619 MDXXI, FEBBRAIO. 620 in Germania, però era necessario di parlar di quelle cosse fusse l’honor de l’imperio, e trovar danari e deputar di quelli habi a tochar, perché Sua Maestà non voi siano spesi in nitro che in beneficio di l'imperio e proveder a bon governo di la Germania, in cnso Soa Maestà volesse partirse e tornar a sedar li tumulti di Spagna; nè altro fu fato per questo zorno. Scrive, Forator dii re Cristianissimo non ha auto 371 ' nulla di Pranza, sichè va a bon cainin con la Signoria nostra, e il suo He voi esser unito con quella, e dice in ogni bisogno non mancherà con tutte le sue forze a beneficio nostro, et fono uniti lutti do esso di Pranza e il nostro Orator. Dii dito, di primo. Come, la dieta si ha reduto do volle et nulla hanno fato, solum il Ite ha date le proposition in scripto, aziòche vedino et respondino; ma par che li sia stà risposto, è necessario prima si fazi altra deliberation, che Soa Maestà adati le dife-rentie dii duca di Saxonia eletor con il duca di Ju-lich, et quella del duca di Bresvich con ... et quella dii Langravio con il dùca di Nasoni ; le qual differen-lie hanno molli capi el sono cose longe. Sua Maestà oferisse dii suo lanze 3000 et fanti 10 mila. Scrive, è venuto qui el duca di Baviera, fo nepole di l’Impe-rador morto, fiol ex sorore, con 400 cavali, et sono numero ... è stà bonorati a l’intrar, li andòconlra la corte regia. Scrive, il marchese di Brandiburg ancora non è zonto, né si sa dove el sia. Di le cose di Spagna nulla se intende, pur rene una posta: se intende quelli di Burgos non haver voluto acelar la eonfermation di capitoli fe’questa Maestà; sichè si dubita quelle cose anderano mal. Scrive, el reverendissimo Maguntino è varilo, e va fuora di eaxa. Scrive, mandar lelcre dii Re al Viceré di Napoli, li mandi le scrilure e raxon nostre. Scrive, solieita il succes-sor si mandi e non se indusii più ; con molle parole. Di Pranza, di Y Orator nostro, date a Cales a dì 20. Come il Re continue va miorando, et mandò el suo secretano per esser alozalo 3 lige lon-tan di Castel Remorantin, qual parlò a monsignor Armirajo. Li disse Soa Maestà è varila, et negocia zà, et dii zonzer di uno nontio dii re di Anglia venuto a dolersi dii mal, e saper in che termenesi trovava, etiam per parlar de le cosse di Scozia, etiam el ducila di Albania pratico di le cosse di Scozia, et quel Caron, orator dii prefato Re, portò li presenti di alcuni rubini: questi preparano mandar odori et camise a quella principessa, et li fanno le spexe al ditlo orator. Scrive, li disse che li sguizari volea il Papa era per le cose di Zenoa, perchè il Papa favo-riza li Adorni foraussiti, e che ’I Re havia spazà uno nonlio a Roma per questo. Scrive, esso secretario non potè parlar a Madama, perchè era col Re in camera dove slà quasi di continuo; ma parlò solum a monsignor Armirajo, qual li disse di le cose di Spagna, e come quel capitano don Piero Guron era andato .... et che il campo dii Re aspelava.....372 Scrive, il reverendo Slafileo non ha auto ancora li-cenlia: si tien questi aspetano lelcre di Roma prima ge la dagino. Scrive, si aspela uno orator dii duca di Ferara, vien in loco di quello manda a Paris a far residenza de qui. Dii dito, date ivi. Come, era zonlo don Alfonso di Ariosli nontio dii duca di Ferara, venuto in 8 zorni de lì per le poste. Ha auloaudientia da Madama e di l’Armirajo; li hanno facto optima ciera. Scrive di alcune letere inlerceple dii governador di Zenoa, qual fo mandale a monsignor di Lutrech ; tien per via di Milan la Signoria harà inteso il Iralato, et queli dicono quelle cose è slà previste, nè voleno altro che il Re fazi provision di danari. Di Anglia, dii Surian orator nostro, date a Londra a dì 7. Come, si dice a Roma, per mezo di monsignor San Marzeo è slà fato liga tra il Papa et Franza, et per questo eri si lieu el reverendissimo cardenal Eboracense celebrasse la messa che non suol celebrar, nè più tia celebrato zà più anni se non a Gines et eri. El fo onorevol aparalo; vi era el Re e li oratori invidati Papa, Franza e lui nostro, et preparatoli tre sedie, e vene l'orator ispano non invidato, non ave loco, et siete fra li cortesani. Scrive, si dice la liga è fata Papa, Franza e la Signoria nostra ; che se l’è cussi si aiegra. Si aspeta di Franza monsignor di Olivet vien per nome di Madama per le cose di Scozia; et par in Scozia sia stà fata una dieta. Di Germania é letere la dieta non era principiata; aspetavano li Electori zonzeseno. Scrive, che di Spagna quelle cosse par siano acquetate, e don Pietro Gujon capitano di l’exercito di la comunità, esser venulo a voleri de la Cesarea Maestà, e quel altro episcopo è fuzilo in una terracquei campo di le comunità si andava risolvendo etc. Scrive, come si speta domino Ricardo Pazeo, fo mandato per questo Re a la Cesarea Maestà, che ritorni. Dii ditto, di 18. Come era zonlo monsignor di Bonivet predillo, venuto per le diflerentie con Scozia, in loco di la illustrissima madama. In Scozia la dieia è risolta, manderano li oratori a questa Ma-jeslà molto desiderati, e quel monsignor dì Obignì ha fato bon officio. Di Germania è zonti al Re li articoli voi proponer quella Maestà in la dieta a beneficio de le cosse de l’imperio; ma che prima bisogna