam, sier Piero Donado e sier Jacomo de Priuli, et ivi in monastier disnato a spexe di San Marco. Da poi disnar andassemo in pregadi, sichè stativi compissemo. Da poi disnar fo pregadi, non vene il principe, e fu in gran consejo per ¡1 caldo, et fu fato per via de’ buletini do proveditori sora la exation di danari, rimase sier Marco Barbo, fo consejer, e sier Lorenzo Venier, fo consejer, fo soto sier Hironimo Zorzi el cavalier. Item, fo posto per li savii ai ordeni, la prima cossa fusse messa, atento la galia di Fiandra non havia trovà patron, zoè quella tolse sier Piero Tri-vixan ; et andò in renga sier Filippo Tram procu-rator savio dii consejo, parente di ditto sier Piero, et io Marin Sanudo savio a li ordeni li risposi dicendo questo non era el muodo di ajutar il parente con renge ma con carati, et il danno era in queste 49