L’ARSENALE DI VENEZIA e si conservavano le polveri. Le esplosioni prodotte da questo incendio fecero crollare vari fabbricati e un largo tratto del muro di cinta verso il rio di S. Daniele. 11 Senato prese subito il temporaneo provvedimento di far custodire le polveri nei piani superiori di alcune torri del muro di cinta e nel 1539, essendo doge Pietro Landò, si stabilì di aggiungere all’Arsenale un nuovo recinto nel quale avrebbero dovuto essere concentrati tutti i servizi pirotecnici. A questo scopo fu scelta la zona paludosa compresa tra la « Novissima » a levante, la laguna a tramontana, l’orto del convento di S. Francesco della Vigna a ponente e l’orto di S. Maria alla Celestia a mezzogiorno. Essa venne senz’altro cinta da mura e adattata al servizio delle polveri. Il Senato però non era stato unanime nel prendere questa decisione perchè molti senatori sostenevano essere più opportuno di allontanare completamente dal-l’Arsenale la conservazione e la confezione delle polveri che poteva essere causa di danni irreparabili, mentre sarebbe stato meglio adibire il nuovo recinto alla costruzione delle galeazze che allora entravano in servizio nelle flotte della Repubblica. Si proponeva anzi di unire per mezzo di un canale l’ingrandimento deciso nel 1539 con la darsena Arsenale Vecchio- Queste idee finirono col prevalere e nel 1 564 sotto 29