179 MI1XX, DICEMBRE 480 Irieve bisognava ciarli, unde lui oralor, essendoli so-prazonlo doja di fiancho, mandò il suo secretano a justifichar la Signoria la qual voleva manlenir le Irieve eie. Et non era zonto la risposta, la qual era 291 sia expedila per via di Pranza, nè poteva star a zon-zer. Fior risposeno bisognava si desse li danari, ad ogni modo poi si Iraleria le diferentie ete. Di Pranza, dii Badoer oralor nostro, date a Biffi, a dì 2 Demnbrio. Come venuto li trovò il Ile era in castello con la Regina et illustrissima madama, nè lassava intrar alcun dentro, ni li oratori; e l’orator di Angtia volendo intrar per parlar al Re non fu lassato, linde si turbò, e domino Zuan Ruze-lai nontio pontificio etiam volendo intrar non havia potuto, e tulli si meravejava di tal solitudine: ha inteso è sta per dubito dii morbo por esser ivi li fioli, aciò non seguisse per la morte di la damisela di madama di Lanson, come scrisse elio morite da peste; altri diceva il Re tralava nove pratiche però non voi dar audientia, el che ’I non voi dar il passo a li sguizari voi il Papa, però non voi adrneter il suo oralor dii Papa fino non ha certa risposta da Roma, tmde lui Oralor nostro parlò al Gran can-zelier, li disse la causa è per dubito dii morbo. Il Secretario dii duca di Ferara, è lì, li ha dito quelli sguizari fa il Papa non è per altro che a danno dii so’ ducha’. Scrive, la mojer di Ruberto de la Marchia e il fiol Ferangies primogenito è lì a la corte, si lien dillo Ruberlo sia in acordo con questo re. Di Spagna ha avisi quelle cosse passano quiete, per via del contestabile. Madama di Barbante eri partì di qui per andar a Molines terra sua. Il Re ha dato lo episcopato di Costanza al fratello dii governador di Genoa, con pension di ducali 1200 al nepole fo dii Cardinal Bibiena, il qual episcopato prima volca dar al fratello dii ducha di F,or?na. Item, manda letere di l’oralor nostro di Ingallera. Dii dito, di 8. Come a dì 0 ricevete nostre di 14 Novomhrio, di la venuta di l’orator dii Signor turco a Venelia, e la elelion di sier Marco Minio ora-tor ai ditto Signor per alegrarsi e confirmar la pace. Fo del Re, li comunicò queste nove, rispose soa Maestà : in questa corte è slà ditto che pratico con il re Catholico, non è la verità, e legni cerio non concluderò cossa alcuna senza vostra saputa. Item, come r avìa mandato il prefato Re uno oralor non da conto a star lì e avisarlo di le occurenlie, et ancora non ha auto letere dii suo zonzer lì. Poi disse il Papa fa sguizari, non sa la causa si non è per ob-slarne el nostro venir in Italia, ma imi saremo ben ili ordine, e faria nel Delfinà 15 mila pedoni, el ne ha 10 milia, et ha li capitani di lanzinech quali aràno 18 milia, et zà li ha mandali per aver dilli fanti, sichè non è a dubitar che lui con la Signoria nostra sarano suficienti a obslar al re di Romani volendo 291 ' venir con arme in Italia. Poi è l’ajuto di zente li havia promesso il re d’Ingallerra, etiam bisognando venir in persona, dicendo il Papa non ha danari da mantenir sguizari. Scrive che Ruberlet et lo armi-rajo li ha dito saria bon il nostro Governador e domino Andrea Griti andasse a Milan a consultar e dimostrar a tulli la union nostra; esso oralor li rispose questo è in le nostre man a tarlo in tempo congruo etc., tamen di questo nulla li disse. Scrive, madama/à do dì ha le gole, per il che il Re conve-gnirà star lì qualche zorno, sichè avanti le feste non potrà esser a Lion come voleva. Scrive, come monsignor di la Trimoja, vien di Borgogna, era zonlo lì a Bles. Di Ingalterra, dii Surian oralor nostro, date a Londra, a dì 18 Novembrio. Come eri ricevete nostre di 21 Octubrio con le nove dii Turco, le comunichò al reverendissimo Cardinal Ebora-cense, ringraliò, tamen prima le avea aule per via di Roma, dicendo la Signoria ha do bone nove : la morte dii Turco, e che l’Imperador non vien in Italia, e il Re voi venir a Venelia. Rispose lui orator lui nulla saper di questo, linde lui Cardenal si meravejò dicendo si ’1 verrà a Venelia sarò sta causa mi. Dii ditta, data a dì 25, ivi. Come è stato ad visitar il Re e comunicarli la morte dii Turco e altre cose. Ringraliò la Signoria: poi disse il re di Romani non è per passar questo anno in Italia, ma voi ritornar in Spagna, e lasserà al governo de la Germania il ducha di Saxonia elector, laudandolo assai et è amico di la Signoria, il qual non voleva acetar lai cargo, e lui Re li ha scrilo Io acepti, pregandolo a questo; e il Re tornerà in Spagna per conzar quelle cosse, benché lecomenza a prender bon sesto. Scrive, il Cardinal disse etiam saria ben il re di Franza a non venir in Italia. Nolo. In le lelere di Spagna è uno aviso che ’1 par siano zonli 50 milia ducali dii re di Portogallo al contestabele per pagar le zelile in ajuto di la Cesarea e Catholica Maestà. Di Milan, dii Secretario nostro, di 14. Come in la Dieta di sguizari, come li ha dillo monsignor di Terbe, par siano resulti il Papa non voi a-verli per il presente. E domino Zuan da Fin, nontio dii ducha di Franza, é li a Milan, li ha dito li voi per luor Ferara, unde luì Secretano parlò a monsignor di Lulrech, qual li disse il Papa non haverà sguizari.