MCCCCl-XXXXVUI, DICEMBRE. 284 pocha intelligentia et parcialilà de li via; non havea-no auto mai un aiuto, imo ha convenuto con danari haver fino li avisi, et li villani un pocho seguitono nostri perchè erano superiori. Dii dito, pur date ivi a dì 23 hore 7 di note in zi-fra. Come havia ricevuto nostre lettere in la materia di esser discordia tra llioro. Avisa esser gran beni-volentia et unità; et per questa lettera danna li Medici, etc. che haveano pocha parcialità, et di l’odio era tra il ducha, 1’ Orsino, 1’ Alviano et Bajoni. Item, come ha aviso Piero di Medici voler far uno ponte su la Marechia che non lo compirà in rtssa’ zorni, e voria la Signoria spendesse. Replicha, come Jaco-mazo fo el primo partite et scampò via. In questo zorno, atcnto li savii parte di lhoro compivano, et in execution di la parte presa in pre-gadi, in colegio fo consultato di le cosse di Pranza et la risposta si havia a far. A di 31 dezembrio in colegio, et fo gram neve. Vene Zuam Batista di Garzoni di sier Andrea dal Banco con uno merchadanto' todesco, et presentò una lettera di l’orator di Berna chiamato Bartholomeo de Mollis data a di 12 a Milano, drizata a la Signoria nostra, per la qual dimandava franchi 2400 promessi a pagar questo San Zuane passato ad Antonio Velzer e compagni, todesco di fontego, et questo per conto di lhoro stipendio; et per il principe li fo risposto si provederia di satisfar. Da Milan di l’orator ninna altra cossa, se non che mandava letere abute da Turin dii secretano nostro che importava. Da Turirn, di Zuam Delze, di 23 in zi fra. Come quel ducha havia mandato a Milan orator uno fiol dii thesorier generai, et a Casale uno altro suo fratello fiol dii thesorier di Madama, et havia comesso a quel va Milan si dogli non sia dato ducati 12 milia a l’anno a madona Bona è in Pranza, et la possessioni per il viver et li ducati 60Ó0 per redurse ad habitar a Ferrara, la qual si volea partir da Liom et solecita di averli. Item, che monsignor di Castelvechio non era parso de li, era stato amalato di colico grieve ; etiam havia auto a mal per la privation di monsignor di Genoa suo zenero et dii suocero posto in loco suo monsignor di Zambles vicario de li, e posto uno altro. Item, come scrissi' quel monsignor de Li-gona fo lì, et li do da Mantoa li andono driedo fino a pe’ di monti, e non lo trovò come havia dito Zuam Rosso tornato di Pranza che tornava a caxa sua. Item, monsignor di Zambra andava in Pranza orator dii ducha con 60 cavali, et il prescidente con 10 cavali, e come de ti continuava ctvalchafe da Milan al suo orator era li a Turim, el qual spesso va in castello e lui non poteva intender nulla di novo. Del dito, di 24, pur in zi fra. E mandoe una le-tera abuta da Placidio sta 4 dì a Casal, nel qual tempo vene una cavalchata di Pranza, et eri zonse lì 12 cavali con do capi travestiti, non sa chi sia, vano in Pranza : chi dicea è di Bentìvoy da Bologna e chi di-cea erano da Ferara, e porta danari in Pranza. Et in la letera di Placidio sine aliqua dici vel loci vel1nomine scrivea haver inteso da uno secretano regio la Signoria solicitava il re di Franza contraMilan; li ha risposto voi haver la sua amicitia, et contra Milan non voi haver zente, ma voi danari. Item, non ha acetà partito dii re Fedrico ili del ducha di Milan che li fu porto, et li nostri oratori pregoe il re aspeti risposta di la Signoria, et il re li ha dito non voler aspetar e procurerà la cosse sue ; ha dato termine a ditti oratori zorni 20, et il re non si fida, pur aspe-tarà zorni 20. Da Casal, dii signor Costantino, di 27, drezata al suo orator qui, la qual mandoe a comunichar. Come avisa el ducha di Milan haver slreta praticha con Franza, e procura molto; li oferisse di novo Gonoa col zenoese e mandarà suo fiol per obslaso in Aste o in Savoja fino el farà, etc. Item, ha di misier lanino suo orator in Franza, de’ coloqui abuti col re zercha li oratori nostri, et il ducha dice li offerisse terre e danari, e che insieme col re di romani tutti tre rompi-no al stado di la Signoria nostra, et che il re dicea steva a petion de’ venitiani a prender partito, et questo havia per letere di 18 da la corte. Aricorda la 117“ Signoria non guardi a picola cossa, et sia contenta a-cordarsi con il re di Franza, et non li piacea le pratiche andavano a torno, et leva per la Signoria far la liga, volendo il stabilimento dii suo stado et augu-mento di stato. Di Treviso. In materia di bote per l’arsenal, per il bisogno di le nave. Da Vicenza, Zercha lanze longe, quale continue facevano far. Et da poi disnar fo pregadi, et con gran neve si reduse, et li savii se reduseno in camera dii colegio o per dir meglio dii principe nel suo palazo la mati-na a consultar la risposta in Franza, e rimase el prin-* cipe con la Signoria a dar audientia, et tuta via ne-vegava. Di Asola di Piero Brazadelo, di 26. Come a dì 21 era stato a Mantoa a veder dar il stendardo dii re di romani el quel dii ducha di Milan al marchexe di Mantoa in la chiesia di San Piero, et volendo ussir di la chiesia, e! stendardo dii re, che ha per insegna